“Se7en”, i sette peccati capitali in scena a Villa Scarsella a Diano Marina

Date Evento
Il 25 giugno
Dalle 21.15
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Ingresso

Evento concluso

Scenart presenta lo spettacolo domenica 25 giugno alle ore 21.15

“Se7en”, i sette peccati capitali in scena a Villa Scarsella a Diano Marina

Diano Marina. La ScenArt da sempre nei suoi spettacoli unisce la danza la musica e tematiche forti per risvegliare le coscienze.

L’evento di fine anno apre ad una tematica sempre attuale, ‘il senso di vuoto’, che sarà rappresentato dai 7 vizi capitali, i quali, sono un elenco di inclinazioni profonde, morali e comportamentali dell’animo umano, spesso impropriamente detti peccati capitali.

Questo elenco di vizi / mancanza, difetto o anche abitudine deviata, distruggerebbero l’anima umana contrapponendosi alle virtù che invece ne promuovono la crescita. Apatia, noia, depressione, sofferenza, mal di vivere e chi più ne ha più ne metta.

Spesso sono solo altri modi per definire qualcosa che, comunque, ognuno indica a modo suo: il senso di vuoto.
Tante possono essere le cause di questa sgradevole sensazione, ma il motivo per cui la proviamo, in fondo, è solo uno: la mancanza, la non pienezza il non l’amore.

Il senso di vuoto è sempre conseguenza della nostra incapacità di amare davvero, incapacità che ci impedisce di riempire, appunto, la nostra vita di amore. Siamo nati e fatti per amare, e solo quando amiamo, noi viviamo pienamente. Cerchiamo sempre nel posto sbagliato! Il problema è che questa sensazione cerchiamo di vincerla attraverso la rincorsa a cose che possano riempirci e colmare quindi il vuoto.

Possono essere gli amici o le relazioni di coppia, il sesso, l’alcool, il lavoro, la droga, i divertimenti in generale, ma anche la violenza, il denaro, gli oggetti. Non conta molto cosa usiamo, conta solo che tanto più cerchiamo di riempire d’acqua un palloncino tanto meno sarà capace di volare. L’amore è aria, tutti il resto una zavorra se lo usiamo al posto dell’aria!

Poiché niente di queste cose può colmare quel vuoto, ma solo non farcelo sentire, bendarci gli occhi, per poco, inseguiamo questi attimi di quiete e facciamo il possibile per averne sempre di più. Ma il vuoto è li e col tempo non solo cresce (perché non ci preoccupiamo di amare e smettiamo, invece, sempre di più presi da altro) ma noi diveniamo sempre meno disposti a colmarlo e sempre più assuefatti alle cose che ci illudiamo allentino questa sensazione. Basta l’amore, perché è la sostanza di cui siamo fatti, l’unica cosa che conti davvero.

Prossimo evento: Dance Riviera Festival, stage di danza intensivo con maestri di fama internazionale, dal 17 luglio al 22 luglio a Diano Marina. Iscrizioni aperte.

Lettera della direttrice:

“La danza per me è stata tutto:
Impegno, sudore, coraggio, sensibilità, bellezza, amare la vita e affrontare i dolori che ci da, saper fare ricerca dentro se stessi, la passione.

Per me ha tutt’ora senso anche se ho smesso di ballare, trasmettere i suoi insegnamenti ai miei allievi. Se riuscirò a far passare la potenza di questa disciplina, Anche ad un solo allievo ne sarò felice per aver fatto la differenza nella sua vita.

Non mi piace essere chiamata insegnante di danza, preferisco maestra. Sì, perché l’insegnante ti insegna una tecnica e vuole portarti al raggiungimento di un risultato. Il maestro è altro. Il maestro è dotato di pazienza, aspetta che ogni suo allievo raggiunga il suo massimo risultato con i suoi tempi; il maestro trasmette molto altro oltre ad una tecnica, trasmette una passione, trasmette dei valori che vanno oltre la disciplina praticata dall’allievo e varranno sempre nel corso della sua vita.

Quindi eccoci qui…la vita dei maestri di danza. Essere un maestro vuol dire svegliarsi durante la notte e cercare disperatamente un foglio e un penna per appuntarsi quella coreografia che hai sognato; vuol dire passare intere giornate a cercare i costumi adatti a quella coreografia e quando pensi di averlo trovato “no aspetta! Nella coreografia c’è quel passaggio che forse con questo vestito non riusciranno a fare” e ricomincia la ricerca. Essere un maestro di danza vuol dire passare ore a tagliare le musiche per le esibizioni, ore a preparare il copione per il saggio di fine anno in modo che tutti siano i protagonisti dello spettacolo Essere un maestro vuol dire entrare a scuola di danza e lasciare fuori dalla porta tutti i problemi o preoccupazioni della giornata; vuol dire mettere l’anima in quella sala; vuol dire sudare durante ogni lezione per far capire bene ai propri allievi come si fa quello o l’altro passo, vuol dire dividere il proprio cuore, un pezzetto per ogni bambino o ragazzo che ha nella sua sala. Il maestro li vede crescere, anche in un solo anno vede un cambiamento incredibile in ogni singolo allievo. il maestro ha sempre qualcosa da donare.

Il Maestro non vuole troppi ringraziamenti…gli basta vedere la gioia dei suoi allievi quando entrano in sala e inizia la lezione, la volontà di provare e riprovare la coreografia finché non viene come l’aveva pensata. Il Maestro vuole emozionarsi, come ogni anno, al saggio di fine anno quando i suoi allievi dimostrano a tutti quanto hanno imparato durante l’anno e che tutta la fatica delle prove ha portato ad un bellissimo risultato.

Il Maestro non fa tutto questo per sé ma per i suoi allievi, e non vuole che i suoi allievi facciano tutto questo per lui…vuole che lo facciano per loro stessi…così avrà raggiunto l’obiettivo”.