Sanremo. Si parlerà di bellezza e di arte a Caffè Venezuela grazie a Philippe Daverio, attesissimo protagonista venerdì 7 agosto sul palco di piazza San Siro a Sanremo.
Volto conosciutissimo del panorama televisivo e del mondo artistico (nonché titolare di diversi incarichi istituzionali), Daverio nel suo ultimo libro “Il secolo spezzato delle avanguardie” (Rizzoli) racconta il 900 attraverso il compendio di cinquecento immagini proponendo una lettura diversa dell’arte della prima metà di questo secolo. Si tratta di una sorta di museo immaginato, come lo ha definito l’autore: un libro importante per scoprire la preziosa eredità di artisti che “coraggiosamente” hanno intrapreso strade spesso innovative e spesso autenticamente rivoluzionarie.
La presenza di Daverio in rassegna è legata anche al suo impegno per il patrimonio artistico del Bel Paese, coraggioso e pregnante: nel 2011 in concomitanza dei festeggiamenti per il 150º anniversario dell’Unità d’Italia ha fondato il movimento d’opinione Save Italy rivolto alla salvaguardia dell’immensa eredità culturale dell’Italia.
Introduce l’autore il critico Giovanni Choukhadarian.
L’incontro è in piazza San Siro, con inizio alle 21.15 e ingresso gratuito.
Caffè Venezuela, giunta quest’anno alla quinta edizione, è un’iniziativa realizzata dalla Cooperativa CMC con il contributo e il sostegno del Comune di Sanremo-Assessorato alla Cultura e Turismo.
Si ringrazia per la collaborazione il Casinò di Sanremo e il Grand Hotel Londra.
“Il secolo spezzato delle avanguardie” (Rizzoli)
“Questo è il libro d’un curatore frustrato, al quale nessuno mai ha concesso la libertà del pensiero folle, ovvero la possibilità di fare alcune mostre riassuntive degli anni che ci hanno formati, quelli del secolo breve che ha sconvolto tutti i parametri preesistenti, scoprendo il profondo della psiche e del linguaggio.”
L’arte della prima metà del Novecento è un vorticoso susseguirsi di movimenti e “ismi”. Difficile dunque definirla in un sistema chiuso e immutabile, meglio, e forse più giusto, cercare di catturarne lo spirito di molteplicità e di contaminazione continua attraverso un programma di mostre temporanee, percorsi visivi, tematici o storici che tengono conto di connessioni, rimandi e affinità tra artisti anche apparentemente lontani. Il secolo breve, racchiuso fra l’illuminazione elettrica del cielo di Parigi dall’alto della Tour Eiffel per l’expo del 1889 e il lampo devastante del fungo atomico a Hiroshima, ha forgiato il nostro immaginario di uomini contemporanei, frantumando le certezze del secolo lungo. Con queste esposizioni immaginate Philippe Daverio percorre strade poco battute, e si allontana dai consueti percorsi scolastici, cercando piuttosto assonanze e migrazioni, incontri reali o fantastici fra opere e artisti. Klimt, Balla, Kandinskij, Picasso e alcuni altri diventano così i cavalieri dell’arte, che hanno gettato i semi e inventato le “forme” del Novecento, e alcuni temi come la danza, l’ansia dell’uomo contemporaneo e la città, sono i luoghi, reali o ideali, che raccontano la joie de vivre, la frenesia e la solitudine dell’esistenza nel XX secolo.
Philippe Daverio
Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, vive a Milano dove ha avuto inizio la sua attività di mercante d’arte. Quattro le gallerie d’arte moderna da lui inaugurate, di cui due a New York. Assessore alla Cultura a Milano dal 1993 al 1997, si è occupato del restauro e del rilancio di Palazzo Reale a Milano. Già opinionista per “Panorama”, “Liberal”, “Vogue”, “Gente”, consulente per la casa editrice Skira, Philippe Daverio si è sempre definito uno storico dell’arte. Così infatti lo ha scoperto il pubblico televisivo di Raitre: nel 1999 in qualità di “inviato speciale” della trasmissione Art’è, nel 2000 come conduttore di Art.tù, poi autore e conduttore di Passepartout, programma d’arte e cultura che ha avuto grande successo e ha notevole riconoscimento di critica e di pubblico. Si occupa inoltre di strategia ed organizzazione nei sistemi culturali pubblici e privati, e svolge attività di docente: è stato incaricato di un corso di Storia dell’arte presso lo IULM di Milano, e mantiene corsi di Storia del design presso il Politecnico di Milano. Dal 2006 Philippe Daverio è Professore Ordinario di “Sociologia dei processi artistici”, presso l’Università degli Studi di Palermo, facoltà di Architettura – dipartimento Design. È membro del Comitato Scientifico del nuovo Grande Museo del Duomo di Milano, del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cini di Venezia e del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Corriere della Sera. Da marzo 2008 è direttore della rivista d’arte Art e Dossier, della casa editrice fiorentina Giunti. Da dicembre 2010 è anche autore e conduttore di Emporio Daverio su RaiCinque, una proposta di invito al viaggio attraverso le città d’Italia e le unità minori del Belpaese, una introduzione al museo diffuso e uno stimolo a risvegliare le coscienze sulla necessità d’un vasto piano di salvaguardia, obiettivi che sono alla base anche del movimento de sensibilizzazione intorno ai problemi del patrimonio culturale italiano lanciato da Daverio nel 2012 sotto lo slogan Save Italy. Da gennaio 2012 il programma d’arte e cultura Passepartout è stato sostituito dal programma Il Capitale. Collabora con Il Corriere della sera, Il Giorno, Il Resto del Carlino, Bell’Europa, Avvenire e altre testate giornalistiche. Tra le ultime pubblicazioni, si segnalano nel 2011 il volume “Il Museo Immaginato”, edito da Rizzoli, e nel 2012 il volume “Il Secolo lungo della Modernità”, sempre edito dalla stessa casa editrice, con cui nel 2013 ha anche pubblicato “Guardar lontano veder vicino. Esercizi di curiosità e storia dell’arte”.