Il futuro dell’Europa: due conferenze a Villa Boselli

Date Evento
Dal 18 giugno al 19 giugno
Dalle 21.00
Date Evento
Ingresso

Evento concluso

Il futuro dell’Europa: due conferenze a Villa Boselli

Taggia.Dove sta andando l’Europa? Riflessioni alternative sul futuro politico e sociale del Vecchio Continente”.
È questo il tema delle due serate aperte al pubblico e organizzate dal Laboratorio cittadino di Arma di Taggia per i prossimi 18 e 19 giugno, con inizio alle 21 e nella sede di Villa Boselli, in via Paolo Boselli 1.
Più in particolare, ecco il dettaglio dei due incontri.

18 giugno – Come (non) funziona l’informazione in Europa
Il ruolo dei media in quello che pensiamo-sentiamo-scegliamo, illudendoci di essere liberi. Ovvero: come si forma la coscienza collettiva dei cittadini europei e come i veri centri di potere condizionano le scelte dei governi.
Intervengono: Valerio Lo Monaco e Federico Zamboni, rispettivamente direttore e caporedattore de “La voce del Ribelle” (www.ilribelle.com).
Moderatore: Davide Gaglione, presidente del Laboratorio cittadino.

L’apparenza è che il giornalismo italiano sia libero e pluralista, visto che ci sono moltissime voci e che le discussioni non solo non mancano ma spesso sono anche infuocate.
La realtà è ben diversa: ciò che arriva alla maggior parte delle persone, e ne orienta le scelte, è assai più omogeneo di quanto non sembri. I canali più seguiti, quelli che formano il cosiddetto mainstream, hanno in comune molte chiavi di lettura, a cominciare dal primato assoluto del modello liberista. L’idea, o il dogma, è che non esistano alternative alla competizione globale e alla speculazione finanziaria. O si accetta questa impostazione, oppure si è condannati a restare indietro. Fino a sprofondare sotto il peso, inesorabile, del proprio declino.
Il messaggio fondamentale è questo. E questo viene ripetuto/martellato da mille angolazioni e in mille forme, da quelle esplicite a quelle implicite. Il resto è contorno. Da semplice accessorio ad autentica “arma di distrazione di massa”.
Un meccanismo complesso e quanto mai sofisticato che bisogna imparare a conoscere a fondo, per sottrarsi ai suoi inganni. Primo passo: capire che l’apparente libertà di parola è una pura illusione.

19 giugno – I trattati internazionali per schiavizzarci: da Maastricht al TTIP
Le tappe, gli snodi, le prospettive di una strategia che ha origini lontane. E che si proietta nel futuro.
Intervengono: Paolo Gila, giornalista economico-finanziario presso la RAI di Milano e ideatore dell’indice IFIIT (indice di fiducia sugli investimenti) e Marco Saba, presidente IASSEM (Istituto di Alti Studi sulla Sovranità Economica e Monetaria).

Versione ufficiale: il mondo è cambiato, a causa della globalizzazione, e perciò è necessario che i singoli Stati europei rinuncino all’idea di potersi governare da soli. L’integrazione in ambito UE deve essere sempre più forte, sia nel campo economico che in quello politico, con delle vere e proprie cessioni di sovranità. Inoltre, sempre per effetto del nuovo assetto dei mercati mondiali e del moltiplicarsi dei Paesi in competizione tra loro, bisogna ampliare le aree di libero commercio tra nazioni affini. Vedi il nascente TTIP, “Transatlantic Trade and Investment Partnership”, con gli Stati Uniti d’America.

Versione alternativa: le cessioni di sovranità non servono agli Stati, e alle rispettive popolazioni, ma ai gruppi di potere che dirigono l’economia occidentale.

L’esempio della BCE, la Banca Centrale Europea che molti credono un soggetto pubblico ma che in effetti è un pool di banche private, sta lì a dimostrarlo. Cedendole l’autorità monetaria si è persa la possibilità di controllare due fattori cruciali come l’emissione di nuovo denaro e il tasso d’interesse sui capitali già esistenti.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: tagli drastici alla spesa pubblica, per adeguarsi ai famigerati parametri di Maastricht, e recessione generale, per carenza di credito bancario alle imprese e alle famiglie.

Il risanamento promesso resta una chimera. L’unica certezza è che dovremo fare molto di più per avere molto di meno.

La versione ufficiale la chiama “competizione”. E la loda a gran voce.