Dolceacqua. L’iniziativa è a cura del centro culturale e ricreativo di Dolceacqua – biblioteca civica – in collaborazione con il Comune di Dolceacqua.
Ferruccio Francescotti è nato a Ventimiglia nel 1951. Ha lavorato presso l’Aermacchi di Varese dal 1978 al 2011. E’ appassionato da moltissimi anni di astronomia e di paleoantropologia. Per i tipi di Aviolibri di Roma ha pubblicato “Avionica. I sistemi elettronici dei velivoli”, “La trasmissione digitale in avionica” e “La presentazione dati in avionica”.
E’ inoltre coautore per Macchione Editore di Varese di un romanzo, “Un Dono del Cielo”, editato con gli pseudonimi di “Ariel & Robin”.
“Che bella storia! Un delicato percorso – a tratti avventuroso e poi commovente – fra i momenti salienti di quello che, migliaia di anni fa, è stato certamente l’inizio della selezione di domesticazione. Dal lupo al cane. Ovvero come è stata trovata la mediazione politica fra i due grandi nemici: Homo sapiens e Canis lupus.”
Giorgio Boscagli biologo-wildlife manager, Direttore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e co-fondatore della Società per la Storia della Fauna. Di seguito la sintesi del suo libro.
Paleolitico superiore, Europa centrale.
In un accampamento di Homo Sapiens il mucchio di rifiuti, posto poco lontano dalle capanne, aumenta lentamente ma costantemente; alcuni lupi, un po’ meno timidi dei loro compagni di branco, si avvicinano nottetempo per nutrirsi.
Una mattina un ragazzo, per dimostrare il suo coraggio, prende di nascosto la lancia del padre e tenta di uccidere una femmina di lupo che stava rovistando tra i rifiuti: solo l’intervento degli adulti salva il ragazzo dall’aggressione dell’animale, che viene ucciso.
Ma la lupa ha con sé due cuccioli, un maschio ed una femmina: due fratellini riescono a convincere i genitori a tenere con loro le due bestiole, pur fra la diffidenza degli altri membri della tribù. Ma quando giunge il momento della riproduzione i due animali rispondono al richiamo del branco e fuggono, tra le lacrime dei due fratellini.
L’inverno si avvicina e la tribù si sposta verso le terre calde, al seguito delle loro prede abituali.
Al ritorno della stagione calda altra migrazione, verso l’accampamento abbandonato alcuni mesi prima.
Una mattina, poco prima del sorgere del sole, un debole ululato si diffonde nell’accampamento; certi che si tratti dei loro due amici i due fratellini si precipitano fuori dalla capanna, prima che i genitori possano impedirglielo. E con grande sorpresa di tutti si tratta proprio della femmina che aveva vissuto per un po’ di tempo nell’accampamento e che ora, ferita, è tornata per chiedere aiuto; anche lei non è sola, ha con sé i suoi cuccioli, un maschio ed una femmina.
Nonostante le cure dello sciamano la lupa non sopravvive ed i due cuccioli orfani rimangono con la famiglia dei due fratellini, ripetendo così la precedente avventura. L’ostilità degli altri membri della tribù scompare quando i due animali si accorgono in anticipo rispetto agli umani sia di un orso che si sta avvicinando all’accampamento sia di alcuni forestieri giunti per mercanteggiare. Forse i due animali possono essere utili sia per difesa che durante la caccia.
Ma proprio durante una battuta il ragazzino, ormai sempre accompagnato dal lupacchiotto maschio, cade in un crepaccio per difendersi dall’aggressione di un orso; ragazzino e lupo vengono riportati all’accampamento ormai privi di vita e guardando le ferite dell’animale lo sciamano intuisce che il lupo è stato dilaniato dall’orso mentre tentava di difendere il suo padroncino.
Parco dei Pirenei, ai giorni nostri.
Dopo un violento temporale che ha causato una grande frana gli abitanti di una fattoria scoprono l’ingresso di una grotta, al cui interno si intravedono delle pitture rupestri.
Dopo alcuni giorni di scavo gli archeologi giunti sul posto hanno una grande sorpresa: proprio davanti all’ingresso della grotta c’è una tomba, in cui giacciono gli scheletri fossilizzati di un ragazzo e di un giovane lupo. Il braccio del ragazzo è appoggiato sul dorso dell’animale in un ultimo, eterno abbraccio.
Alle domande dei presenti l’archeologa responsabile dello scavo non può che rispondere: “ Non sappiamo che dire: se la sepoltura non fosse così antica direi che si tratta di un ragazzo sepolto con il suo cane!”.