Il caso

Rivieracqua, via libera con riserva all’acquisizione delle quote da parte del Comune di Imperia

Per la Corte dei conti l'operazione è giustificabile ma manca una valutazione sulle finanze dell'ente e di compatibilità dell'operazione con la normativa europea in materia di aiuti di Stato

Imperia, protesta in comuen per tariffa acqua

Imperia. La Corte dei Conti della Liguria ha dato nei giorni scorsi il via libera condizionato all’ingresso del Comune di Imperia nella compagine sociale di Rivieracqua S.p.A., sollevando al contempo preoccupazioni riguardo alla sostenibilità economica e alla conformità legale dell’operazione. L’ente locale, guidato dal sindaco e presidente della Provincia, Claudio Scajola, ha già approvato l’acquisizione di quote pari al 28,63% della società che gestisce il servizio idrico del Ponente, fondata sulla conversione in azioni di un credito di 5,5 milioni di euro vantato nei confronti del gestore cessato, Amat S.p.A. Questo fa parte di un accordo più ampio di ristrutturazione che coinvolge il Comune, Rivieracqua e Amat, con l’obiettivo di rilanciare il servizio idrico.

Tuttavia, l’operazione è subordinata a due condizioni cruciali: l’omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti di Rivieracqua, confermata dal tribunale fallimentare il 24 giugno 2024, e l’individuazione di un nuovo socio privato entro il 31 ottobre 2024, che dovrà apportare il capitale necessario per sostenere l’impresa. La delibera della Corte dei Conti ha messo in luce diverse criticità. Nonostante non ci siano esborsi diretti per il Comune di Imperia, manca un piano d’impresa dettagliato o un’analisi di fattibilità che dimostri la sostenibilità economica di Rivieracqua nel lungo termine. La Corte ha evidenziato l’assenza di una valutazione chiara del potenziale impatto finanziario sull’amministrazione comunale e sulla capacità della società di mantenere un equilibrio economico-finanziario nel tempo.

Inoltre, per i giudici contabili, la delibera del consiglio comunale di Imperia non presenta un confronto dettagliato tra le possibili alternative gestionali, come la gestione diretta o l’esternalizzazione, che avrebbe potuto fornire un supporto solido alla decisione del municipio di partecipare in Rivieracqua, in linea con i principi di efficienza ed economicità. La Corte ha anche sollevato dubbi sulla compatibilità dell’operazione con la normativa europea sugli aiuti di Stato. Senza un’analisi che dimostri l’assenza di vantaggi indebiti concessi a Rivieracqua, il progetto potrebbe essere a rischio di sanzioni da parte dell’Unione Europea. Le questioni emerse dovranno essere affrontate con attenzione dalla giunta Scajola, per evitare rischi finanziari a lungo termine. La ricerca di un socio privato entro la scadenza stabilita sarà fondamentale per il futuro di Rivieracqua e per il successo dell’intero piano di risanamento.

I piccoli comuni. A maggio, la Corte dei Conti ligure si era espressa a fronte di un’altra richiesta di parere, proveniente dal piccolo comune di Ranzo, con meno di 1000 abitanti, giudicando l’ingresso dell’ente in Rivieracqua “rischioso”, e “non conforme” ai principi di gestione economica ed efficiente delle partecipazioni pubbliche in società gravate da rischi finanziari significativi.

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