Politica

Berrino si intesta la battaglia per mandare in carcere i giornalisti

Il senatore di Fratelli d'Italia relatore degli emendamenti alla legge sulla stampa

gianni berrino

Sanremo. Da oggi la stampa italiana ha un “amico” in più, è il senatore di Fratelli d’Italia e sanremese doc Gianni Berrino. L’ultima iniziativa del parlamentare impegnato nella campagna elettorale a sostegno del candidato sindaco del centrodestra, Gianni Rolando, prevede la reintroduzione della reclusione e multe fino a 120 mila euro per i giornalisti condannati per il reato di diffamazione nel caso in cui il condannato agisca con dolo.

Una serie di emendamenti al disegno di legge sulla stampa in discussione a Palazzo Madama introduce una significativa modifica legislativa. In particolare, il nuovo articolo 13-bis prevede pene detentive e pecuniarie per chi diffonde fatti falsi con l’intento di danneggiare la reputazione altrui. Secondo questa disposizione, coloro che agiscono in modo coordinato per arrecare danni reputazionali rischiano una condanna fino a 4 anni e mezzo di carcere, oltre a multe che vanno da 50 mila a 120 mila euro.

La modifica è stata proposta dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le pene detentive previste dall’articolo 13 della legge sulla stampa del 1948. Tale decisione è stata presa nel 2021, in seguito al caso Sallusti, in cui l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per aver previsto una pena detentiva per l’ex direttore del Giornale, poi commutata dal presidente Napolitano in una multa.

«La diffamazione, anche a mezzo stampa, è sempre stata punita con la pena detentiva dalla legge. Noi, con norma più liberale, eliminiamo la detenzione per la ipotesi semplice, la riduciamo, pur mantenendola come alternativa alla multa, per il caso di attribuzione di un fatto determinato falso e per l’ipotesi di attribuzione del fatto determinato falso e costituente reato. Le condotte che mantengono una punizione detentiva, seppur sempre attenuata, non sono relative alla libertà di stampa, ma ad un uso volutamente distorto e preordinato al killeraggio morale della libertà di stampa». Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Gianni Berrino, capogruppo in commissione Giustizia di Palazzo Madama.

«Auspico che ci sia un’attenta riflessione nel dibattito in commissione sul cosiddetto Ddl Diffamazione per arrivare a trovare un giusto equilibrio tra la necessità di tutelare le vittime della diffamazione, soprattutto per i casi più gravi o reiterati, e il rispetto per una categoria professionale, quella dei giornalisti, per i quali anche la Corte Europea dei diritti dell’uomo si è espressa per il rispetto di un principio di proporzionalità per evitare un effetto dissuasivo rispetto all’attività giornalistica». Interviene così Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati e giornalista professionista, nel dibattito odierno sulla possibilità di far arrivare a 4 anni la pena detentiva per i reati di diffamazione più gravi. «Sono certa che il confronto, tenendo in considerazione anche le sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, possa portare, con il dovuto approfondimento, all’approvazione in Parlamento di un testo condiviso, che offra le dovute garanzie anche nell’applicazione della rettifica».

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