Il caso

Imperia, detenuto parla al telefono dalla sua branda: beccato dalla polizia penitenziaria

La denuncia di Pagani (Uil pa): «Il disastro dell'amministrazione penitenziaria è sotto gli occhi di tutti»

riviera24 - Sindacati al carcere di Imperia

Imperia. Un 26enne di origine ecuadoriana, detenuto nel penitenziario di Imperia a seguito di una condanna definitiva (per furto, lesioni personali, ricettazione, evasione e spaccio) è stato sorpreso alle 15 di ieri dal personale di polizia penitenziaria mentre parlava con uno smartphone sulla branda della propria cella. Lo rende noto il segretario Uil Pa Fabio Pagani.

«Abbiamo più volte sottolineato l’impegno del ministro Nordio a voler cercare di risolvere alcune situazioni critiche – dichiara Pagani – Ma al netto della buona volontà, il disastro dell’amministrazione penitenziaria è sotto gli occhi di tutti ed è ormai evidente che al di là degli slogan, il mondo delle carceri non riscuote alcun interesse tra i politici e nel governo. Altrimenti non saremmo qui a parlare di un’amministrazione abbandonata al proprio destino. Desertificata e prosciugata. Senza fondi e senza dirigenza e come unico attore indispensabile e protagonista resta la polizia penitenziaria, che nonostante l’abbandono, comunque impedisce senza uomini e mezzi anche all’interno delle mura il proseguo dei reati».

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