Il racconto

Prima notte a Sanremo per i profughi afghani, Guazzoni (Cri): «Bimbi ringraziano per brioche confezionate»

Nessuno accenna a situazione Afghanistan e Talebani, «ma gli sguardi parlano da soli»

Afgani Sanremo rifugiati

Sanremo. Dall’alba di ieri, quando i 206 rifugiati afghani hanno raggiunto il soggiorno militare di via Lamarmora a Sanremo, dove trascorreranno il periodo di quarantena previsto dalle normative anti-Covid per chi arriva da determinate aree del mondo, nessuno ha parlato della situazione in Afghanistan, né della riconquista del paese da parte dei Talebani, né delle possibili ripercussioni personali subite a causa del ritorno dei fondamentalisti islamici. A raccontarlo è Ettore Guazzoni, presidente del Comitato della Croce Rossa di Sanremo che si occupa dell’assistenza dei profughi all’interno della base militare, comandante dal tenente colonnello Enrico Ciucci.

«Nessuno ha accennato alla situazione in Afghanistan – spiega Guazzoni – E nemmeno noi lo abbiamo chiesto. Avevamo altre priorità, tra cui quella di alleggerire il loro stato d’animo. Abbiamo cercato di giocare con i bimbi, di tranquillizzare tutti. Ma gli sguardi, mi creda, parlavano da sé».

Proprio per supportare dal punto di vista psicologico persone che hanno visto la propria vita stravolgersi da un giorno all’altro, all’interno della base militare sono presenti psicologi della Croce Rossa e un mediatore culturale, messo a disposizione dal comitato nazionale Cri, che alloggia nella struttura per garantire un punto di riferimento concreto h24, anche nel momento in cui dovessero insorgere problemi legati alla lingua. Quasi tutti gli ospiti, bambini compresi, parlano inglese. Molti sanno anche l’italiano, avendo collaborato, negli anni precedenti, con l’ambasciata italiana in Afghanistan. Solo i più anziani parlano solo la loro lingua.

«Al momento la situazione è sotto controllo, molto tranquilla – dice Guazzoni – Le persone sono molto educate e disciplinate. Gli ospiti sono tutti tranquilli e in buona salute. Ieri sono stati visitati tutti da un medico, mentre un pediatra monitorerà la situazione dei bambini ogni giorno per tutti i dieci giorni di permanenza».

A causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, i 206 afghani dovranno trascorrere la quarantena chiusi nelle loro stanze, ma questo non sembra destare preoccupazioni: «Gli ospiti erano tutti rigorosamente ed educatamente nelle loro stanze – dichiara il presidente Cri Sanremo – Hanno compreso benissimo la situazione. Sono persone di una gentilezza ed una educazione estrema: ieri pomeriggio, dopo che abbiamo collocato tutti nelle stanze, la base sembrava deserta: non si sentiva volare una mosca».

Dal loro arrivo, i profughi non fanno altro che ringraziare: «Questo ci ha colpito tantissimo – racconta Guazzoni – E’ un ringraziamento continuo. E quello che, personalmente, mi ha colpito di più è stata la gentilezza e l’educazione dei bambini, che ieri mattina ringraziavano di continuo per aver ricevuto una brioche confezionata al loro arrivo».

Tanta la solidarietà dimostrata da sanremesi e abitanti delle città limitrofe: fin da pochi istanti dall’arrivo dei cinque pullman dell’esercito italiano con a bordo i profughi, i cittadini hanno risposto all’appello della Croce Rossa, portando ogni genere di beni. «Stiamo cercando di fare un report per rispondere puntualmente alle esigenze delle persone – conclude Ettore Guazzoni – Le donazioni sono tantissime, ma dobbiamo organizzarci per comprendere cosa possa ancora mancare ed evitare sprechi».

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