Ventimiglia, Maestro Cocco su “Bella ciao”: «Era in programma. Mi hanno aggredito e umiliato»

Il direttore dell’Orchestra Filarmonica ricostruisce quanto accaduto il 25 Aprile a Ventimiglia
Ventimiglia. «Mi sono sentito mortificato e umiliato. Il 25 Aprile merita una commemorazione all’altezza del suo significato. Mi dispiace che non sia stato possibile rispettarlo fino in fondo». A parlare è il Maestro Franco Cocco, direttore dell’Orchestra Filarmonica Giovanile Città di Ventimiglia, che ha raccontato quanto accaduto durante le celebrazioni dell’80° anniversario della Liberazione a Ventimiglia.
Come è ormai noto, anche a seguito delle polemiche suscitate, durante il momento di silenzio in onore dei Caduti, alcune associazioni presenti hanno intonato “Bella ciao“, celebre inno della Resistenza. Un gesto che ha suscitato l’indignazione del sindaco Flavio Di Muro che, a caldo, ha espresso il proprio disappunto: «É una vergogna». Immediata la replica di Maria Spinosi, rappresentante dell’associazione Intemelia 25 Aprile, secondo la quale il brano «Andava cantato prima, durante e dopo».
Questa mattina la stessa Spinosi è tornata sulla vicenda, precisando: «Quando i cittadini hanno iniziato ad intonare “Bella ciao”, nessuna esecuzione de Il Silenzio era in corso. A quel punto, pur di non sentirla più, dall’amministrazione partiva l’ok all’esecuzione de il Silenzio. Nessuna colpa per la banda, loro eseguono e basta. Il fatto che nell’anniversario della Liberazione, il cerimoniale non preveda l’esecuzione di “Bella ciao”, dovrebbe farci riflettere».
Ma a smentire la Spinosi è lo stesso Cocco: «Non è assolutamente vero. L’abbiamo provata, ma ci è stato comunicato che, a causa del lutto nazionale per la morte di papa Francesco, non era possibile eseguire brani musicali durante il corteo. La Prefettura di Imperia aveva disposto celebrazioni sobrie. Ci siamo quindi limitati alle marce militari. “Bella ciao” era prevista al termine della cerimonia, come accaduto anche in altri comuni».
«Arrivati al monumento ai Caduti nei giardini Tommaso Reggio – ha spiegato il Maestro – E’ iniziata la manifestazione ufficiale, abbiamo eseguito l’Inno di Mameli, poi “Il Piave”, brano che si suona durante la deposizione della corona di alloro, e successivamente Il Silenzio. Appena concluso “Il Piave”, alcuni hanno iniziato a cantare “Bella ciao”, in un momento che doveva essere di raccoglimento. É stata una mancanza di rispetto verso tutti i morti. Io ho continuato a suonare forte per coprire le loro voci, il programma ufficiale non poteva essere interrotto perché qualcuno canta. Avremmo cantato tutti insieme “Bella ciao” alla fine della cerimonia, come era previsto».
Anche l’oratore ufficiale della giornata, il professor Vittorio Mazzone del comitato provinciale Anpi di Napoli, ha contribuito alla tensione intonando “Bella ciao” al termine del suo intervento. Eppure, il professore sapeva benissimo che il canto partigiano era in programma: «Lo avevo avvisato personalmente che il brano sarebbe stato eseguito dopo il suo discorso – precisa Cocco – , ma ha deciso di procedere lo stesso. Hanno fatto quello che hanno voluto. É un’altra offesa. C’è una banda che lo suona, ma non mi hanno dato il tempo di farlo».
Il Maestro racconta inoltre di essere stato aggredito verbalmente e accusato di assecondare un clima di censura: «Alcuni membri delle associazioni si sono avvicinati sia durante il corteo sia al termine delle celebrazioni, mi hanno detto che il fascismo nasce proprio dalla paura di non suonare certe canzoni durante il tragitto e che avremmo dovuto suonarlo lo stesso. Ma quello che non capiscono è che siamo vincolati da un protocollo ufficiale. Sono un libero cittadino, ma c’erano delle regole da rispettare».