Ventimiglia, al teatro comunale la poesia regna sovrana con Davide Avolio

11 aprile 2025 | 19:20
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Il consiglio rivolto ai ragazzi che hanno timore di esporsi: «Depositate le armi di fronte alla paura e lasciatevi abbracciare totalmente, fate leggere quello che scrivete a qualcuno»

Ventimiglia. Una forma d’arte potente ed evocativa che, attraverso immagini, ritmi, metafore e suoni,  è in grado di toccare l’anima delle persone; un linguaggio considerato universale che ha caratterizzato il nostro passato e che persiste nel nostro presente: oggi, a Ventimiglia, la poesia regna sovrana grazie all’incontro con Davide Avolio, giovane scrittore, poeta e creator che ha rivoluzionato il modo di avvicinare i ragazzi al mondo della letteratura mediante i social.

Attraverso la lettura di poesie di autori classici, antichi e moderni, come Catullo, Montale, Pasolini, Saba e D’Annunzio, Avolio è riuscito a raggiungere quasi 500 mila follower su Instagram, accorciando sempre di più la distanza tra la poesia e i giovani, che sul suo profilo possono riscoprirla in nuove vesti, diverse da quelle che la scuola generalmente le conferisce.

Recentemente inserito da Forbes Italia tra i cento under 30 che stanno cambiando il nostro Paese, nonché reduce di collaborazioni con Mondadori, Rai e Feltrinelli; il giovane poeta ha raccontato, durante l’incontro avvenuto nel teatro comunale promosso da RMB studio di Mattia Berlanda e Riccardo Moio in collaborazione con il Comune di Ventimiglia, il proprio percorso personale, il suo impatto nel panorama editoriale contemporaneo e il suo ruolo come ponte tra le nuove generazioni e il mondo della letteratura.

«Oggi parleremo soprattutto di come la poesia possa legarsi e collegarsi ai social, a questo nuovo strumento e di come possa essere valorizzata dai social senza essere disprezzata. Parleremo del mio percorso, a livello poetico, a livello umano e di studi personali. Parleremo anche del mio romanzo “I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno”, ambientato a Napoli, che è intriso di poesia. Il protagonista, Lorenzo Amato, è un ragazzo di 14 anni che incontra due tappe fondamentali della vita: l’amore e la morte, e cerca di elaborare queste due pulsioni che lo mandano in confusione e devasto proprio tramite la poesia e grazie allo strumento poetico».

Un libro, nato dal sogno nutrito dal giovane di scrivere un romanzo fin da quando era piccolo: «Ora sono al primo gradino, spero che possa continuare questa carriera, e spero che il libro possa piacere e stimolare alla riflessione, soprattutto sui temi  che vengono affrontati, che non è solo l’amore, che è il sentiero principale, ma attorno a questo crescono altri alberi come quello della morte, dell’appartenenza alle radici, alla propria terra, delle riflessioni verso i propri genitori, la propria famiglia, la criminalità e tutto ciò che concerne, inevitabilmente, il crescere e il formarsi; infatti è un romanzo di formazione.

Nasce proprio perché l’esigenza di scrivere per me è fisiologica, è qualcosa che soprattutto nella poesia si trasmette nella quotidianità, mentre la prosa diventa un’esigenza sociale, cioè quella di riuscire a esprimersi in testi più ampi, con maggiore possibilità di arrivare all’altro. E’ fondamentale dialogare, cercare questo dialogo che ad oggi viene spesso affossato e, per quanto osannato, in realtà é messo in pratica da quasi nessuno; si cerca di tendere questa mano sperando che qualcuno dall’altro lato possa afferrarla».

Ma qual è il consiglio del poeta social rivolto a tutti i giovani che coltivano questa passione, ma che non si espongono per paura? «Depositare le armi di fronte alla paura e lasciarsi abbracciare totalmente, fare leggere quello che scrivi a qualcuno. Il giudizio tutt’oggi mi fa male, mi è nefasto, soprattutto quello che ha un volto distruttivo; però è inevitabile avere timore quando si produce qualcosa che per noi è considerato arte perché poi nella considerazione altrui potrebbe non essere ritenuta tale: è come mettere al mondo un figlio e sentirsi dire dagli altri che è un mostro. È una tappa che purtroppo bisogna affrontare; tutti ci passiamo. Superata questa paura, bisogna farsi leggere tanto, utilizzare tutti i mezzi a propria disposizione, non solo gli incontri dal vivo, ma anche utilizzare YouTube, Instagram, TikTok, giornali, radio. Dovunque possiate sbattere la testa portando la vostra arte, fatelo».

Mentre l’assessore alla cultura, Serena Calcopietro, nell’accogliere lo scrittore ha dichiarato: «Ventimiglia è una città assetata di cultura e di questo tipo di iniziative: stiamo iniziando una serie di interlocuzioni anche con le associazioni locali, motivo per il quale ringrazio tutto lo staff del RMB studio, perchè il pubblico di Ventimiglia è particolarmente effervescente. Ad esempio, abbiamo avuto tante personalità. tra cui Edoardo Prati, e devo dire che, contrariamente alle aspettative, ha avuto grande successo», e ha aggiunto, riferendosi all’autore: «Penso che con te possa essere nutrita ulteriormente questa voglia, io ti seguo e ti stimo molto anche come ragazzo, perché al giorno d’oggi è davvero complicatissimo trovare dei giovani che abbiano questo tipo di sensibilità, che spesso si aspetta più dal sesso femminile. Mentre per tanti aspetti, penso che l’uomo, quando ha questo tipo di sensibilità riesca a dare una visione delle cose ancora più profonda: sono contenta di accoglierti e spero che tutto ciò possa essere un’ottima occasione per i giovani e di poter lanciare una serie di incontri con personalità illustri come la tua».

«Abbiamo fatto pressione per portare qui Davide e adesso avrete capito il perché», ha affermato Mattia Berlanda, che ha aggiunto: «Ringraziamo l’amministrazione e in particolare l’assessore Calcopietro, perché ha sposato a pieno non solo l’esigenza di noi giovani, ma anche di tutta la città. Mi auguro che la presenza di Avolio dia luce a una serie di iniziative culturali: abbiamo bisogno di punti di riferimento. Davide non è solo un poeta, lo considero una vera e propria voce generazionale: tutta la passione che ci mette si avverte e si percepisce. Come gruppo, noi di RMB studio siamo contenti di averti portato qua».