Sanremo si raccoglie nella preghiera per Papa Francesco. La commossa omelia del vescovo Suetta: «Ora è in testa al gregge»
Nella Concattedrale di San Siro la messa in suffragio di Bergoglio. Assenti le autorità
Sanremo. Questa sera, la Concattedrale di San Siro a Sanremo si è riempita di fedeli per la solenne messa di suffragio in memoria di Papa Francesco, celebrata dal vescovo della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta. La cerimonia, organizzata in seguito alla scomparsa del Santo Padre avvenuta l’altro ieri, ha visto la partecipazione dei sacerdoti provenienti dalle chiese dell’estremo ponente ligure, uniti in un momento di riflessione e preghiera per commemorare Jorge Mario Bergoglio, il “Papa degli ultimi”. Alla commemorazione, in una Concattedrale colma di gente, è spiccata l’assenza delle cariche civili e militari. Tra il pubblico non c’era neanche un sindaco o suo delegato in fascia tricolore. Alti, invece, gli stendardi delle associazioni d’arma.
La diocesi aveva invitato tutti a raccogliersi per onorare la memoria di Francesco, il primo Pontefice gesuita e proveniente dalle Americhe, la cui vita è stata dedicata al servizio dei più deboli e alla promozione della pace. L’atmosfera nella Concattedrale è stata carica di commozione e di sommo rispetto. Monsignor Suetta ha voluto dedicare un’omelia intensa e personale all’uomo di fede appena scomparso. «Per usare una sua tipica espressione – ha esordito – mi verrebbe da dire che questo è molto bello. Papa Francesco lo diceva spesso di fronte a segni di speranza, di comunione, di bene. E questa sera siamo qui per rispondere a una sua richiesta costante: non dimenticatevi di pregare per me».
Il vescovo ha ricordato le parole che il Papa stesso pronunciò sul mistero della morte: «È naturale avere paura, perché suscita domande e sembra portarci verso un buio ignoto. Ma anche lui, pur confessando la propria paura, diceva che oltre quella porta c’è la festa». Ed è a quella festa che, ha detto Suetta, «chiediamo che il Signore lo introduca, come ricompensa per la fede vissuta e il bene compiuto». L’omelia ha toccato corde profonde della spiritualità cattolica, ma anche del legame umano e pastorale tra Papa Francesco e la diocesi di Ventimiglia-Sanremo. «Siamo legati a lui da un vincolo di fede – ha sottolineato Suetta – perché è stato Papa, Vicario di Cristo, successore di Pietro. Il suo compito è stato quello di confermare i fratelli nella fede, e lo ha fatto con umiltà, dedizione e amore per il suo popolo».
Il vescovo ha poi ripercorso i legami personali con il Santo Padre, ricordando i loro incontri, tra cui quello durante il corso per nuovi vescovi, e l’occasione in cui gli consegnò un cofanetto del film “Come una rosa nell’armadio”, realizzato dall’Azione Cattolica parrocchiale. Ha ricordato anche l’attenzione di Francesco per i migranti di Ventimiglia durante il picco dell’emergenza nel 2016, quando scrisse un messaggio alla diocesi, e la citazione del seminario di Bordighera da parte del Papa, nel 2023, durante un’assemblea della Cei, come esempio di fervore vocazionale.
Suetta ha poi richiamato due immagini bibliche che, a suo dire, rispecchiano il magistero di Papa Francesco. La prima è tratta dagli Atti degli Apostoli, in cui Pietro guarisce uno storpio nel nome di Gesù: «Non ho né oro né argento, ma quello che ho te lo do». Un versetto che richiama il sogno francescano di una “Chiesa povera per i poveri”, capace di misericordia e cura, come un “ospedale da campo”. La seconda immagine, tratta dal Vangelo di Luca, è quella dei discepoli di Emmaus. «Stavano andando nella direzione sbagliata – ha spiegato Suetta – ma Gesù camminava con loro, per ricondurli sulla via giusta. Questo è stato anche lo stile di Papa Francesco: camminare con il popolo, a volte davanti, a volte in mezzo, e spesso in fondo, per aspettare e sostenere chi faticava».
Particolare il passaggio dedicato alle donne, che per Bergoglio hanno un ruolo essenziale: «Le donne sono state, per scelta di Gesù, apostole degli apostoli. Sono state le prime ad annunciare la Risurrezione, le prime ad andare al sepolcro, le prime a riconoscere il Risorto. E così anche noi, come loro, siamo chiamati a portare l’annuncio, ad essere testimoni viventi del Vangelo». L’omelia si è conclusa con un appello: «Papa Francesco ha camminato con noi e ora ci precede verso la festa eterna, in testa al gregge. Noi vogliamo custodire la sua eredità camminando con pazienza, gioia e perseveranza nella via della fede. Come si dice nella tradizione della Chiesa, il bene dei fedeli è la gioia eterna dei pastori».