Sanremese con la salvezza in tasca, Masu: «C’è chi la vive come un lutto»

14 aprile 2025 | 13:11
Share0

Il patron commenta la vittoria che vale la permanenza in D: «Dedico il momento alla mia famiglia»

Sanremo. Domenica di festa al “Comunale”, ma la quiete non è per tutti. La Sanremese ha conquistato ieri, con tre turni d’anticipo, la salvezza in Serie D, centrando l’obiettivo con il pareggio a reti inviolate contro la Nova Romentin. Un punto che vale oro per i biancazzurri di Gabriele Scalise, capaci di un colpo di reni nel momento più delicato della stagione. Ma mentre in campo si sorride, fuori si mormora. E nemmeno troppo piano.

Nel post partita, il presidente Alessandro Masu si è tolto più di un sassolino dalla scarpa (vedi video): «Qualcuno diceva che non ci saremmo nemmeno giocati i playout. Invece siamo salvi, con tre giornate d’anticipo. È la risposta più bella». Questa la frecciatina indirizzata a parte della tifoseria, che, ancora ieri, è tornata a contestarlo dopo le crepe che si sono aperta in seguito alla sconfitta rimediata nel derby casalingo contro l’Imperia. E ancora: «Chi contesta non sa cosa vuol dire mandare avanti questa società. La Sanremese è in piedi solo perché ci siamo io e la mia famiglia». Il patron, alla domanda servita sul piatto d’argento, ha voluto ricordare di essere il «presidente più longevo», mettendosi a paragone di Gianni Borra, presidentissimo che negli anni d’oro del calcio locale ha portato i matuziani a sfiorare la B. «Abbiamo conquistato la salvezza, nonostante qualcuno non la meriti».

Masu è ritornato a parlare del progetto di nuovo stadio, dopo averne presentato la terza versione la settimana scorsa in Comune, ma senza rilasciare dichiarazioni: «Non ho mai nascosto il fatto che la Sanremese, come tutte le società, soprattutto quelle dilettantistiche, basi il proprio futuro e il proprio sostegno economico sulle strutture. Ricordiamo, per chi l’ha dimenticato, che per tre anni consecutivi non abbiamo potuto utilizzare al 100% il nostro centro sportivo di Pian di Poma. Con enormi fatiche e tanti scettici, la Sanremese è rimasta in D. Ora, se bussa alla porta qualcuno, ma qualcuno di concreto, non chi blatera idiozie, ben venga. Io sono disponibile a lasciare il testimone a chi saprà fare meglio di me».

Nel frattempo, lontano dalla prima squadra si agita il settore giovanile, che per il patron è il fiore all’occhiello della società. Nelle ultime ore, tra alcuni allenatori è emersa l’ipotesi di una forma di protesta per i ritardi nei pagamenti degli stipendi arretrati. Ma la proposta non sembra aver attecchito. Anche chi non ha ancora ricevuto quanto promesso, non vuole lasciare soli i ragazzi, garantendo comunque la propria presenza al campo. Un segnale di responsabilità, ma anche la spia di un malessere che cova sotto traccia. La fiducia nelle promesse societarie è altalenante, soprattutto dopo che – a inizio aprile – lo stesso Masu aveva convocato lo staff tecnico per assicurare lo sblocco imminente dei fondi e garantire il proseguo della sua presidenza anche in caso di retrocessione. Ed è proprio questo il cortocircuito che oggi vive il club: da una parte una gestione complessa dai conti in rosso e, dall’altra, progetti ambiziosi multi milionari come quello per la ristrutturazione del Comunale di San Martino. Un sogno bocciato già due volte e finito ai supplementari per l’ultimo tempo prima del fischio finale.

(In copertina foto ufficiale dei festeggiamenti al Comunale)