Imperia, studente del Ruffini fa il saluto fascista al ghetto ebraico: l’istituto lo sospende

Il sedicenne, che aveva rischiato l’arresto, dovrà partecipare ad attività specifiche con associazioni come Aned e l’Istituto Storico della Resistenza
Imperia. E’ stato sospeso dalle lezioni, ma dovrà partecipare ad attività specifiche, lo studente del Ruffini che in gita scolastica a Praga ha fatto il saluto fascista nel ghetto ebraico. L’episodio, che ha visto protagonista un sedicenne, è accaduto nei giorni scorsi. Lo studente, tra l’altro, ha rischiato l’arresto per l’atto compiuto davanti alla sinagoga. A far da paciere con la polizia, evitando che l’alunno venisse portato in caserma e dichiarato in stato di fermo, era stato il preside Luca Ronco.
Oggi, il consiglio di Istituto del Ruffini, a seguito dei procedimenti disciplinari avviati, ha preso una decisione: «In linea con i principi educativi e di inclusione e per sostenere il percorso di consapevolezza e crescita individuale degli alunni coinvolti – dichiara la scuola – Il consiglio di Istituto ha deciso all’unanimità per un provvedimento di sospensione dalle lezioni con l’obbligo di partecipazione ad attività specifiche, grazie anche al supporto di associazioni quali Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) sez. Savona-Imperia e l’Istituto Storico della Resistenza di Imperia».
Nel comunicato non vengono specificate le modalità in cui verranno eseguite queste ore di “riabilitazione”, che vengono tenute riservate dalla scuola. A quanto pare il gesto sarebbe avvenuto a margine di uno scambio di parole con una donna, forse a causa della calca all’interno del luogo di culto. A nulla è valso il tentativo del ragazzino di negare i propri addebiti: una telecamera aveva ripreso tutta la scena.
Non un’espulsione, dunque, come si era ipotizzato nei giorni scorsi, ma una sospensione durante la quale il sedicenne avrà modo di conoscere approfonditamente quanto accaduto nel periodo più buio della storia del Novecento, in modo che possa prendere coscienza sul grave atto commesso durante la visita al ghetto di Praga.