Imperia, protesta metalmeccanici: «Un anno senza contratto è inaccettabile»
I sindacati incontrano il presidente della Provincia, Claudio Scajola
Imperia. Quarta giornata di sciopero nazionale per i metalmeccanici, che questa mattina si sono riuniti in presidio davanti alla prefettura e alla provincia. La mobilitazione è stata indetta da Fiom-Cgil e Fim-Cisl per protestare contro lo stallo nella trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro Metalmeccanici Industria, scaduto ormai da giugno 2024.
«La trattativa per il rinnovo del contratto riguarda oltre un milione e seicentomila lavoratrici e lavoratori» ha sottolineato Simone Mara per la Fim-Cisl. «Parliamo di un settore strategico per l’economia italiana, che contribuisce da solo all’11% del PIL. Dopo nove incontri, Federmeccanica non ha ancora preso in considerazione la nostra piattaforma sindacale, approvata dal 98% dei lavoratori».
Le richieste sindacali includono un aumento salariale responsabile, una clausola di salvaguardia contro l’inflazione e una proposta di riduzione dell’orario settimanale a 35 ore. Un cambiamento, secondo Mara, «in linea con quanto già avviene nelle fabbriche più evolute d’Europa e necessario per migliorare la qualità della vita e la produttività».
«È passato un anno dalla scadenza del contratto e siamo ancora al punto di partenza» ha concluso.
Duro anche l’intervento di Paolo Marengo per la Fiom-Cgil: «Siamo al quarto sciopero in quattro mesi. Questo dimostra quanto la situazione sia grave. Abbiamo chiesto un aumento di 180 euro e ci hanno risposto con una proposta di 178. Ma il contratto dei metalmeccanici artigiani, siglato da poco, prevede aumenti di 217 euro. È inaccettabile che le industrie offrano meno degli artigiani. Chiediamo rispetto».
I sindacati hanno incontrato il presidente della provincia Claudio Scajola, al quale hanno consegnato un documento contenente le rivendicazioni alla base dello sciopero. Scajola ha espresso solidarietà ai manifestanti, auspicando che il Governo convochi al più presto tutte le parti sociali per riaprire il confronto. Secondo quanto appreso, si è detto disponibile a discutere delle istanze sindacali anche in una sede istituzionale come il consiglio provinciale.