Imperia. Niente antenna Iliad sulla collina: il tar dà ragione al comune

25 aprile 2025 | 08:40
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Imperia. Niente antenna Iliad sulla collina: il tar dà ragione al comune

Il sito individuato non rientrava tra quelli previsti dal «Regolamento Impianti»

Imperia. Il tar della Liguria ha respinto il ricorso presentato da Iliad Italia s.p.a., che chiedeva l’annullamento del diniego opposto dal comune di Imperia alla richiesta di installare una nuova stazione radio base per la telefonia mobile in strada comunale Pacialla.

La società di telecomunicazioni si era vista negare l’autorizzazione per motivi paesaggistici e urbanistici: secondo l’amministrazione comunale, infatti, il sito individuato non rientrava tra quelli previsti dal «Regolamento Impianti» approvato nel 2022 e la posizione, su un crinale tutelato, avrebbe impattato negativamente sulla percezione del paesaggio.

La vicenda risale a febbraio 2023, quando Iliad presentò la richiesta al Suap e ad Arpa Liguria, includendo anche la domanda di nulla osta paesaggistico per l’impianto alto 18 metri. Arpa aveva dato parere favorevole in merito alle emissioni elettromagnetiche, ma la Commissione locale per il paesaggio espresse invece parere negativo, giudicando l’intervento incompatibile con la tutela dell’area.

La società, dopo aver tentato di modificare il progetto proponendo mitigazioni come la mimetizzazione dell’antenna con un finto albero, ricevette comunque il diniego definitivo a settembre 2023. Di qui il ricorso al tar, con due principali motivazioni: l’illegittimità del divieto generalizzato fuori dai siti predefiniti e l’insufficienza della motivazione paesaggistica.

Ma il tar ha rigettato il ricorso, soffermandosi sul secondo punto, ritenendo legittimo il diniego basato sul contrasto con le prescrizioni del Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP), che vieta nuove edificazioni in aree come i crinali o quelle a elevata visibilità paesaggistica.

Nella sentenza si sottolinea come l’area individuata da Iliad sia effettivamente soggetta a vincoli di tutela e che l’inserimento dell’impianto avrebbe modificato «significativamente la percezione complessiva del contesto», ritenuto uno dei punti paesisticamente più delicati. Il giudice ha anche ricordato che le valutazioni paesaggistiche dell’ente competente sono sindacabili solo per irragionevolezza o illogicità, elementi che nel caso specifico non sono stati ravvisati. Iliad è stata condannata al pagamento delle spese di giudizio, pari a 4.000 euro.