Bomba sul Festival di Sanremo, Russolillo beffa tutti e registra il marchio “Festival della Musica Italiana”

Colpo di scena nella battaglia tra Comune e Rai. Il patron del Gruppo Eventi: «Atto a nostra tutela. Se Comune me lo chiede, ragioniamo»
Sanremo. La battaglia sui marchi legati al Festival di Sanremo, già rovente tra Comune e Rai, si complica con un clamoroso colpo di scena. Quando ancora si rincorrevano gli strascichi della sentenza del Tar Liguria, che ha imposto la messa a gara dei nomi storici di proprietà di Palazzo Bellevue, “Festival di Sanremo” e “Festival della Canzone Italiana”, Vincenzo Russolillo ha piazzato la sua mossa più audace: registrare per primo il marchio “Festival della Musica Italiana”. Il deposito risulta in itinere, ma intanto è arrivato prima di tutti e il marchio può iniziare potenzialmente a esser sfruttato.
L’imprenditore salernitano, a capo del Gruppo Eventi, da anni protagonista dietro le quinte sanremesi con l’evento “Tra palco e città” e fresco vincitore dell’appalto per la gestione del Palafiori per sei anni, ha anticipato tutti. L’11 marzo ha depositato la domanda di registrazione, mentre il Comune di Sanremo, convinto di essere in vantaggio, si sarebbe mosso soltanto un mese più tardi. E non si è limitato a questo: contestualmente ha registrato anche “Casa della Musica Italiana”, blindando così anche la sua creatura: Casa Sanremo.
Fino a poche ore fa, la sfida sembrava limitata a un braccio di ferro istituzionale tra Comune e Rai per la futura gestione della kermesse canora. Le manovre legali e le richieste di registrazione: tutto sembrava rientrare nello schema prevedibile di una battaglia per la sopravvivenza di un brand iconico. Ma con il blitz di Russolillo, il quadro si complica. Ora, oltre al Comune e alla Rai, sul campo c’è un privato che, da solo, si è assicurato una leva negoziale enorme. Dietro il gesto, Russolillo respinge ogni accusa di ostilità nei confronti delle istituzioni locali. In un’intervista esclusiva, spiega che la registrazione non è nata contro qualcuno, ma per tutelare il suo investimento e il futuro del progetto Palafiori. «Non è un atto contro il Comune di Sanremo», afferma senza esitazioni. «Abbiamo una concessione per il Palafiori per i prossimi sei anni, e la vita del nostro evento è legata esclusivamente a se Sanremo si fa o non si fa. Da imprenditore, devo pensare anche all’ipotesi che il Festival traslochi dalla Città dei fiori. Per questo abbiamo registrato “Casa della Musica Italiana” e anche “Festival della Musica Italiana”».
L’intenzione di Russolillo non sembra essere quella di dichiarare guerra aperta. Al contrario, si dice pronto a dialogare con chiunque, anche con la giunta del sindaco Alessandro Mager. «Se chiama il Comune, ci sediamo a tavolino e ragioniamo. Non si tratta di speculare, ma di proteggere quello che abbiamo costruito. Non vogliamo sostituirci alla Rai né al Comune di Sanremo. Vogliamo semplicemente essere certi di poter continuare a esistere, qualsiasi cosa accada», – conclude Russolillo -.