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Aurelia bis, il Comitato Garbella-Prino ricorre al Tar

11 aprile 2025 | 17:56
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Aurelia bis, il Comitato Garbella-Prino ricorre al Tar

Abitanti e proprietari di immobili chiedono la revisione del progetto

Imperia. Il Comitato Aurelia bis Garbella-Prino, rappresentato dall’avvocato Daniele Granara, ha presentato un ricorso al Tar della Liguria per la «verifica di ottemperanza alle condizioni ambientali e aggiornamento della valutazione di impatto ambientale» relativo alla variante per il progetto dell’Aurelia bis nel tratto compreso tra la foce del Torrente Prino fino alla connessione con il casello “Imperia Ovest” dell’Autostrada dei Fiori.

Tante le motivazioni che hanno portato il Comitato, costituitosi nel 2023 ed oggi composto da 170 persone (abitanti e proprietari di immobili della zona del Torrente Prino), a decidere di ricorrere alla vie legali contro gli enti che hanno approvato il progetto della variante.

Secondo il Comitato la realizzazione di quel tratto di Aurelia bis, infrastruttura necessaria per diminuire il traffico nel centro cittadino, dovrebbe seguire un altro percorso, sfruttando via Littardi. In questo modo si eviterebbe non solo il deprezzamento degli immobili che si trovano attualmente nei pressi del tracciato approvato in Regione, ma si diminuirebbero notevolmente i rischi ambientali legati all’opera.

Nel ricorso, infatti, oltre a ripercorrere la genesi che ha portato alla progettazione finale dell’Aurelia bis, i ricorrenti parlano del «rischio idrogeologico presente nell’area adiacente al Torrente Prino, che non consente alla zona individuata di sostenere la realizzazione dell’intervento previsto, con ulteriore grave pregiudizio per gli abitanti e proprietari del luogo». E ancora, si legge: «È inoltre previsto l’abbattimenti di numerosi immobili che interferiscono con il tracciato previsto per la nuova variante con inerente enorme pregiudizio per i proprietari e abitanti degli stessi o ivi esercenti le proprie attività». Infine, «I titolari di imprese e/o attività commerciali tutelano l’ulteriore preciso e qualificato interesse al valore ed alla produttività della propria attività, che subirebbe un gravissimo ed incalcolabile pregiudizio economico, derivante dalla realizzazione della imponente infrastruttura viaria per cui è ricorso».

Una variante, quella del tratto iniziale della strada, che secondo il Comitato, per come prefigurata nel tratto dal bivio di Poggi a seguire lungo via Ballestra «prevederebbe, senza logica e motivazione alcuna, il transito sulla sponda destra del torrente Prino, quando invece sarebbe possibile utilizzare e potenziare l’infrastruttura esistente, ossia via Littardi, senza alcuna ricaduta sulla viabilità ordinaria». «Il tracciato al momento previsto sulla sponda destra del torrente Prino – si legge ancora -Risulterebbe certamente più costoso rispetto ad un potenziamento dell’attuale via Littardi già in uso per il collegamento al vicino svincolo autostradale Imperia Ovest e caratterizzato da un flusso veicolare regolare mai congestionato; comporterebbe un maggiore impatto ambientale, dovendosi realizzare una importante rotonda all’intersezione tra l’attuale SS1 Aurelia al bivio di Poggi, una seconda importante rotonda a 500 metri circa più a monte, presumibilmente su rilevato in quota, nell’ordine dei 5-6 metri rispetto al piano campagna e alla via Ballestra, e quindi a seguire attraverso un ponte sopra i muri d’argine per collegare la sponda destra a quella sinistra del torrente Prino il tutto a stretto contatto con fabbricati ad uso di civile abitazione e attività turistico ricettive».

Non mancano i problemi «dal punto di vista della sicurezza, dal momento che verrebbe interessata via Ballestra nota per i diversi allagamenti derivanti da malfunzionamenti della stazione di sollevamento delle acque ruscellanti dal versante e intercettate nei pressi del muro d’argine in sponda destra».

Criticità, quelle elencate, che erano già state rilevate «nell’ambito della progettazione avviata nel 2012. Erano già state rappresentate anche dalle stesse Amministrazioni coinvolte: è sufficiente leggere i pareri espressi dal Comune in data 13 luglio 2012, dalla Regione Liguria con Decreto dirigenziale Ambiente n. 329 del 27 luglio 2012 e dalla Soprintendenza in data 4 marzo 2013, per trovare puntuale conferma di quanto denunciato dallo scrivente Comitato».