A Ospedaletti Bella Ciao non si canta ma si legge

Al divieto all’intonazione dell’amministrazione Cimiotti, il consigliere Goso risponde con dei manifesti del canto popolare
Ospedaletti. Il 25 aprile si avvicina e, come quasi da tradizione, la polemica su “Bella Ciao” torna a far parlare di sé a Ospedaletti. Quest’anno, a riaccendere i riflettori sulla questione è stata un’iniziativa personale e al tempo stesso pubblica del consigliere comunale di minoranza Alessandro Goso, farmacista e membro della lista civica Ospedaletti Insieme.
Nei giorni scorsi, Goso ha fatto affiggere in vari punti del paese dei manifesti con il testo integrale di Bella Ciao, corredati da una dedica al padre Giuseppe, nome di battaglia Titta, partigiano che combatté sui monti di Cairo Montenotte. Un gesto che, se da un lato è un omaggio personale, dall’altro rappresenta una sottile e ironica forma di protesta contro i diktat dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Daniele Cimiotti, la quale dal suo insediamento ha vietato l’esecuzione del canto popolare alle celebrazioni ufficiali della festa della Liberazione.
«Siccome sono anni che l’Amministrazione impone alla banda di non suonare Bella Ciao al 25 aprile e io rimango incredulo a ogni occasione, – spiega Goso – mi è venuta in mente questa iniziativa. Prima per ricordare mio padre e tutti i partigiani come lui, poi perché la storia insegna le cose alle giovani generazioni e non va mai oscurata. I diktat di questo tipo sono sbagliati al di là di come uno la può pensare, per il rispetto che si deve a chi ha speso la vita per la nostra libertà, qualunque fosse la sua idea politica».
La questione di Bella Ciao sgradita durante le celebrazioni del 25 aprile a Ospedaletti non è nuova. Già negli anni precedenti, l’amministrazione Cimiotti aveva imposto alla banda di non eseguire il brano, suscitando critiche da parte dell’opposizione e dell’Anpi, che aveva definito la decisione “offensiva e irrispettosa”. Con l’affissione dei manifesti, Goso ha voluto riportare l’attenzione su un canto che, al di là delle polemiche, è divenuto simbolo della Resistenza al nazi-fascismo. A Ospedaletti Bella Ciao forse non si potrà cantare, ma fortunatamente si può ancora leggere.