Ventimiglia, in centinaia al funerale di Luciano Codarri. Don Ferruccio: «Era un profeta»

Fondatore della Spes, ha fatto della sua vita una missione per far sentire la voce degli ultimi
Ventimiglia. «Un grande vuoto credo abbia raggiunto il cuore di ciascuno di noi alla notizia della morte di Luciano. Abbiamo perso una voce, abbiamo perso la voce di un profeta, abbiamo perso la voce di un uomo le cui opere parlano e restano». Lo ha detto don Ferruccio Bortolotto, parroco della chiesa di Sant’Agostino, a Ventimiglia, nella sua omelia al funerale di Luciano Codarri, 82 anni.
Una vita intensa, quella di Luciano, vissuta a fianco degli ultimi. Nato a Caronno Pertusella in Lombardia, sacerdote del pontificio istituto per le missioni intensiva Bangladesh. Prete operaio a Monaco, dal 1975 è rimasto a Ventimiglia, dove ha diretto la camera del lavoro. Il suo impegno sindacale nella CGIL è stato caratterizzato da una forte attenzione per gli ultimi: coordinamento immigrati, lotta per i diritti delle persone disabili e per le famiglie più povere. Nel 1996 ha fondato la Spes, dedicando ai diritti dei disabili la sua vita sino agli ultimi anni, quando ai progetti di inclusione sociale e lavorativa della Spes ha associato un grande impegno per l’infanzia fragile e i paesi martoriati dalle guerre nel Sud del Mondo.
Centinaia di persone, tra cui i suoi ragazzi, hanno preso parte alle esequie. A ricordarlo, non senza commozione, è stato proprio don Ferruccio, che lo aveva conosciuto quando ancora era parroco a Perinaldo: «L’abbiamo sentito nella pagina del Vangelo: “tutto quello che avete fatto ad uno solo di questi più piccoli l’avete fatto a me”. Questo riassume tutta la vita di Luciano. A quanti piccoli, a quanti ultimi, ha dato voce, Luciano», ha detto il sacerdote.
«Tutto quello che ha fatto parlava di speranza – ha aggiunto -. Il nome che ha dato alla sua opera principale (Spes) non è qualcosa di esteriore, era la speranza che poteva dare a quei ragazzi, e soprattutto era quel brillio nei suoi occhi pensando alla nuova speranza che poteva dare alle famiglie di quei ragazzi. Luciano era un uomo pragmatico, pratico. È stato capace di costruire un sistema di prossimità, è stato capace di realizzare quello che Gesù ci dice di fare. Era anche un uomo graffiante. In uno degli ultimi incontri, mi ha detto “penso che tu sia un eretico. Gli eretici sono convinti di essere ortodossi. Però questo mi permette di stimarla molto”. E’ un complimento che accetto ben volentieri da Luciano».
«È importante ricordare di Luciano il suo desiderio di dialogo – ha affermato don Ferruccio -. Sempre qualche anno fa, durante un incontro, mi ha detto di come sentisse la mancanza di un luogo in cui le idee diverse potessero incontrarsi, amalgamarsi. Credo che la sua iniziativa di creare “Scuola di Pace” avesse proprio questo scopo: creare un luogo dove si potesse cercare insieme quella verità che rimane una e unica oltre le tante opinioni». «Era entusiasta del magistero di Papa Francesco – ha concluso il parroco – E credo che abbia trovato nel nostro Papa una corrispondenza. Penso sia importante per ciascuno di noi oggi custodire questa consegna che Luciano ci dà: ci spinge a fare un passo in avanti per essere migliori, lì dove siamo».
Al funerale, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, era presente il vice sindaco Marco Agosta. Presenti anche l’ex sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino e l’ex sindaco e attuale consigliere regionale Enrico Ioculano. Anche Taki Hassan, presidente della comunità musulmana intemelia, ha partecipato alle esequie di un uomo che ha fatto tanto per l’integrazione.