Rivieracqua: madre con due bambini senza acqua, sigilli senza preavviso

8 marzo 2025 | 09:02
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Rivieracqua: madre con due bambini senza acqua, sigilli senza preavviso

La riattivazione sarebbe stata possibile solo previo pagamento immediato di oltre 500 euro sebbenne il debito effettivo fose cira la metà

Imperia. Una famiglia della provincia di Imperia si è ritrovata improvvisamente senza fornitura idrica a causa di una sospensione da parte di Rivieracqua S.p.A., avvenuta senza alcun preavviso e senza possibilità di rateizzazione del debito accumulato. Una decisione che ha lasciato una madre e i suoi due figli piccoli in una situazione di forte disagio, aggravata dall’impossibilità di ottenere risposte immediate dal gestore del servizio.

La mattina del 5 marzo, la cittadina si è accorta dell’interruzione dell’acqua e della presenza dei sigilli sul contatore. Nessuna comunicazione preventiva era stata ricevuta e, nonostante i tentativi di contattare Rivieracqua attraverso i numeri ufficiali, ha trovato solo centralini automatici che non consentivano il contatto con un operatore.

L’unica soluzione è stata recarsi fisicamente presso la sede della società in Valle Armea, dove si è sentita rispondere che la riattivazione sarebbe stata possibile solo previo pagamento immediato di oltre 500 euro, cifra comprensiva di fatture risalenti fino al 2021, sebbene il debito effettivo fosse inferiore alla metà.  Inoltre la signora aveva richiesto nell’agosto 2023 le bollette non ricevute, chiedendo e provvedendo in seguito al saldo delle stesse. La richiesta di una rateizzazione è stata respinta con la motivazione che, a sigilli già apposti, l’unica opzione fosse il saldo totale entro le 16 dello stesso giorno, pena il prolungamento dell’interruzione.

Alla richiesta di spiegazioni sulla mancata comunicazione della sospensione, la donnasi è vista mostrare una ricevuta firmata nell’ottobre 2024, ma relativa a un’utenza diversa da quella oggetto della chiusura. Una circostanza che ha sollevato ulteriori dubbi sulla gestione della pratica e sulla trasparenza della procedura adottata.

Di fronte alla mancanza di alternative, la famiglia si è trovata costretta a fare i conti con una situazione critica, particolarmente grave considerando la presenza di minori. Per tutelare i propri diritti, la signora ha deciso di rivolgersi all’avvocato Enrico Panero e ad ARERA, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, segnalando il comportamento del gestore e chiedendo un intervento sulla questione.

Il caso riaccende il dibattito sulla gestione del servizio idrico e sulle tutele per gli utenti in difficoltà, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori garanzie prima di procedere con provvedimenti così drastici.