Porto vecchio, il nodo delle opere a terra resta aperto

La giunta Mager auspica un ritorno al progetto originario, con i “baretti” sparsi per preservare la vista mare
Sanremo. Il confronto tra il gruppo Reuben Brothers e l’amministrazione comunale sulla revisione del progetto di riqualificazione del Porto vecchio ha posto l’attenzione sul nuovo layout dello specchio acqueo, ma ha lasciato in sospeso un tema altrettanto cruciale: quello delle opere a terra.
Nonostante si sia ribadito che l’avvio del cantiere partirà proprio a terra – una scelta necessaria, dettata anche dal precedente “travagliato” della realizzazione di Portosole –, durante la presentazione in Comune non è stata affrontata la questione. Solo in chiusura di incontro alcuni consiglieri hanno tentato di sollevare l’argomento, senza però ottenere risposte approfondite.
L’ultimo progetto rivisto dall’archistar Michele De Lucchi e risultato aggiudicatario del project financing da oltre 70 milioni di euro in investimenti, aveva radicalmente rivisto l’impostazione originaria dello studio sanremese Calvi-Ceschia-Viganò. Una delle principali modifiche riguardava la disposizione dei ristoranti della marina – definiti impropriamente “baretti” – che venivano riposizionati in un unico blocco parallelo alla pista ciclabile, mantenendo l’allineamento con l’antico tracciato ferroviario.
Una scelta dettata non solo da ragioni architettoniche, ma da una prescrizione inoppugnabile imposta dall’allora Soprintendente, il quale aveva richiesto la tutela dell’ex sedime ferroviario. Una previsione, però, che, anche per effetto del cambio avvenuto ai vertici delle Belle arti, potrebbe essere rimessa in discussione.
Secondo quanto trapela dagli ambienti comunali, l’amministrazione Mager auspicherebbe un ritorno all’idea iniziale, ovvero una disposizione dei locali e il trasferimento della ciclabile, che contribuiscano allo sviluppo di una vera e propria piazza sul mare, garantendo una visuale aperta sull’acqua anche da piazza Bresca. Una scelta che valorizzerebbe l’operazione del tunnel di via Nino Bixio, pensato per consentire la pedonalizzazione del tratto che collega piazza Bresca al fronte mare.
Se sulle opere a terra il confronto è ancora aperto, sulla realizzazione del tunnel di via Bixio la giunta Mager sembra avere le idee chiare: è un’opera imprescindibile per il successo dell’intervento complessivo e la salvaguardia dell’iter avviato. Ciononostante, l’Amministrazione accoglierebbe favorevolmente una modifica progettuale per ridurne l’impatto, partendo dall’innalzamento della quota di scavo. Questa soluzione comporterebbe un sacrificio: il tunnel potrebbe non essere più accessibile ai mezzi pesanti, ma il vantaggio sarebbe una riduzione dell’impatto visivo e della pendenza in entrata e uscita, in particolare nel punto di riallaccio con l’imbocco del sottopasso Croce Rossa.
La questione delle opere a terra sarà certamente uno dei temi centrali della conferenza dei servizi, che la giunta Mager intende avviare una volta concluso il ciclo di incontri con gli operatori del porto. Resta da capire se il gruppo Reuben Brothers sarà disposto a rimettere mano a un progetto già approvato (e modificato più volte), oppure se il Comune dovrà accettare un compromesso.
I tempi. Oltre alle questioni progettuali ancora aperte, il tema dei tempi di realizzazione rischia di diventare un fattore da attenzionare. Il cronoprogramma depositato a Palazzo Bellevue e allegato al progetto aggiudicatario prevedeva un iter serrato, con la prima fase dei lavori fissata per agosto 2025. Le modifiche richieste dalla giunta Mager – per la revisione degli spazi interni allo specchio acqueo – impongono un aggiornamento del cronoprogramma, con uno slittamento già stimato di almeno sei mesi.
Se si considera inoltre il tempo necessario per l’istruttoria e la conclusione della conferenza dei servizi, che ora dovrà affrontare anche il nodo della disposizione dei ristoranti e della viabilità pedonale, il rischio concreto è che l’intero intervento subisca un ritardo complessivo di almeno un anno. Questo significa che la messa in sicurezza del molo sud potrebbe partire non prima del 2026, con conseguente posticipo dell’ampliamento di piazzale Vesco e del dragaggio, la cui conclusione inizialmente prevista per il 2028 potrebbe slittare al 2029. A cascata, anche la fase due – comprendente il tunnel di via Bixio, la sistemazione delle strutture e gli impianti – subirebbe un rinvio, con la consegna ai concessionari che potrebbe non avvenire prima del 2030.