Nuova ala est dell’aeroporto di Genova, a realizzarla è stato un architetto ventimigliese

Alex Riolfo, una carriera tra Europa, Asia e Africa. Unico rammarico: essere stato “scartato” per la realizzazione della nuova passerella di Ventimiglia
Ventimiglia. Parla anche un po’ ventimigliese la nuova ala est dell’Aeroporto Cristoforo Colombo di Genova, inaugurata oggi, che ha permesso l’ampliamento dello scalo aero di 5.500 metri quadrati con nuove aree commerciali e lounge panoramica.
A progettare la nuova ala, è stata infatti la società AREA Engineering Srl, che fa capo all’architetto di Ventimiglia Alex Riolfo. E non è tutto: per realizzare il progetto sono stati fondamentali alcuni dei brevetti detenuti da un’altra società amministrata da Riolfo: la BESD Technology Srl.
Una carriera brillante, quella di Riolfo, che dopo aver conseguito, nel 2002, la laurea in Architettura all’università di Genova, è rimasto qualche anno nell’ateneo in veste di collaboratore, per poi vincere un dottorato di ricerca in “tecnologia del recupero edilizio ed ambientale” e lavorare ufficialmente nella facoltà genovese. Un percorso di studio-lavoro che lo ha portato poi a decidere di spiccare il volo, accettando un primo incarico a Settimo Torinese, come direttore tecnico di una “Esko” impegnata nello sviluppo di progetti innovativi sull’energia rinnovabile.
Ma è solo l’inizio. «Ho fatto poi parte di un team di progettisti italiani, scelto per occuparsi dell’aspetto tecnologico ed ecosostenibile di una nuova eco-city in Cina – spiega Riolfo – Qui ho lavorato alcuni anni». E’ tornano a casa, dopo questa esperienza, che l’architetto decide di aprire una propria società: AREA Engineering Srl e con questa inizia a lavorare in Italia e all’estero. «Sono stato quasi tre anni in Africa – racconta – tra Senegal, Mali e Ghana. Nel frattempo ho sviluppato una serie di brevetti per realizzare quella che era la mia idea di architettura e di edilizia». Quale? «Oggi viviamo all’interno di edifici che hanno un contenuto e un valore tecnologico bassissimo rispetto a quelli di una qualunque utilitaria che usiamo per spostarci tutti i giorni – afferma – Eppure per molti, per moltissimi, quell’edificio è un mutuo che grava per tutta la vita o quasi. Dunque, se non consideriamo gli edifici storici, che hanno valore di per sé, il valore reale degli “organismi edilizi” che abbiamo è veramente basso. Per cui la mia idea, che è stata anche di altri, è stata quella di provare a sviluppare una tecnologia che partisse non dall’impresa ma dall’ingegneria, dall’architettura e che potesse spostare ed eliminare i problemi tipici di un edificio e della realizzazione di un edificio: ad esempio la qualità medio bassa; quasi nessun controllo dell’effettiva esecuzione dell’edificio in cantiere; i tempi mai certi, spesso doppi o tripli rispetto al cronoprogramma iniziale; i costi che lievitano e non si sa mai come gestirli, e altro ancora».
E’ così che nasce la startup innovativa BESD Technology Srl. Dal 2013 al 2018, l’architetto Riolfo mette a punto una serie di sistemi costruttivi che chiama “sistema B.E.S.D.” (Building Energy System Dry). «Si tratta di una struttura portante solai e pareti, ma che una volta posti in opera, anche se progettati fuori dal cantiere, divengono un’unica struttura estremamente leggera, antisismica, ad altissima qualità – spiega – Ma soprattutto non si tratta di un prefabbricato classico, perché è un pre-costruito su misura: ovvero individua le caratteristiche di quel progetto e viene prodotto per quel progetto. Elimina i limiti del prefabbricato, con tutti i vantaggi che possiamo immaginare: certezza dei costi, dei tempi e delle prestazioni certificate sia in termini di resistenza al sisma, sia in termini di risparmio energetico piuttosto che di flessibilità».
Ed è proprio grazie a questa innovazione tecnologica, che nel 2022 la società di ingegneria di Riolfo viene scelta per redigere il progetto esecutivo e poi costruttivo della variante della nuova ala est dell’aeroporto di Genova. «Siamo stati ingaggiati con le due società per rivedere il progetto dell’epoca, per fare una variante del progetto originale in chiave precostruzione con tecnologie innovative. L’idea ha funzionato: in un mese e dieci giorni è stato rivisto, fornito, depositato e approvato il progetto dagli organi dell’aeroporto competenti per l’approvazione». Un successo, insomma. «A quel punto – aggiunge – Si è dato il via ad una serie di attività e Besd Tecnology ha fornito le concessioni per il brevetto, da una parte, e dall’altra ha realizzato in proprio alcune parti come le pareti e i frangisole, che sono un disegno brevettato per l’aeroporto di Genova».
Un obiettivo raggiunto, ma di certo non semplice. «La sfida – spiega – E’ stata riuscire a codificare un progetto ormai blindato dal punto di vista morfologico, trasformandolo da una tecnologia tradizionale ad una estremamente leggera e pre-costruita, mantenendo o addirittura migliorando le prestazioni che erano previste a capitolato». Alcuni dati: «Si è parlato di dover montare circa 1 milione e 300mila chilogrammi di ferro, quasi 500mila tra viti e bulloni; 750mila fori tutti verificati e realizzati con il controllo da remoto dei computer, che davano l’input ai macchinari per produrre le travi forate in un determinato modo». E ancora: «I solai venivano portati in verticale: ne trasportavamo quasi 300 metri quadri per camion, qualcosa di impensabile per qualsiasi altra tecnologia – conclude l’architetto Riolfo -. E dopo l’aver realizzato tutto questo, il solaio che in origine era alto circa 45 centimetri, è diventato alto 16 con portate tipiche, per rendere l’idea, di un parcheggio di camion».
Ma la nuova ala del Colombo non è l’unico progetto ambizioso di Riolfo. Ora con le sue società è impegnato nella costruzione di un ponte a Firenze, nella realizzazione del terminal crociere della Royal Caribbean a Ravenna e pure nella costruzione del centro sviluppo materiali per RINA Consulting nel polo tecnologico dell’Università degli Studi Roma Tre.
Eppure, come dice (bene) il proverbio: nemo propheta in patria. E se c’è un rammarico, nella sua carriera, per l’architetto Riolfo è quello di non aver realizzato il progetto per la costruzione della nuova passerella sul fiume Roja, dopo che la Squarciafichi, nell’ottobre del 2020, è stata distrutta dal passaggio della tempesta Alex.
«Noi avevamo già un progetto, un’idea sviluppabile – spiega l’architetto – Tra progettazione e fornitura con non più di 900mila euro avremmo potuto realizzare tutta la parte infrastrutturale e l’impalcato, con un sistema innovativo come questo, fornendo praticamente un kit “chiavi in mano”. Ci siamo candidati ma, all’epoca, non siamo stati selezionati per andare avanti a fare l’offerta. Così ci siamo fermati. Però, nella vita non si può mai dire. Magari riuscirò a fare qualcosa anche nella mia città».