L’ex Sati ai fratelli Arimondo, un ritorno sulla piazza della Foce?



Dopo il fallimento del progetto per un nuovo supermercato in corso Marconi, il gruppo della grande distribuzione ha fatto suo l’ex deposito delle corriere
Sanremo. La cordata di investitori che ha rilevato all’asta l’intero lotto del fallimento della ditta Negro Fratelli di Taggia ha ora un volto noto: tra gli aggiudicatari figura una società dei fratelli Arimondo, imprenditori originari di San Bartolomeo al Mare e proprietari dell’omonimo gruppo attivo nella grande distribuzione con oltre 30 supermercati tra Eurospin e Pam, dall’estremo Ponente fino a Genova.
Gli Arimondo hanno partecipato all’acquisto con un’offerta direttamente collegata all’acquisizione di due immobili chiave del lotto aggiudicato: l’ex area Sati di Sanremo e la Villa Stern, sempre nella Città dei fiori. Il valore di aggiudicazione per questi due beni si aggira intorno ai 2 milioni di euro, una cifra decisamente favorevole considerando che in passato l’ex Sati aveva attirato offerte superiori del doppio di questo importo. L’asta pubblica, svoltasi nei giorni scorsi, ha visto un’unica offerta per l’intero compendio appartenenti al fallimento Negro Fratelli, comprendente immobili distribuiti tra Sanremo, Taggia, Riva Ligure, Cervo, San Bartolomeo al Mare, San Lorenzo al Mare e Limone Piemonte. Il gruppo di investitori, tra cui figurano gli Arimondo, si è aggiudicato il pacchetto al prezzo base di 4.311.768 euro, pari all’offerta irrevocabile e cauzionata pervenuta ai liquidatori lo scorso 21 novembre 2024. Nessun altro rilancio è stato presentato, nonostante le attese per una maggiore competizione su alcuni dei beni più appetibili.
Il futuro dell’ex area Sati è ora un punto interrogativo. La presenza degli Arimondo tra gli acquirenti potrebbe rappresentare un ritorno strategico sulla piazza della Foce, un quartiere dove Coop Liguria ha consolidato la sua leadership nel settore della grande distribuzione e dove, solo due anni fa, proprio un progetto firmato Arimondo era stato bloccato dalla giustizia amministrativa. Era infatti il 2022 quando il Consiglio di Stato annullava il permesso di costruire rilasciato alla società La Brezza srl (parte del gruppo Arimondo), per la realizzazione di un nuovo supermercato in corso Marconi, a ridosso della sede di Grandi Auto. La sentenza accolse il ricorso presentato da Coop Liguria, che contestava una deroga al vincolo cimiteriale concessa dal Comune per il nuovo punto vendita. Il cantiere, fermo da quasi due anni, fu oggetto di un successivo tentativo di conciliazione tra la proprietà e l’amministrazione comunale, che individuò come unica strada per salvare l’operazione la remissione in pristino: demolire quanto costruito e ripartire con una nuova istanza di ristrutturazione edilizia. Una procedura complessa e tutt’altro che rapida, che ha di fatto congelato il progetto.
L’assegnazione dell’ex area Sati rappresenta anche un’opportunità per la giunta Mager, che ora potrà ridiscutere il progetto di riqualificazione con i nuovi proprietari, valutando possibili modifiche rispetto al piano già avanzato dalla curatela Negro. Un aspetto centrale sarà la revisione degli interventi a scomputo degli oneri urbanistici, che in passato prevedevano opere pubbliche di rilevanza per il quartiere Foce. Tra queste, spiccava la creazione di una piazza-sagrato antistante la Chiesa di San Rocco, pensata per offrire finalmente uno spazio di aggregazione in una zona densamente abitata ma storicamente priva di una vera area pedonale. L’accordo con la nuova proprietà potrebbe ridefinire le tempistiche e i dettagli dell’intervento, con l’obiettivo di garantire che la riqualificazione dell’ex Sati non sia solo un’operazione immobiliare, ma anche un’occasione di miglioramento per l’intero quartiere.
Ora, si apre un nuovo scenario. Il piano di riqualificazione già approvato dal municipio per l’area prevede la realizzazione di spazi commerciali al pian terreno e alloggi residenziali nei piani superiori. In questo contesto, gli Arimondo potrebbero decidere di recuperare il progetto naufragato in corso Marconi, adattandolo agli spazi dell’ex deposito Sati, per non rinunciare alla presenza commerciale nella Foce. Non è da escludere, tuttavia, un’altra possibilità: che il gruppo imprenditoriale apra un canale di dialogo con Coop Liguria, magari per un’operazione congiunta sulla futura destinazione dell’area. Dopo la battaglia legale di corso Marconi, gli Arimondo potrebbero optare per una soluzione più diplomatica e vantaggiosa per entrambe le parti. D’altronde, come diceva Cesare: “Se non puoi batterli, fatteli amici”.