Il libro dei sogni di Riviera Trasporti, dalle body cam all’Internal Academy per formare gli autisti

Il nuovo piano industriale prevede il rilancio del servizio con misure attese da decenni e la razionalizzazione delle linee
Imperia. Dopo anni di difficoltà finanziarie e un lungo percorso di risanamento, è stato annunciato il nuovo piano industriale 2025-2029 della Riviera Trasporti. Un traguardo quasi raggiunto, che ora attende il visto dell’Autorità nazionale e la successiva approvazione dell’affidamento diretto del servizio da parte del consiglio provinciale alla sua società partecipata. Un piano ambizioso quello annunciato dal presidente della Provincia Claudio Scajola, sostenuto da un incremento dei fondi pubblici e da misure per contrastare l’evasione tariffaria, ma che solleva interrogativi sulla sua reale fattibilità.
Scajola ha parlato di una svolta per il trasporto pubblico locale, sottolineando che il piano consentirà di garantire un servizio più adeguato, evitando l’ipotesi più temuta: una gara aperta ai privati, come accaduto per il servizio idrico integrato. Sulla carta, il piano promette investimenti e miglioramenti, ma resta da capire se potrà davvero trasformarsi in una realtà concreta o se rischia di rimanere un “libro dei sogni”, destinato a scontrarsi con difficoltà operative e vincoli finanziari. Dopo anni di crisi, la sfida per Rt sarà dimostrare che il rilancio non è solo una dichiarazione di intenti, ma un obiettivo raggiungibile.
Leggendo le 212 pagine di cui si compone il piano integrale, uno degli elementi chiave che spicca è l’incremento delle risorse pubbliche dedicate al settore, con un aumento di circa 2 milioni di euro annui. Questo, unito a una razionalizzazione delle linee urbane e interurbane, dovrebbe consentire un miglioramento del servizio senza aggravare il deficit aziendale. Riviera Trasporti prevede inoltre di riorganizzare la propria struttura operativa, riducendo le sovrapposizioni delle corse e ottimizzando i costi di gestione. Il piano include anche la revisione delle tariffe e l’introduzione di strategie per contrastare l’evasione tariffaria, che ha inciso negativamente sui ricavi negli ultimi anni. La sostenibilità finanziaria del progetto si basa su un costo standard di esercizio che Rt stima inferiore di oltre il 5% rispetto alla media del settore, attestandosi tra i 3,53 e i 3,82 euro per chilometro percorso.
Sul fronte patrimoniale, il piano si inserisce nel contesto del concordato preventivo approvato dal tribunale di Imperia, che ha permesso la riduzione dei debiti e la ricapitalizzazione della società. Gli interventi previsti dovrebbero portare il patrimonio netto di Rt a superare i 9,5 milioni di euro entro il 2029, con un Ebitda annuo medio di circa 2,9 milioni di euro. Tra le sfide principali individuate dal piano ci sono la necessità di un rinnovo della flotta, il miglioramento delle condizioni contrattuali del personale e l’incremento del contributo dei comuni per garantire un servizio efficiente. Inoltre, si prevede un maggiore coinvolgimento del settore privato attraverso il subaffidamento di una quota del servizio, in linea con le normative europee.
L’origine della crisi. Riviera Trasporti ha vissuto negli ultimi anni una crisi finanziaria profonda, culminata nell’ammissione alla procedura di concordato preventivo. Le cause della crisi sono molteplici e si intrecciano con dinamiche settoriali e specifiche dell’azienda. Uno dei fattori principali è stato il progressivo sottofinanziamento del trasporto pubblico locale. Stando ai dati contenuti nel piano industriale, il fondo destinato alla Provincia di Imperia è stato ridotto di circa 2 milioni di euro a partire dal 2013, con un impatto significativo sui bilanci dell’azienda. A ciò si aggiunge la rigidità della struttura dei costi, non compensata dai ricavi da traffico, che storicamente coprivano il 70% dei costi di esercizio nel 1960, mentre oggi, anche a seguito della crisi pandemica, faticano a raggiungere il 35%, soglia minima stabilita a livello normativo.
Un’altra problematica strutturale è stata l’assenza di adeguamenti tariffari indicizzati all’inflazione. Il corrispettivo per chilometro riconosciuto a Riviera Trasporti è rimasto fermo a 2 euro dal 2002, nonostante il costo standard del servizio stimato secondo parametri regionali e nazionali sia di 2,85 euro per chilometro. Questo disallineamento ha generato un deficit di risorse progressivo. La situazione finanziaria dell’azienda è andata deteriorandosi nel tempo. I debiti operativi e finanziari sono cresciuti in modo esponenziale tra il 2005 e il 2015, per poi subire una parziale riduzione grazie a misure di contenimento dei costi, tra cui incentivi all’esodo del personale. Gli effetti negativi della pandemia hanno aggravato ulteriormente il bilancio aziendale, portando Riviera Trasporti a un deficit patrimoniale di quasi 4 milioni di euro alla fine del 2020.
Per evitare il fallimento, la società ha avviato nel 2021 una procedura di concordato preventivo in continuità aziendale, approvata dal tribunale di Imperia nell’agosto 2023. Il piano di risanamento si basa su quattro interventi chiave: la cessione di asset immobiliari non strategici, tra cui il deposito di San Martino a Sanremo (avvenuta per oltre 11 milioni al gruppo Dimar), la ricontrattazione dei mutui ipotecari con ex Banca Carige, il pagamento graduale dei creditori secondo le priorità stabilite dal concordato e una riorganizzazione aziendale volta a garantire la sostenibilità economica del servizio.
Le tariffe. Il nuovo piano industriale 2025-2029 di Riviera Trasporti prevede una revisione del sistema tariffario per il trasporto pubblico locale con l’obiettivo di fidelizzare l’utenza e migliorare la sostenibilità economica della società. Tra le principali misure in discussione c’è la possibile rimodulazione degli abbonamenti mensili e annuali per gli studenti e l’introduzione di formule stagionali dedicate ai turisti. Il piano prevede anche agevolazioni selettive per alcune fasce sociali, come over 65 e under 14, oltre a tariffe ridotte nelle fasce orarie meno affollate, indicativamente tra le 9 e le 12 e tra le 15 e le 17.
Parallelamente, si sta valutando un possibile aumento del prezzo del biglietto ordinario per incentivare l’acquisto di abbonamenti, ritenuti fondamentali per garantire entrate stabili. Il piano industriale sottolinea inoltre la necessità di contrastare il fenomeno dell’evasione tariffaria, che, secondo alcune stime, coinvolge tra il 20% e il 25% dei passeggeri. L’azienda punta a riportare il tasso di evasione a un livello più sostenibile, intorno all’8-9%, attraverso un rafforzamento dei controlli e l’introduzione del sistema di bigliettazione elettronica regionale con tecnologia di check-in e check-out. Inoltre, si ipotizza l’introduzione di un sistema di geolocalizzazione della flotta, che permetterà agli utenti di ricevere informazioni in tempo reale sugli orari e le eventuali variazioni del servizio tramite un’app dedicata e nuove paline intelligenti alle fermate.
Il personale. La Riviera Trasporti sta affrontando una seria difficoltà nella gestione del servizio di trasporto pubblico locale dovuta principalmente alla carenza di personale, in particolare di autisti. Il nuovo Piano Industriale 2025-2029 evidenzia come la mancanza di conducenti rappresenti una delle principali criticità che influenzano la regolarità e la qualità del servizio. Questo problema, condiviso da molte aziende del settore, è aggravato dalla difficoltà di reperire nuove figure professionali con le qualifiche necessarie.
Nonostante la stabilità economico-finanziaria raggiunta dalla società, il deficit di personale di guida rende difficile garantire un servizio efficiente e regolare. Per far fronte a questa emergenza, Rt intende mettere in atto una serie di misure volte a migliorare la gestione delle risorse umane. Tra queste, una riorganizzazione del servizio con razionalizzazione delle linee e rimodulazione degli orari per ridurre al minimo le corse perse e migliorare la regolarità del trasporto. L’azienda partecipata dalla Provincia sta anche valutando l’attivazione di un piano di assunzioni che includa l’avvio di una “Internal Academy” per formare nuovi autisti. Questo modello prevede che la società si faccia carico dei costi della formazione necessaria per l’ottenimento della Carta di Qualificazione del Conducente (CQC), un requisito obbligatorio per la guida dei mezzi pubblici. Tale iniziativa è considerata essenziale per superare le difficoltà di reperimento di personale già qualificato sul mercato.
Un altro ostacolo al potenziamento dell’organico riguarda le condizioni contrattuali applicate al personale. Il piano industriale evidenzia come la disdetta della contrattazione di secondo livello, avvenuta nel 2014, abbia portato a una serie di ricorsi legali che hanno ridotto i benefici economici attesi e reso più teso il clima aziendale. La nuova direzione di Rt ritiene quindi inopportuno intervenire nuovamente su questo fronte, preferendo concentrarsi sul miglioramento della produttività attraverso la formazione e il reclutamento di nuovo personale. L’obiettivo, come delineato nel piano 2025-2029, è garantire un livello di occupazione sufficiente per mantenere la qualità del servizio di trasporto pubblico locale, evitando il rischio di ulteriori tagli alle corse. Tuttavia, la strada per risolvere il problema della carenza di autisti rimane complessa e richiede il supporto di istituzioni locali e regionali per incentivare l’accesso alla professione.
Verso il miglioramento del servizio. Il piano industriale punta a un significativo miglioramento del servizio di trasporto pubblico locale attraverso una serie di strategie e investimenti mirati. Uno degli aspetti chiave del progetto riguarda il potenziamento dell’integrazione modale, con l’obiettivo di collegare in maniera più efficiente il servizio su gomma con quello ferroviario. A tal fine, si prevede la creazione di un hub di trasporto pubblico presso la stazione ferroviaria di Imperia e il miglioramento dell’accessibilità delle principali stazioni ferroviarie del Ponente ligure, tra cui quella di Andora e di Ventimiglia, quest’ultima destinata a diventare un nodo di interconnessione transfrontaliera con la Francia.
Parallelamente, il piano prevede l’adozione di un sistema di bigliettazione elettronica che, oltre a semplificare l’acquisto dei titoli di viaggio, consentirà di monitorare in tempo reale il numero di passeggeri, i flussi di traffico e i tempi di percorrenza. Questo sistema sarà integrato con l’installazione di paline intelligenti alle fermate e con un’app mobile dedicata, sul modello di quella già in uso presso Amt Genova. Dal punto di vista dell’efficienza economica, la società prevede di razionalizzare le linee, eliminando alcune sovrapposizioni tra percorsi urbani e interurbani e ottimizzando i turni di servizio. Inoltre, sarà implementato un sistema di trasporto a chiamata in alcune aree a domanda debole, con l’obiettivo di ridurre i costi operativi e offrire un servizio più flessibile. Un ulteriore passo sarà l’esternalizzazione parziale del servizio, con un affidamento del 10% delle corse a operatori privati, in conformità con la normativa europea sull’affidamento in house.
Il miglioramento del servizio passerà anche attraverso il rinnovo della flotta, con l’introduzione di autobus elettrici e a basso impatto ambientale. L’azienda ha già previsto l’acquisto di 20 nuovi autobus elettrici e l’infrastrutturazione necessaria per la ricarica, con un investimento che rientra nei fondi stanziati da Regione Liguria per la transizione energetica del trasporto pubblico locale. Infine, il piano prevede il rafforzamento della sicurezza a bordo dei mezzi e nelle fermate, con l’installazione di sistemi di videosorveglianza e bodycam per il personale addetto al controllo dei titoli di viaggio. Inoltre, sarà condotta un’indagine di customer satisfaction per raccogliere feedback dall’utenza e individuare ulteriori margini di miglioramento.
Rinnovo della flotta e nuovi depositi. La transizione energetica del trasporto pubblico locale sarà guidata dall’acquisto di 17 nuovi autobus, di cui 11 elettrici e 6 a gasolio Euro 6. L’azienda prevede inoltre l’acquisizione di altri 20 autobus elettrici con ricarica tradizionale, finanziati attraverso il piano quadriennale 2025-2028 della Regione Liguria. Un ulteriore passo avanti è rappresentato dal progetto per la gestione full-electric della linea costiera da Andora a Ventimiglia, che prevede l’acquisto di 40 autobus con ricarica rapida, per un investimento complessivo di circa 50 milioni di euro.
Oltre al rinnovo della flotta, si procede alla riorganizzazione dei depositi aziendali. Con la vendita dei depositi di Sanremo e Ventimiglia, Riviera Trasporti ha avviato il processo per individuare nuove sedi. Per Ventimiglia, è stato individuato un nuovo sito con un investimento di circa 100 mila0 euro, finanziato con un contributo straordinario della Provincia di Imperia. Per Sanremo, la soluzione individuata è la Valle Armea, con un investimento previsto di 1 milione di euro distribuito sulle annualità 2026-2027 e cofinanziato per 400 mila euro con fondi Psnms.
Le criticità. Oltre agli aspetti già analizzati, emergono alcune altre questioni rilevanti nel piano industriale 2025-2029 di Rt. Il documento evidenzia la necessità di ridurre le sovrapposizioni tra le linee esistenti, in particolare nel servizio urbano di Imperia e Sanremo. Tra le ipotesi di razionalizzazione figura la soppressione della linea “Villa Helios-La Brezza” a Sanremo e l’unificazione di alcune tratte nel capoluogo provinciale, interventi che permetterebbero di ridurre la produzione chilometrica annua di circa 200 mila bus-km.
Altro elemento di attenzione è il rischio finanziario. Il piano riconosce la vulnerabilità dell’azienda a ritardi nell’erogazione dei contributi pubblici e alle fluttuazioni del costo del carburante, fattori che potrebbero incidere sull’equilibrio economico-finanziario del servizio. La mancata o tardiva erogazione dei fondi regionali per gli investimenti, ad esempio, è considerata una delle principali minacce per la stabilità di Rt. Infine, il piano affronta la questione della manutenzione dei mezzi. Attualmente, la gestione è interna, ma il costo per chilometro della manutenzione è ritenuto elevato rispetto alla media di mercato. Rt sta quindi valutando un possibile ricorso a servizi esterni per la manutenzione preventiva e la gestione degli pneumatici, soluzione che potrebbe portare a una riduzione dei costi operativi.