Giornata Mondiale dell’endometriosi: diagnosi, trattamento e raccomandazioni mediche del dottor Pierluigi Bracco

28 marzo 2025 | 08:00
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Giornata Mondiale dell’endometriosi: diagnosi, trattamento e raccomandazioni mediche del dottor Pierluigi Bracco

«E’ necessario far capire che il dolore, quando invalidante, non deve essere trascurato»

Imperia. Oggi, 28 marzo, si celebra la Giornata Mondiale dell’endometriosi, una malattia cronica invalidante che colpisce molte donne, anche in giovane età, a pochi anni di distanza dal primo mestruo; motivo per il quale tutti i campanelli di allarme non devono essere trascurati.

Per comprendere al meglio cos’è l’endometriosi, quali sono i sintomi, le cause, come viene diagnosticata e il suo trattamento, nonché le possibili complicazioni e gli effetti che può avere in termini di fertilità, è stato fondamentale l’intervento del primario delle divisioni di ginecologia e ostetricia di Imperia e Sanremo, Pierluigi Bracco:

«L’endometriosi è una malattia cronica invalidante dovuta alla disseminazione di tessuto endometriale, cioè la mucosa che si trova all’interno dell’utero e che viene allontanata ogni mese con le mestruazioni (se una donna non è incinta), attraverso le tube sugli organi pelvici come l’utero, le ovaie e l’intestino. Questo tessuto endometriale risponde, proprio come quello all’interno dell’utero, agli stimoli ormonali che giungono dalle ovaie; quindi, quando mestrua l’utero mestrua anche quello posto sulle ovaie, le tube e l’intestino. Questa mestruazione del tessuto al di fuori della sua sede tipica determina uno stato infiammatorio e aderenze tra i vari organi e dolore».

Mentre la causa dell’endometriosi è attribuita a una mestruazione retrograda, il dolore è la costante che la distingue, assumendo caratteristiche diverse a seconda della sede. «I sintomi dell’endometriosi sono il dolore addominale, il dolore nella vita sessuale, il dolore quando si urina e quando si defeca. L’endometriosi senza dolore è un caso eccezionale. È importante tenere a mente che questo dolore solitamente inizia in età adolescenziale, già a pochi anni dopo la prima mestruazione ed è un sintomo da non sottovalutare», spiega Pierluigi Bracco.

Un problema dell’endometriosi, inoltre, è il ritardo diagnostico: «E’ necessario far capire che il dolore, quando invalidante, non deve essere trascurato: non bisogna minimizzarlo pensando che sia un comune dolore legato al mestruo. La difficoltà nel diagnosticare l’endometriosi è dovuta alla trascuratezza del dolore nelle adolescenti; per questo è fondamentale il ruolo, in primis, della mamma e, a seguire, del medico di base, che non devono sottovalutarlo.

In media, dai primi sintomi alla terapia appropriata passano 8,6 anni, un periodo di tempo che comprende le fasi che vanno dal momento in cui si avverte il dolore, alla decisione di non sottovalutare il problema e di riferirsi a uno specialista per approfondire la questione. Quindi si agisce con un ritardo di anni e le cure diventano più complesse perché, sottovalutando i sintomi, si è perso tempo prezioso in cui si potevano ridurre tutti gli impianti continui esistenti attraverso le tube e, riducendoli, si sarebbe potuto agire prima sull’infiammazione e sulla gravità della malattia».

Tale patologia, inoltre, colpisce il 10% delle donne in età fertile «Nell’Imperiese circa 4 mila donne in età fertile soffrono di endometriosi e il 30-50% delle donne infertili che cercano un bambino da più di un anno soffrono della stessa malattia», sottolinea il dottor Bracco che aggiunge: «Per questo è importante individuarle precocemente anche in età giovane, perché così possiamo lavorare alla loro fertilità: nell’infertilità di origine femminile in cui si individua una causa, la metà è dovuta all’endometriosi».

Ma come si arriva alla diagnosi? «Le ragazze che provano tali dolori si riferiscono prima al medico di base, il quale, dopo aver capito che si tratta di dolori invalidanti e cronici, anche se le pazienti sono piccole e hanno 14 anni, le manderà negli ambulatori ginecologici per il dolore pelvico cronico, dove un’equipe di medici esperti e formati, con una sola visita ginecologica e un’ecografia esperta, riusciranno a fare già la stragrande maggioranza delle diagnosi. Questo ambulatorio, essenziale per le pazienti, è presente a Imperia».

Una volta diagnosticata l’endometriosi, dunque, si passa al trattamento: «La terapia è medica e cronica, a lungo termine e non deve essere sospesa; l’indicazione alla chirurgia è diventata estremamente rara», spiega Bracco che aggiunge: «E’ importante che chi sta accanto alla paziente la stimoli a non interrompere il trattamento, solitamente effettuato con progestinici, che necessita di alcuni mesi prima di generare il benessere e che bisogna sospendere solo quando si desidera un bambino. Se si prende questa decisione per motivazioni diverse da quelle di diventare mamma, si torna da dove si è partiti».

L’obiettivo della terapia è quello di sospendere le mestruazioni, una condizione che può creare perplessità alle mamme, tanto da convincerle che la terapia intrapresa dalla figlia non sia quella corretta per lei o per la sua età, nel caso in cui si parli di adolescenti: «In realtà, l’ovulazione e la mestruazione incessante tutti i mesi sono la cosa più anti-fisiologica e innaturale che ci sia, anche se viene considerata naturale. Basti pensare che una giovane donna che non prende la pillola e che ha due bambini, ad oggi, potrebbe mestruare 450 volte e avere dunque 900 infiammazioni acute, mentre le donne del passato, a partire dalla femmina dell’uomo sapiens sapiens hanno mestruato, esagerando, 50 volte. Il mestruo incessante, poiché innaturale, porta con sé le malattie dell’ovulazione incessante, tra cui l’endometriosi. Inoltre, da tale patologia si guarisce con la menopausa».

È una battaglia su più fronti quella condotta dai medici specializzati: non solo devono affrontare le paure e la sottovalutazione da parte della madre riguardo ai dolori della figlia, ma devono anche fare i conti con terapie inappropriate prescritte da medici non esperti in endometriosi, che possono portare a interventi con gravi complicanze, generando così «fallimenti della terapia medica perché malfatta».

Rispetto alla terapia, Bracco specifica: «La terapia medica è molto più efficace di quella chirurgica e quella chirurgica deve essere seguita da quella medica, sennò l’intervento diventa vano: basti pensare che nel 2000 si effettuavano due o tre interventi al giorno per endometriosi, mentre oggi ne facciamo uno o due al mese. La terapia solitamente è multifattoriale, dove intervengono non solo ginecologi, ma anche urologi e chirurghi generali»

Ma cosa si può fare oltre alle terapie per migliorare la propria posizione se si ha l’endometriosi? «Come tutte le malattie croniche, deve essere accettata dal paziente. Seguire diete antinfiammatorie, fare ginnastica dolce, avere un peso ideale e seguire un percorso con uno psicologo che insegni alle pazienti la gestione e l’elaborazione del dolore sono fattori fondamentali. In alcuni casi, i medici possono suggerire alle pazienti di prendere antidepressivi, non perché siano depresse, ma perché desensibilizzano il dolore centrale, cioè quello dell’arto fantasma, un fenomeno che può registrarsi anche con l’endometriosi».

Tra le complicanze a lungo termine, dunque, rientrano la sterilità, il dolore pelvico cronico e il tumore dell’endometrio, motivi per i quali non si può dare più spazio alla sottovalutazione e alla trascuratezza dei dolori, che conducono a un ingente ritardo diagnostico.

«Se dovessi descrivere la sensazione provata quando mi sedevo, direi che sembrava che un coltello mi trafiggesse dall’interno, come se mi perforasse l’intestino», ha raccontato una delle molte ragazze, donne e adolescenti che affrontano questa malattia con grande forza: «I dolori durante i rapporti erano così forti che era quasi impossibile averne. Di sera sentivo una fitta partire dall’ovaio e prolungarsi lungo tutta la gamba, non so dire se fosse più dolore o fastidio. Per fortuna, grazie agli interventi, alle terapie corrette, ai controlli costanti e a una corretta alimentazione e attività fisica, conduco una vita normalissima».

Nella Giornata mondiale dell’endometriosi, per supportare le donne che affrontano questa patologia e coloro che sono in cerca di una diagnosi, Asl1 offre visite gratuite presso il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Imperia fino a esaurimento posti, dalle 9 alle 15, su prenotazione chiamando al 0183537309.