Festival, il sindaco di Torino apre le porte alla Rai: «Il Regio location perfetta»

11 marzo 2025 | 11:30
Share0
Festival, il sindaco di Torino apre le porte alla Rai: «Il Regio location perfetta»

Questa mattina Stefano Lo Russo ha commentato le notizie degli ultimi giorni: «Disponibili, ma è prematuro parlarne»

Sanremo. È solo un’ipotesi remota, ma a lanciare il sasso nello stagno è stato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che stamattina, in diretta radiofonica, ha spalancato le porte della città della Mole al Festival della Canzone Italiana. «Se la Rai decidesse di venire a Torino, la accogliamo a braccia aperte. Abbiamo un meraviglioso Teatro Regio che sarebbe una location perfetta, un grandissimo risultato per noi», ha dichiarato il primo cittadino piemontese.

Parole che, seppur condite da un “se” grande come una casa, non possono passare inosservate in un contesto già teso. Da settimane, infatti, il Festival è al centro di una partita delicatissima tra il Comune di Sanremo e la Rai, dopo che il Tar della Liguria ha dichiarato illegittimi gli affidamenti diretti della kermesse all’azienda statale di Viale Mazzini, obbligando Palazzo Bellevue a bandire una procedura di selezione per l’assegnazione dei marchi di proprietà: “Festival della Canzone Italiana” e “Festival di Sanremo”. Una decisione che ha acceso i riflettori sulla possibilità – mai considerata prima – che il Festival possa, in futuro, cambiare sede o, più realisticamente, cambiare padrone.

Il sindaco di Torino ha precisato: «Guardiamo con interesse quello che sta capitando, ma credo sia una discussione che riguarda la Rai e il Comune di Sanremo. La sentenza del Tar impone una gara pubblica, e sono certo che la Rai parteciperà. Bisogna vedere cosa succede. Noi, come sempre, siamo a disposizione, ma mi pare prematuro parlarne». Un’apertura formale, dunque, ma che non può non far riflettere. Le tensioni tra Sanremo e la Rai non sono un mistero: da settimane “veline” ben piazzate sui principali quotidiani italiani fanno trapelare il malumore di Viale Mazzini, infastidito dalla decisione del Comune di avviare una manifestazione d’interesse che prevede, tra le altre cose, un aumento del corrispettivo economico da 5 a 6,5 milioni di euro, più una percentuale sugli introiti pubblicitari.

Cosa potrebbe accadere ora? Gli scenari in gioco sono molteplici, ma nessuno privo di insidie per Sanremo. Il sindaco Alessandro Mager e l’assessore al Turismo Alessandro Sindoni, che hanno guidato il gruppo di lavoro costituito ad hoc per affrontare la questione, hanno scelto la via della trasparenza senza compromessi, impostando la manifestazione di interesse su paletti chiari. La Rai potrebbe anche impugnare la determina dirigenziale che formalizzerà la gara, così autoescludendosi dalla procedura, lasciando il campo libero ad altri operatori televisivi. Per Viale Mazzini avrebbe un senso, anche perché rivendica l’inscindibilità del proprio format e del marchio registrato. Il rischio, a quel punto, sarebbe che il “Festival della Canzone Italiana” finisca nelle mani di un altro broadcaster nazionale, con poche opzioni realistiche: Warner Bros. Discovery (dove c’è Amadeus), Mediaset o La7. Un’ulteriore possibilità sarebbe che la Rai, anche in caso di mancato affidamento del marchio, continui a organizzare un proprio Festival, chiamandolo in un altro modo, contando sul fatto di essere l’unica emittente con il diritto di scegliere il rappresentante italiano per l’Eurovision Song Contest.

Se la gara dovesse andare deserta, il Comune di Sanremo si troverebbe a dover trattare direttamente con la Rai, ma con un potere negoziale ridotto. Il 22 maggio il Consiglio di Stato si esprimerà sul ricorso della Rai e del Comune di Sanremo contro la sentenza del Tar Liguria. Qualunque sia l’esito, il processo di rinnovamento della gestione del Festival è ormai avviato e difficilmente potrà essere fermato. Sanremo si trova di fronte a una scommessa cruciale: rilanciare la propria kermesse garantendo regole più trasparenti oppure rischiare di vedere la propria creatura più preziosa messa in discussione.