“Emozioni fisiche”: il romanzo del personal trainer sanremese Romolo Macrì

25 marzo 2025 | 16:40
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“Emozioni fisiche”: il romanzo del personal trainer sanremese Romolo Macrì

“Cambiare è possibile. Trasformazione fisica e spirituale”

Sanremo. E’ stato pubblicato il romanzo del personal trainer sanremese Romolo Macrì: “Emozioni fisiche – Cambiare è possibile. Trasformazione fisica e spirituale”

Ecco la sua prefazione “Oltre gli ostacoli”,  di Amedeo Marsan

“Ciò che non mi distrugge mi rende più forte” (Friedrich Wilhelm Nietzsche)

Ciascuno di noi, nel corso della propria vita, è spesso costretto a dover affrontare ostacoli di varia natura. Potremmo persino affermare, senza sconfinare nel pessimismo cosmico leopardiano, che proprio l’esistenza in quanto tale sia sostanzialmente contrassegnata dalle difficoltà. In misura minore o maggiore, con modalità e tempistiche diverse, siamo tutti chiamati a superare impedimenti e avversità che possono condurre ai più diversi esiti. L’unico modo per non essere sopraffatti dagli eventi contrari, conferendo dignità all’individuo e alla comunità, è non sottrarsi alle prove che si prospettano dinanzi a noi: ne va della qualità della nostra esistenza, talvolta della sua stessa durata.

Il protagonista di “Emozioni fisiche”, Fabiano, è ben conscio di questo ineludibile status dell’essere umano; così come lo è l’Autore, del quale il personaggio letterario costituisce, per alcuni aspetti, una sorta di alter ego. A partire da tali coordinate, le vicende narrate in queste pagine conducono il lettore attraverso i decenni e i cambiamenti intercorsi nella nostra società in quell’ampio lasso di tempo. Cambiamenti che sovente vengono a prospettarsi, appunto, come “ostacoli”.

Ovviamente non entreremo negli sviluppi del racconto: un racconto prevalentemente narrato in prima persona dal protagonista ma intessuto di empatici dialoghi e punti di vista complementari. Un racconto lungo una vita, anzi più vite; poiché Fabiano, nei suoi incontri e nelle sue esperienze, si immerge anche nelle esistenze dei soggetti che compongono quei ricchi e variegati microcosmi sociali in cui egli stesso viene a muoversi. Attraverso le vicende che lo riguardano in prima persona, il protagonista ci parla di individui, luoghi, sensazioni, esperienze, gioie, speranze e timori a noi comuni. Ne esce un affresco plurigenerazionale che scaturisce dal nostro recente passato ma mostra le dinamiche del presente e ipotizza i cambiamenti futuri.

Per tutti questi motivi, Fabiano è uno di noi: è il protagonista ma talvolta anche l’antagonista, è il lettore ma anche l’autore, è il primario interlocutore di se stesso ma anche, in diverse occasioni, l’ostacolo da superare per addivenire a un nuovo modo di intendere la vita. Limite e stimolo della sua stessa esistenza (un’esistenza quanto mai prodiga di “ostacoli”), egli muta nel tempo, modificato dalle esperienze, dagli Altri, dai successi e dalle sconfitte.

Attorno a quell’eterno ragazzo sognatore di una Calabria ipotetica, seppure realistica nei suoi pregi e nei suoi difetti, gravitano inizialmente persone dai tratti ancestrali: i genitori, la famiglia, gli amici, le ragazze, la silente e quasi immutabile pòlis del profondo Sud. Si tratta di una Calabria interiore, pressoché atemporale, che costituisce l’originaria base germinale dell’esistenza di Fabiano, in un inscindibile patto di sangue eppure d’insofferente conterraneità.

Asfissiato dalla mancanza di prospettive, il giovane Fabiano decide di lasciare la sua terra (pur senza mai abbandonarla del tutto) alla ricerca di nuovi orizzonti: geografici ma soprattutto antropologici ed esistenziali. Ed eccolo approdare dapprima nel profondo Nord, trasportato da un treno che sembra non arrivare mai a destinazione, per poi stabilirsi, infine, nella ridente Costa Azzurra: la terra delle opportunità. A Mentone il giovane emigrante incontra nuovi panorami, nuovi stili di vita, nuovi interlocutori, nuovi ostacoli. Ne scaturisce una nuova percezione di sé, una scoperta che spesso rischia di mettere in dubbio le sue stesse radici. Proprio i contrasti interiori – derivanti dalla perdita delle certezze e dunque dell’innocenza primordiale – lo conducono alla curiosa esplorazione delle indistinte possibilità, che in quanto tali sono pur sempre un rischio, un ostacolo. Fabiano si apre al mondo attraverso il lavoro, attraverso la quotidianità, attraverso le sue tante passioni; ma il mondo non sembra aprirsi a lui, almeno finché non si presenta al suo orizzonte sentimentale la figura di Stefania: la persona della sua vita, l’amore della sua vita. Un amore che porrà a sua volta un ostacolo, anzi ben più di uno. Con il tempo, le esperienze, le emozioni, le ferite, gli scatti di ira ma anche di generosità e di orgoglio, Fabiano imparerà a riconoscere gli ostacoli per ciò che essi realmente sono; proverà, con alterni successi, a superarli, a infrangerli; si troverà talvolta a dover prendere atto della loro insuperabilità, senza comunque arrendersi a essi. Un ostacolo si può anche aggirare, mai ignorare; soprattutto, nella Weltanschauung del protagonista, va fatto proprio e superato.

Ma la lunga storia di “Emozioni fisiche” non si limita a narrare una sequenza di eventi. Il racconto si sviluppa nelle profondità dei soggetti che lo animano, trae spunti dalla realtà attuale evitando la mera descrizione delle vicende. È proprio in questi frangenti che emerge la peculiare visione dell’Autore: un autore inizialmente acerbo, dalla scrittura talora semplice ma dai contenuti che non risultano mai semplicistici né tanto meno banali. Un autore, alla sua prima prova letteraria, che ha letto molto e che in determinati passaggi sembra rimandare idealmente a certe ruvide istanze del Verismo. Ma soprattutto un autore che ha il coraggio di esprimere il proprio punto di vista sulle grandi questioni dell’attualità: dalle problematiche della crescita adolescenziale alla crisi dei valori familiari, dal dilagante senso di precarietà individuale ai nuovi comportamenti dettati dai social media, dall’intimità della sfera sessuale alle patologie dei rapporti di coppia, dalla perdita di identità all’appiattimento derivante dal conformismo imperante… Queste nette prese di posizione, che vogliono essere anche stimoli dialettici indirizzati alla riflessione del lettore, sono sviluppate senza infingimenti retorici; esse si dipanano attraverso un linguaggio schietto, che privilegia la scelta di non nascondersi dietro le ipocrisie ed i neologismi alla moda. Anche in questo caso gli “ostacoli” non mancano.

In un’ottica di critica letteraria, tengo particolarmente a evidenziare la crescita autoriale nello sviluppo complessivo della presente opera d’esordio. Lo stile compositivo di Macrì, inizialmente disomogeneo e qua e là “ruspante”, ha nel tempo acquisito una fluidità e una varietà di sfumature che gli consentono di esprimere con adeguata incisività – non disgiunta da una ritemprante vena umoristica – le vicissitudini del protagonista; e di definire mirabilmente, al tempo stesso, i vasti ambiti dei diversi contesti umani che fanno da sfondo, da “coro”, alle vicende narrate nel romanzo: contesti alquanto dissimili tra loro, in costante evoluzione e permeati di tematiche sociali d’indubbia valenza rappresentativa.

Nonostante la rilevanza e la profondità di tali tematiche, che potrebbero scoraggiare i lettori più superficiali, invito quanti avranno la compiacenza di soffermarsi su queste righe introduttive a non immaginarsi di avere in mano un libro “serioso”. Tutt’altro! Fermo restando che una cosa è la serietà e ben altra è la seriosità (poiché si può essere seri pur senza essere seriosi, e viceversa), le fresche pagine di questo racconto stratificato sono ricche di ironia e di autoironia: doti essenziali per sfuggire, appunto, alla seriosità. Se in alcune parti del libro dominano i sentimenti e le spiraliformi riflessioni su di essi, in altre si ride di gusto: si ride delle vicende descritte con acutezza, dei luoghi grotteschi in cui esse si vengono a sviluppare, dei loro protagonisti e persino… di noi stessi, a vario titolo presenti nel grande affresco di quest’epoca, di questa civiltà, di questa Nazione.

Parimenti, “Emozioni fisiche” è un racconto di passioni umane: quelle del protagonista, certo, ma anche e soprattutto quelle dell’Autore. E così, accanto ai progetti di Fabiano – quasi a motivarne costantemente il perseguimento – leggiamo di interessi e passioni inestinguibili: la cucina, la danza, il cinema, la musica, la lettura, il mare, il culturismo.

Mi sia permessa, a questo proposito, una notazione personale. La mia conoscenza con Romolo risale ai tempi in cui dirigevo il periodico specializzato “Cultura Fisica” (una testata che spesso ricorre in queste pagine); allora egli era un giovane atleta smanioso di apprendere, più che di farsi notare. Un appassionato di quella nobile disciplina che lui stesso descrive con tanta intensità in queste pagine: una disciplina ostica ai più, anche a causa degli eccessi che nel tempo l’hanno sostanzialmente mutata fino a stravolgerla. Fabiano-Romolo resta invece saldamente legato, innamorato, allo spirito originario della “cultura del corpo” – che niente ha a che vedere con il body-building plastificato degli ultimi decenni. E così, in alcuni capitoli dal grande valore descrittivo, ma anche informativo, Fabiano-Romolo si fa ambasciatore della “madre di tutte le discipline di palestra”; in tal modo, mette in guardia dalle folli devianze, derivanti dall’assenza di limiti e di scrupoli, che inducono all’uso delle sostanze dopanti. Il mancato rispetto della propria integrità psico-fisica, e dunque della propria naturalezza, è una forma di autodistruzione che va denunciata, ma anche prevenuta e perseguita – al pari di quelle svariate forme di autolesionismo derivanti dalla dipendenza da altre droghe e sostanze psicotrope che intossicano la nostra società evoluta. È mia ferma convinzione che lo sport moderno (pressoché tutto lo sport, specie ai massimi livelli del professionismo) sia in gran parte dopato poiché la nostra stessa società è tendenzialmente drogata. Ormai ci droghiamo (… si drogano!) per compiere una qualsiasi azione: per ballare, per fare sesso, per lavorare, per studiare, per sembrare più tosti, per gareggiare… per “divertimento”.

La post-moderna società dell’apparenza a tutti i costi, delle insane tendenze disforiche a “sentirsi” tutto e il contrario di tutto, ci esorta (ci costringe!) a non accontentarci più dei nostri limiti individuali – di natura fisica, psicologica, sessuale, identitaria, prestazionale – per farci rivendicare, a qualunque costo, il nostro pseudo-diritto ad avere tutto, a essere o immaginarci tutto e il contrario di tutto. I risultati di questa strategia di global marketing psico-comportamentale li abbiamo quotidianamente sotto i nostri occhi atterriti, ogni giorno di più. Mai epoca ha registrato un simile controllo delle masse, una simile omologazione planetaria, una simile predisposizione alla “influenzabilità” compulsiva, un simile desiderio di narcisistico esibizionismo in ogni ambito dell’umana esistenza. Una dimensione agghiacciante, tanto più in prospettiva futura, dominata da quelle tendenze che non esito a iscrivere totalmente nella categoria di “bullshit”, secondo l’accezione cara al filosofo Harry Gordon Frankfurt.

Esattamente a queste tematiche ci riconducono altre dense pagine di “Emozioni fisiche”: allorquando i suoi protagonisti scontano sulla loro stessa pelle l’assillante pervasività dei nuovi mezzi di comunicazione, la sistematica dipendenza dai social (che desolazione nel riscontrare che termini quali “sociale” e “amicizia” sono stati tanto vilipesi, contraffatti, snaturati), la dimensione sempre più coatta dei comportamenti stereotipati, massificati. “La massa fa massa!”, cantava già quarant’anni fa Giorgio Gaber.

I pressoché unici, se non ultimi, antidoti a questo sistematico avvelenamento globale, Fabiano li ritrova nell’amore e nella fede: fondamentali pilastri dell’essenza umana, liberamente coniugati nelle loro più ampie accezioni, gli consentono di rinsaldare la propria scala valoriale (troppo spesso traballante) e di trovare la forza interiore per superare gli ostacoli della sua vita. Proprio in virtù della fede – una fede inclusiva e aperta all’Altro – il protagonista spalancherà il suo cuore alla possibilità, abbracciando una dimensione esistenziale che coniuga gli inarrestabili cambiamenti agli immutabili valori fondanti.

Per questi e tanti altri motivi, “Emozioni fisiche” è un libro di grande speranza. Un libro che fa riflettere, divertire, arrabbiare, commuovere, soffrire… senza mai indurre alla disperazione.

A corollario del romanzo, l’Autore ha fortemente voluto inserire cinque Appendici tematiche con l’intento di ribadire le sue principali priorità argomentative, proponendo ulteriori spunti di riflessione e approfondimento sulle dirimenti questioni affrontate da Fabiano. Una di queste sezioni è composta da una selezione di estratti dalle Sacre Scritture: non si tratta di un’operazione di proselitismo, bensì di un amichevole invito alla spiritualità. Ciascuno, intende suggerire Romolo Macrì, potrà farne l’uso che riterrà più opportuno. Ciò vale anche per le parti dedicate alle tematiche di natura tecnico-scientifica, accennate pure nelle note esplicative in margine al testo, che accompagnano la narrazione delle vicende umane troppo umane di Fabiano e degli altri protagonisti di questo racconto di fantasia… realistica. Perché un libro come “Emozioni fisiche” vuol essere essenzialmente, ma non soltanto, un racconto – e non è poca cosa, specie di questi tempi.

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