De Vincenzi nuovo presidente di Italia Nostra Ponente Ligure

22 marzo 2025 | 06:30
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De Vincenzi nuovo presidente di Italia Nostra Ponente Ligure

Dottore in Agraria, imprenditore agricolo, ed ex-Consigliere Comunale di minoranza

Bordighera.Il nuovo consiglio direttivo di Italia Nostra Ponente Ligure eletto dall’assemblea dei soci del 22 febbraio 2025 e costituito da Roberto Bistolfi, Luca De Vincenzi, Mara Lorenzi, Giancarlo Pignatta, Laura Rebaudo, Claudia Roggero, Loredana Sasso, Laura Selmi, e Marco Verrando, ha nominato presidente Luca De Vincenzi.

Dottore in Agraria, imprenditore agricolo, ed ex-Consigliere Comunale di minoranza a Bordighera, Luca De Vincenzi è da sempre impegnato nella valorizzazione e tutela del Verde. Quale Consigliere di Italia Nostra Ponente Ligure ha contribuito con successo al patrimonio bordigotto di alberi monumentali. Gli “ulivi di Monet” del giardino Mariani, segnalati da De Vincenzi nel 2022 hanno ricevuto dalla Regione la qualifica di alberi monumentali con il diritto alla tutela che ne consegue. La sua dettagliata ricostruzione dei rischi che l’iniziale progetto di riqualificazione del Lungomare Argentina poneva per le Araucarie monumentali, è stata strumentale a sollecitare il parere del Ministero dell’Agricoltura e le conseguenti prescrizioni. Il Consiglio Direttivo ha inoltre nominato Giancarlo Pignatta Vicepresidente, Loredana Sasso Tesoriera, e Claudia Roggero Segretaria.

L’azione di Italia Nostra Ponente Ligure è basata sul programma sottoposto al Consiglio Nazionale di Italia Nostra e approvato nel 2021. Tra i cardini del programma c’è l’impegno a valorizzare e tutelare il paesaggio, e ne scriviamo oggi per condividere le ragioni che ci vedono al fianco di Italia Nostra nazionale nel contestare recenti proposte legislative che annullerebbero l’efficacia dei meccanismi di tutela.

Istintivamente e spesso inconsciamente, il paesaggio arricchisce la nostra vita – lo scorcio vicino a casa che identifica i luoghi e rassicura, una veduta scoperta durante un viaggio che ci riempie di meraviglia, un angolo di natura che evoca ricordi ed emozioni. Per città e paesi i paesaggi sono storia che si vuole tramandare; alcuni sono diventati “patrimonio dell’Umanità”, e il loro successo turistico testimonia che anche i più quotidiani (ad esempio i filari di viti nelle Langhe) parlano un linguaggio universale. Il paesaggio è perciò considerato un “bene comune”, ed è tutelato dalla Costituzione Italiana (art. 9) e dalla Convenzione Europea del Paesaggio, uno dei trattati più ratificati del Consiglio d’Europa.  

Ma chi decide che cosa è paesaggio, e quando e fino a che punto si può modificare? La tutela di un bene comune ha bisogno di professionalità competenti e soprattutto indipendenti da interessi e conflitti. Lo Stato Italiano mantiene dunque la responsabilità della tutela, e lo fa attraverso le Soprintendenze, organi periferici del Ministero della Cultura, chiamate a rilasciare pareri obbligatori e vincolanti nell’ambito delle autorizzazioni paesaggistiche di Regioni e Comuni per interventi pubblici o privati. 

All’insegna del “più semplificazione e meno burocrazia”, viene ora proposto di eliminare il carattere vincolante del parere delle Soprintendenze in materia paesaggistica, affidando ai Comuni l’ultima parola. Ma come non rendersi conto che i Comuni hanno in campo interessi privati e pubblici (oneri di urbanizzazione), spesso in un contesto di orizzonti elettorali miopi e di alternanze di vedute delle persone o partiti che si avvicendano al potere? L’Italia, dove arte e paesaggio sono anche elementi propulsori dell’economia, ha bisogno di saldi baluardi a tutela del suo patrimonio. La direzione lungimirante dovrebbe essere quella di avvalersi in modo sempre più articolato e precoce delle competenze delle Soprintendenze, non di esautorarle.