Sigfrido Ranucci a Sanremo: «Preferisco le querele alle pallottole»
Il conduttore di Report ospite del teatro dell’Opera del Casinò: «Informazione sempre più omoogata»
Sanremo. Nella settimana del Festival della Canzone Italiana, il Teatro dell’Opera del Casinò Municipale ha ospitato oggi il giornalismo d’inchiesta con la presentazione de “La scelta”, il libro di Sigfrido Ranucci, storico conduttore di Report su Rai 3. Un evento organizzato dal Club per l’Unesco di Sanremo ODV, in collaborazione con il Comune di Sanremo, che ha visto la partecipazione del pubblico delle grandi occasioni. Oltre a parlare del suo libro, Ranucci ha colto l’occasione per affrontare temi scottanti legati alla libertà di stampa e alle pressioni politiche sui media.
Uno dei temi centrali della serata è stata la recente citazione in giudizio per danni presentata da Fratelli d’Italia contro Report e il giornalista Giorgio Mottola, in relazione all’inchiesta “Mafia a tre teste”. Il partito della premier Giorgia Meloni chiede 50 mila euro di risarcimento, un’azione legale che si aggiunge a una lunga lista di querele e atti di citazione provenienti da esponenti del governo e delle istituzioni, tra cui Ignazio La Russa e i suoi figli, Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti (insieme alla moglie, alla sorella della moglie e al loro avvocato), Maurizio Gasparri, la famiglia Berlusconi, l’onorevole Marta Fascina e il sottosegretario Isabella Rauti.
Ranucci ha risposto con il suo consueto tono diretto: «Mi ritengo un fortunato, perché negli anni ’70 e ’80 sparavano direttamente. Quindi preferisco le denunce e i luoghi opportuni dove difenderci alle pallottole. Abbiamo i nostri strumenti per tutelarci». Il dibattito si è poi spostato sulla libertà di stampa e sul trattamento riservato oggi alle inchieste giornalistiche rispetto al passato. Recenti inchieste come quelle su Marcello Dell’Utri e Berlusconi, che un tempo avrebbero occupato per giorni le prime pagine dei quotidiani, oggi sembrano passare quasi inosservate, se non fosse per la messa in onda su Rai 3.
La risposta di Ranucci è stata un’analisi severa del panorama informativo italiano: «Il tema è che una volta, io mi ricordo perché erano gli anni ’90, nella direzione del TG3 di Rai 3 quando ne parlava Michele Santoro, quando ne parlavano trasmissioni della Rai, c’era una stampa che si divideva a favore e contro. Adesso mi sembra che abbiamo avuto la maggior parte della stampa contro. Questo significa qualcosa in termini di libertà di stampa, di omologazione dell’informazione, di chi è a capo dell’informazione, almeno quella televisiva e dei giornali in Italia. Quindi lunga vita a Report».