«Sanremo è una città libera», Vannacci lancia l’affondo contro chi non lo vuole al Festival
Il generale pubblica sui social un video sulla sua partecipazione ai Martedì Letterari del Casinò il venerdì della kermesse: «Al segretario Pd consiglio una cura dell’orticaria»
Sanremo. Il generale ed europarlamentare eletto con la Lega, Roberto Vannacci, non ci sta e affonda il colpo contro chi non lo vuole a Sanremo durante la settimana clou del Festival, ospite del Casinò Municipale per la presentazione del suo ultimo libro-autobiografia. Dopo l’attacco del segretario provinciale del Pd, Cristian Quesada, che ha definito la sua presenza a Sanremo durante la kermesse una “provocazione mediatica”, Vannacci replica con un video sui social, smontando punto per punto le accuse e sfidando apertamente l’esponente Dem. Con il suo stile diretto e provocatorio, il generale ironizza sulle reazioni del Pd e accusa il partito di voler trasformare Sanremo in un “feudo ideologico riservato al pensiero progressista”.
Nel suo intervento (vedi video), il generale parte con una battuta sui nomi dei protagonisti del Festival: «Nell’elenco di chi partecipa a Sanremo ci sono proprio tutti, da Fedez ad Achille Lauro, manca solo il mio nome: Roberto Vannucci. Eppure si parla di me anche in questa occasione. E grazie a Christian Quesada, segretario provinciale del Pd di Imperia, che sono stato chiamato in causa».
Vannacci ironizza sulle reazioni di Quesada, che aveva etichettato l’organizzazione dell’evento come una “provocazione mediatica”, a suo dire orchestrata da due leghisti (Marco Lupi e Daniele Ventimiglia), sotto l’egida di un’associazione culturale: «Non gli va proprio che io vada solo ospite a Sanremo. È stato preso dall’allergia e ha cominciato a starnutire e a grattarsi. Lui proclama che Sanremo è simbolo di apertura, cultura e inclusione, e che ha dato ampio spazio a voci e sensibilità diverse. Pertanto, io sarei l’unica voce e sensibilità diversa a non avere la possibilità di esprimersi nella Città dei fiori».
Il militare più dibattuto d’Italia ribatte direttamente alle parole di Quesada, secondo cui Sanremo “non può diventare una vetrina per la propaganda reazionaria”. Il generale interpreta questa affermazione come una volontà di escludere dal dibattito chi non si allinea all’ideologia progressista: «Secondo la sua idea di democrazia, Sanremo dovrebbe essere la vetrina dell’ideologia dogmatica progressista e di sinistra. Solo di quella. E invece no, signor Christian Quesada, si faccia una fiala di Bentelan se proprio non ce la fa a smetterla di grattarsi. Sanremo è una città libera e non è un feudo ideologico riservato alla sinistra, e io ci sarò». Infine, Vannacci sfida Quesada a un confronto diretto: «Se vuole, venga anche lei ad argomentare pacatamente ed educatamente la sua contrarietà. Oppure preferisce rimanere a soffiarsi il naso?».