Sanremo 2025, tre cantautori sul podio. Lucio Corsi porta la poesia anche in sala stampa

16 febbraio 2025 | 13:08
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«Topo Gigio è un personaggio dei sogni, della fantasia, ma al tempo stesso è più reale di tanta gente»

Sanremo. Un folletto sul palco, con i vestiti che si è cucito da solo. Ma soprattutto un cantautore potente. Con la sua “Volevo essere un duro”, il toscano Lucio Corsi ha conquistato tutti: dalla sala stampa, che gli ha assegnato il premio della critica “Mia Martini”, al pubblico, piacevolmente stupito dall’autenticità dell’artista.

Della sua presenza al Sanremo 2025 di Carlo Conti, resterà anche la sua esibizione nella serata delle cover, quando ha portato sul palco dell’Ariston Topo Gigio. La scelta di duettare con il topo più amato dagli italiani in “Volare” «si fondava su un ragionamento inerente alla musica – spiega Corsi -. Topo Gigio esordì con la voce di Modugno ed è come ritornasse con la sua canzone». Una poesia, un sogno. «Topo Gigio è un personaggio dei sogni, della fantasia, ma al tempo stesso è più reale di tanta gente – aggiunge -. Noi invecchiamo, lui no, è qualcosa di magico».

«Sono affezionato a quei momenti televisivi con Topo Gigio – dice il cantautore – Negli anni Settanta, Ottanta, con la Carrà. I televisori erano più larghi, pesanti, c’era più spazio per la fantasia. Ma c’è un modo anche oggi per farlo».

Sul podio, insieme a Corsi, altri due cantautori: il vincitore, Olly, e Brunori Sas, arrivato terzo. Un dato non scontato: «Penso che il tempo sia un vento che muove la sabbia, cambia le cose – riflette Corsi – Ci sono dei periodi in cui il modo di intendere la musica è meno in vista, perché il vento lo ha appiattito, altre volte torna su. Sono felice di questo podio: intendiamo lo stesso modo di fare la musica, ma non è detto che sia il modo giusto. Sono infinite le possibilità di una canzone».

Sugli abiti: «E’ uno strumento in più. Come lo sono le copertine degli album, come i videoclip. Mi diverto proprio a pensarli».