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Querelle Vannacci-Quesada, il segretario Dem: «È un moderno Don Abbondio»

6 febbraio 2025 | 18:01
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Dopo il rifiuto al confronto da parte del generale

Sanremo. «Nei giorni scorsi, il generale Roberto Vannacci si era mostrato pronto al confronto, dichiarandosi disponibile a sostenere le proprie idee in un dibattito aperto. Un atteggiamento che ricordava Don Rodrigo: sicuro di sé, determinato, convinto della propria forza al punto da sembrare quasi sfidare chiunque osasse contraddirlo. La sua era una posizione granitica, almeno in apparenza», , afferma Quesada, che aggiunge:

Poi, però, nel suo secondo intervento, è arrivato un ripensamento. All’improvviso, il confronto non era più un’opzione, la disponibilità si era dissolta e il tono da sfida si era trasformato in un rifiuto netto. A quel punto, più che Don Rodrigo, Vannacci ha iniziato ad assomigliare a Don Abbondio, il pavido curato de I Promessi Sposi, che di fronte a una sfida vera trova ogni scusa per tirarsi indietro. Perché, come scrive Manzoni, “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare.

«Ci tengo a chiarire che il mio intento non era quello di trasformare questo confronto in un’occasione per metterlo in difficoltà o portare il dibattito a mio favore. Volevo semplicemente rappresentare il punto di vista di chi la pensa diversamente da lui, perché questo è il senso stesso di un confronto democratico. È attraverso il dialogo tra idee opposte che si cresce e si migliora.

Manzoni ci insegna che Don Rodrigo, per quanto arrogante e prepotente, almeno non evitava lo scontro, mentre Don Abbondio è il simbolo della paura travestita da prudenza, dell’incapacità di sostenere le proprie convinzioni quando vengono messe alla prova.

Ovviamente, il generale Vannacci è libero di ritenere che un confronto non sia utile o necessario, ed è una scelta che rispetto. Ma se si invoca il coraggio delle proprie idee, poi bisogna essere coerenti e non tirarsi indietro di fronte all’opportunità di discuterle. Il confronto non è una sfida da vincere, ma un’occasione per arricchirsi reciprocamente».