Progetto parco eolico, Confcommercio Golfo Dianese: «Progresso non vuol dire distruzione»
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«Sì alle rinnovabili, ma altrettanto no alla cementificazione e alla distruzione di un territorio; no ai profitti a danno dell’ambiente, soprattutto se fatti in nome dell’ambiente»
Diano Marina. «Progresso non vuol dire distruzione: è lecito distruggere l’ambiente, in nome del rispetto dell’ambiente? In questo ultimo periodo abbiamo tutti letto e/o ascoltato qualcosa riguardo alla presentazione di un progetto per la realizzazione di sette pale eoliche nel primo entroterra del Golfo Dianese, interessando direttamente i comuni di San Bartolomeo al Mare, Cervo e Villa Faraldi», dichiara la Confcommercio Golfo Dianese che ha aggiunto:
«Le sette pale eoliche previste dal progetto della ditta “Tozzi Green” hanno un’altezza di circa 180 metri (un grattacielo di circa 60 piani! 3 grattacieli di Imperia uno sopra l’altro, considerando che i due grattacieli più alti d’Italia misurano 209 metri); le pale hanno un impatto visivo decisamente importante e, soprattutto, per la loro installazione, sono previsti lavori di edilizia, di trasporto, di costruzione, di scavi e di movimentazione terra decisamente importanti e, probabilmente, troppo invasivi per il nostro territorio.
Basti pensare che, a titolo esemplificativo, dovrebbero essere “aperti” dei varchi (strade sterrate e/o
parzialmente stabilizzate) larghi fino a 8 metri e con raggio di curvatura che potrebbe toccare anche i 100 metri. Attraversando Chiappa, da levante a ponente, queste strade dovrebbero raggiungere i siti individuati per il posizionamento delle Pale Eoliche: per questo motivo anche il comune di Andora è coinvolto. Dal punto di vista edilizio, ogni pala è ancorata ad una soletta in calcestruzzo dal diametro di circa 20 metri e spessa circa 3 metri.
E’ superfluo sottolineare l’impatto generale che quest’opera potrebbe avere sul nostro territorio:
-dal punto di vista ambientale, il territorio collinare tra San Bartolomeo al Mare, Villa Faraldi e Cervo è “custode” della nostra storia, del nostro passato, della nostra architettura, della nostra biodiversità ambientale, della nostra archeologia, del nostro territorio totalmente a vocazione turistica, della nostra Arte, delle nostre eccellenze. E’ un territorio per lo più “protetto” e difeso da importanti vincoli, abitato anche in zone lontane dai centri abitati e meta ambita per un prezioso segmento del nostro mercato turistico, prevalentemente straniero;
– da un lato squisitamente visivo, le pale eoliche proposte sono così enormi che modificherebbero non solo lo skyline del Golfo Dianese ma, come da rendering della ditta stessa, addirittura il panorama collinare di Laigueglia, Alassio, Albenga, ecc…;
– È un’area sulla quale tutto stiamo puntando, grazie al nostro clima e alla possibilità di una nuova offerta turistica legata all’outdoor, costantemente in crescita, che potrà aiutare e favorire un turismo “green” tutto l’anno;
– I lavori di costruzione e messa in opera delle pale sarebbero così imoenenti e distruttivi che andrebbero a modificare sensibilmente la morfologia delle nostre colline che verrebbero prima deturpate e poi cementificate.
Terminando, è anche doveroso sottolineare il fatto che nella nostra “colonna dei Pro” non possiamo certamente annotare il fatto che l’energia prodotta arricchirebbe il territorio o, almeno, ridurrebbe sensibilmente i costi energetici delle nostra imprese. Infatti l’energia prodotta nel Golfo Dianese non avrebbe nessuna ricaduta economica sul nostro territorio né in quelli limitrofi.
Non bisogna nemmeno farsi ammaliare da possibili “indennizzi” in favore dei Comuni coinvolti, così come pubblicato da alcuni quotidiani, poiché in primis la normativa non impone alla ditta realizzatrice nessun indennizzo, ma è su base volontaria, e poi le cifre di cui si parla sono solo stimate, per cui presunte, derivanti da una serie di “incastri”, dal mercato dell’energia particolarmente favorevole, da una quota solo stimata di energia venduta al mercato e da una serie di calcoli complessi.
Il Golfo dianese, dalla costa alle colline, è a totale vocazione turistica: è un territorio apprezzato per ciò che è e per ciò che offre; è un’istantanea che incanta i turisti, è una fotografia che oggi propone un territorio unico che, così com’è, incanta e fa innamorare ma che con questa operazione è in pericolo.
Quindi, certamente sì alle rinnovabili, ma altrettanto no alla cementificazione e alla distruzione di un territorio; no ai profitti a danno dell’ambiente, soprattutto se fatti in nome dell’ambiente».
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