la kermesse canora |
Altre News
/
Zone
/

L’ultimo studio svela le cifre prodotte dal Festival di Sanremo

6 febbraio 2025 | 15:10
Share0
L’ultimo studio svela le cifre prodotte dal Festival di Sanremo

Sono il frutto di una complessa rete di investimenti, ricavi pubblicitari, sponsorizzazioni e vendite collaterali che la rendono un vero e proprio motore economico

Sanremo. Oltre a rappresentare un pilastro della cultura italiana, il Festival di Sanremo è un evento che genera un impatto economico straordinario. Le cifre che ruotano intorno alla kermesse musicale più importante d’Italia sono il frutto di una complessa rete di investimenti, ricavi pubblicitari, sponsorizzazioni e vendite collaterali che la rendono un vero e proprio motore economico.

L’ultimo studio di ExpressVPN ha analizzato in dettaglio i numeri legati al Festival, rivelando dati interessanti e oltremodo impressionanti sia in termini di costi che di guadagni. Le cifre dimostrano come Sanremo continui ad essere un simbolo di eccellenza e un pilastro per l’industria dell’intrattenimento italiana.

I costi di produzione della kermesse
Organizzare il Festival di Sanremo è davvero un’impresa titanica: stando ai dati più recenti, ogni edizione richiede un investimento complessivo stimato intorno ai 17 milioni di euro. Questa cifra copre diverse voci di spesa: l’allestimento del palco, le sue scenografie innovative, luci, schermi LED e sistemi audio di ultima generazione. A ciò si aggiungono i cachet degli artisti in gara, dei presentatori e degli ospiti, oltre ai costi per il personale tecnico e organizzativo.

La location iconica del Teatro Ariston viene rivoluzionata ogni anno grazie a tecnologie avanzate e progetti su misura, il che contribuisce a far lievitare le spese. Le riprese televisive, inoltre, richiedono attrezzature di altissimo livello per garantire una qualità visiva impeccabile. Senza contare i costi legati alla sicurezza, ai trasporti e alla logistica generale.

Le principali fonti di guadagno del Festival
Nonostante le spese elevate, il Festival di Sanremo riesce a generare ricavi nettamente superiori tramite diverse fonti di guadagno: la prima è rappresentata dagli introiti pubblicitari. Nel 2024, ad esempio, gli spot trasmessi durante le serate del Festival hanno garantito un incasso record di oltre 60 milioni di euro. I grandi nomi, del resto, offrono cifre considerevoli per essere associati ad un evento che raggiunge milioni di telespettatori in tutta Italia e all’estero.

Le sponsorizzazioni giocano un ruolo cruciale. Brand di ogni settore, dall’abbigliamento alle tecnologie, competono per ottenere visibilità durante il Festival. Alcuni sponsor principali, come Eni e TIM negli scorsi anni, hanno investito milioni per garantire una presenza strategica e integrata nel format televisivo.

Un’altra fonte di guadagno significativa consiste nella vendita dei diritti televisivi all’estero. Il Festival, trasmesso in decine di Paesi, attira l’interesse delle comunità italiane sparse per il mondo e degli appassionati di musica. Le piattaforme di streaming e i social amplificano ulteriormente la portata globale dell’evento.

L’impatto sull’industria musicale e sull’economia locale
Sanremo rappresenta una vetrina senza pari soprattutto per gli artisti. Anche coloro che non vincono beneficiano di un aumento esponenziale in visibilità e, di conseguenza, nelle vendite di dischi e negli ascolti in streaming. Brani come “Voce” di Madame e “Rolls Royce” di Achille Lauro, per citarne alcuni, hanno registrato milioni di ascolti e ottenuto diversi dischi di platino pur non avendo trionfato. Questo fenomeno contribuisce a stimolare l’industria musicale italiana, garantendo ritorni economici ad artisti e case discografiche.

Sanremo funge anche da motore economico per la città ligure. Durante la settimana del Festival, gli alberghi locali registrano il tutto esaurito e anche ristoranti e negozi beneficiano di un aumento significativo del giro d’affari. L’intera città, in altre parole, si trasforma in un palcoscenico vivente. Secondo le stime, i visitatori superano le 41mila unità nel periodo tra fine gennaio e inizio marzo.