Il teatro canzone di Cristicchi commuove San Siro, il vescovo Suetta promuove il Festival di Conti
Concerto-preghiera nella concattedrale sold out. A sorpresa c’è anche Amara
Sanremo. Non un semplice concerto, ma un’esperienza spirituale, un momento di riflessione profonda che ha trasformato la Concattedrale di San Siro in un luogo di emozione condivisa. Simone Cristicchi, in gara al Festival di Sanremo 2025 con “Quando sarai piccola”, il brano che sta commuovendo l’Italia intera, ha regalato oggi pomeriggio un evento straordinario e unico, capace di toccare l’anima di chiunque fosse presente.
Oltre 650 persone hanno riempito ogni angolo della chiesa (già visitata anni fa da Amadeus), con molti rimasti fuori per l’impossibilità di trovare posto. Un silenzio carico di attesa ha accolto il cantautore, che con il Coro Filarmonia di Sanremo ha ripercorso i suoi successi e i brani più intimi, quelli che raccontano il suo percorso artistico e umano. Da “Lo chiederemo agli alberi”, “Cerco una parola”, “Ti regalerò una rosa” a l'”Ombra della luce” di Franco Battiato, cantata a sorpresa con Amara, che sarà all’Ariston con il cantautore romano per la serata dei duetti. Luci spente. Solo la vibrazione delle corde vocali a raggiungere quelle del cuore. Senza fiato né parole, standing ovation a San Siro.
Cristicchi ha sempre avuto un legame speciale con il Ponente ligure, terra in cui è anche cresciuto artisticamente, spesso ospite del Comune di Ospedaletti prima ancora di diventare famoso e vincere il Festival nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”. Oggi, davanti a una folla rapita dalle sue parole e dalla sua musica, ha donato un’esibizione che è andata oltre la performance: un viaggio interiore, una meditazione collettiva sulla fragilità, la memoria e la ricerca di senso.
A introdurre il momento è stato il vescovo della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, che ha accolto il pubblico con un passo della Bibbia: “Parla, o anziano, ciò ti s’addice, ma con discrezione e non disturbare la musica.” Un invito a lasciarsi trasportare dal linguaggio universale delle note e delle parole. Cristicchi ha risposto con una performance essenziale, voce e chitarra, accompagnata dal coro che ha reso ancora più intensa l’atmosfera sacra della concattedrale. Un evento che, come sottolineato dalla Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, è stato pensato per riscoprire “il valore profondo della musica come veicolo di significato, emozione e trascendenza”. E così è stato.
L’intervista. A margine dell’evento, monsignor Suetta ha raccontato come è nata questa iniziativa e il suo pensiero sul brano di Cristicchi e sul Festival di quest’anno. «È un dono che ha voluto farci Simone Cristicchi tramite un comune amico, Walter Vacchino. Mi ha fatto sapere del suo desiderio di realizzare un evento del genere e io l’ho accolto molto volentieri, conoscendo il suo cammino spirituale che viene espresso anche nelle sue belle canzoni. Ho ascoltato la sua canzone e mi ha particolarmente toccato. È profonda per quello che dice».
Un brano che per il vescovo ha avuto anche un impatto personale: «L’ho sentita vicina. Tre anni fa ho perduto anch’io mia mamma e ho avuto la grazia e anche la gioia di accompagnarla negli ultimi tempi della sua vita. Ho sentito profondamente vera, concreta e molto umana questa canzone».
Sul Festival di Sanremo 2025, il vescovo Suetta ha espresso parole di apprezzamento, dopo anni di critiche feroci per certe edizioni giudicate dissacranti: «Non ho purtroppo potuto seguire le prime due serate perché ero a Lourdes, ma ho avuto modo di recuperare oggi i servizi. Devo dire che l’edizione di quest’anno sa coniugare perfettamente la leggerezza, che è una nota caratteristica di questo straordinario evento musicale, con dei begli accenti di umanità. Credo che questo sia il segreto per fare uno spettacolo che faccia bene al cuore e alla società, toccando quei sentimenti che, nel cuore di tutti noi, a volte sono sopiti».
Un pensiero, il suo, che si collega anche al videomessaggio di Papa Francesco, che ha aperto il Festival: «Il Papa ha questa straordinaria sensibilità e il desiderio di stare vicino alla gente. Nonostante i suoi acciacchi, continua a voler partecipare a ciò che è tipicamente popolare. E il Festival di Sanremo è un evento popolare nel senso più alto del termine».
L’incontro con Simone Cristicchi e Amara a San Siro ha lasciato il segno, candidandosi a entrare nella storia del Festival di Sanremo come qualcosa di unico.