Detenuti sorpresi a produrre grappa in cella nel carcere di Sanremo, agente finisce al pronto soccorso

4 febbraio 2025 | 09:16
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Detenuti sorpresi a produrre grappa in cella nel carcere di Sanremo, agente finisce al pronto soccorso

Il materiale rinvenuto in tre camere detentive dopo una perquisizione

Sanremo. «A Sanremo la polizia penitenziaria, ieri mattina , dopo una perquisizione, ha rinvenuto in tre camere detentive presso la Terza Sezione diversi secchi di frutta a macerare (con Grappa). Un detenuto di origine magrebina per protesta si è scagliato contro la Polizia penitenziaria che ha sequestrato il materiale, provocando la caduta di una poliziotta che, trasportata al pronto soccorso cittadino, ha riportato una prognosi di 5 giorni». A riferirlo è Fabio Pagani, segretario regionale della Uilpa Polizia Penitenziaria, che poi spiega:

«Il tanto sbandierato decreto carceri (infaustamente definito svuota-carceri), palesemente, non ha prodotto alcun effetto tangibile e ora si scopre pure che la declamata possibilità d’ampliare il ricorso alle misure alternative, anche con l’introduzione dell’albo delle comunità, se e quando andrà in esecuzione, potrà interessare al massimo 206 detenuti all’anno. A fronte di un sovraffollamento in costante crescita e che fa già segnare 16mila ristretti oltre i posti disponibili, è come discutere del sesso degli angeli. Analogamente, le ripetutamente propagandate assunzioni nel Corpo di Polizia penitenziaria, al cui reale fabbisogno mancano più di 18mila agenti, bastano a malapena a coprire il turn over», spiega il segretario della Uilpa PP.

«La crisi del sistema d’esecuzione penale e, particolarmente, di quello inframurario è tale da richiedere misure di carattere emergenziale. Va deflazionata la densità detentiva, necessita potenziare urgentemente il Corpo di polizia penitenziaria, ai cui appartenenti continuano a essere negati diritti anche di rango costituzionale, serve assicurare l’assistenza sanitaria e vanno messe in campo riforme complessive. Politicamente e moralmente, occorre fermare la carneficina e restituire legalità alle carceri, per chi vi è ristretto e per chi, lavorandoci, cerca ogni giorno per come può di mettere una pezza alle moltissime falle, non sempre riuscendovi in un contenitore che fa acqua da tutte le parti», conclude Pagani.