Combattimento cani, nessun colpevole: imputati assolti nel merito e per prescrizione
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La prescrizione è intervenuta in quanto non è stata riconosciuta dalla Corte l’aggravante della transnazionalità
Imperia. Il tribunale collegiale di Imperia, presieduto dal giudice Carlo Indellicati (a latere Francesca Di Naro e Antonio Romano) ha pronunciato stamane una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione per Maurizio Accardo, Maurizio Vicinanza, Stefano Bassanese, Alessandro Accardo e Domenico Surace: imputati nel processo per associazione per delinquere finalizzata al maltrattamento di animali e all’organizzazione di combattimenti tra cani, aggravata dalla transnazionalità, nell’ambito di un’inchiesta condotta nel 2015 dalla squadra mobile di Imperia. La prescrizione è intervenuta in quanto non è stata riconosciuta dalla Corte l’aggravante della transnazionalità.
Assoluzione nel merito (perchè il fatto non sussiste) per Maurizio e Alessandro Accardo, per quanto concerne il reato di ricettazione per alcuni video di combattimenti tra cani trovati negli smartphone degli imputati.
Nelle scorse udienze, il pubblico ministero, Salvatore Salemi, aveva chiesto condanne a 3 anni e 6 mesi per Maurizio Accardo e Maurizio Vicinanza; 3 anni per Stefano Bassanese; un anno e otto mesi per Alessandro Accardo e Domenico Surace.
Era il 5 novembre del 2015, quando l’attività investigativa portò l’ispettore e la sua squadra sulle alture di Vallecrosia: ai poliziotti, infatti, era giunta notizia di un presunto allevamento di cani che venivano addestrati per combattere. Ristretto il cerchio intorno ai possibili autori dei maltrattamenti, gli agenti si recano in una campagna nei pressi di Vallecrosia Alta. Qui trovano due terreni adiacenti che ospitano diverse gabbie e cani. «Vicino ad una abitazione di proprietà di Maurizio Accardo c’erano diverse gabbie e 13 cani, quasi tutti senza microchip e con numerose cicatrici sulla testa e sugli arti anteriori. Si è così fatta strada l’ipotesi di combattimenti cani». Sul posto viene chiamata, per un sopralluogo, anche l’Asl veterinaria e la polizia scientifica, che fotografa gli animali.
Nella seconda area, di proprietà di un’altra persona, ci sono tre cani adulti (un dogo argentino, un pitbull e un meticcio di pitbull) e due cucciolate, la prima di nove meticci di pitbull, l’altra con sette cagnolini di razza dogo argentino. A insospettire gli investigatori è la mutilazione alla orecchie, che risultano tagliate, del dogo argentino adulto.
I poliziotti entrano nell’abitazione di Accardo e sequestrano diverso materiale sanitario, tra cui kit per suturare le ferite, kit da insulina per la somministrazione di medicinali, quattro siringhe per inoculare i microchip (dispostivi medici che i privati non potrebbero detenere), sostanze dopanti (come il Nandrolone) e, appunto, fogli manoscritti con programmi per l’allenamento e il potenziamento dei cani.
Vengono trovati, e sequestrati, due tapis roulant con delle catene sui quali, come si vede in un video contenuto nel telefono cellulare di uno degli imputati, il cane viene fatto salire, legato, e costretto a camminare per diverso tempo.