Ventimigliese scomparso a Savona, la testimonianza di un padre: «In quella struttura ho perso mio figlio»

29 gennaio 2025 | 16:44
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Ventimigliese scomparso a Savona, la testimonianza di un padre: «In quella struttura ho perso mio figlio»

«Quel posto va chiuso, i ragazzi non sono sicuri»

Ventimiglia. «Da un anno aspetto notizie su quanto è successo a mio figlio. Lui l’ho perso, ma voglio lanciare questo appello affinché quanto è accaduto non accada più: la “Fattoria terapeutica” deve chiudere».

A parlare è Mario Iemma, che il 2 novembre 2023 ricevette la notizia che un padre non dovrebbe mai ricevere: suo figlio, di appena 26 anni, venne trovato morto nel letto della struttura terapeutica e di riabilitazione savonese dove era ospitato per ricevere trattamenti specialistici.

All’indomani della notizia dell’allontanamento dalla stessa struttura di Cristian Castello, trentenne di Ventimiglia dato per scomparso ieri, Iemma ha deciso di far sentire la propria voce nella speranza di tutelare i giovani ricoverati presso “La Fattoria”.

«La settimana scorsa, lì dentro, i carabinieri hanno arrestato uno spacciatore – spiega l’uomo -. Lo dicevo già quando c’era mio figlio che in quel posto la droga girava a quintali. Lo avevo detto ma nessuno mi ha ascoltato. Nessuno sorveglia i ragazzi, nessuno, e se si allontano, come successo a quest’altro giovane, è perché lì non stanno bene».

Iemma ricorda quanto accaduto a suo figlio: «Un suo amico, che era suo compagno di stanza, la sera prima ha chiamato gli operatori dicendo che mio figlio era a letto e stava male – dice – Nessuno è andato a soccorrerlo. La mattina dopo ho provato a chiamare mio figlio al telefono per quattro volte». Il giovane non rispondeva, così l’uomo contatta direttamente la struttura. «E’ così che hanno scoperto che mio figlio era morto. Ancora oggi aspetto di sapere perché».

Sulla tragedia è stata aperta un’indagine coordinata dalla Procura di Savona. Ma nell’attesa che emerga una verità giudiziaria, il genitore lancia attraverso il nostro giornale un appello alle autorità competenti affinché verifichino la situazione in cui si trovano gli ospiti della struttura «prima che quanto accaduto alla nostra famiglia capiti ad altri».