Un mese e mezzo in Regione, intervista a tutto tondo al consigliere Armando Biasi

17 gennaio 2025 | 14:19
Share0

Dal suo percorso in Regione alle prossime elezioni comunali: il consigliere della Lega si racconta

Vallecrosia. Nell’amministrazione pubblica da trent’anni, prima in quella del suo comune, a Vallecrosia, dove per tre volte è stato eletto sindaco, e da un mese e mezzo a questa parte in Regione Liguria, con il ruolo di consigliere in quota Lega. Armando Biasi, 51 anni, conosce bene la macchina amministrativa, la padroneggia, ma non ha intenzione di cambiare il suo modo di essere: «Sono qui per aiutare le persone» resta il suo mantra.

E lo mette subito in chiaro: «Essere in consiglio regionale è un’esperienza importante per chi come me ama la pubblica amministrazione e ama impegnarsi nella risoluzione dei problemi del territorio, dei sindaci e delle imprese – dichiara -. Sicuramente mi sono subito affacciato a dei ruoli importanti: proprio ieri, infatti, ho presieduto la terza commissione, che si occupa di sviluppo economico, lavoro, cultura e turismo». Quello che desidera, dallo scranno che ricopre in Regione, è «essere un punto di riferimento, per Vallecrosia e per l’intera provincia di Imperia, per attenzionare e risolvere quei problemi atavici che ci portiamo dietro». Tra le varie problematiche, ad esempio, c’è la pulizia dei fiumi dal materiale lapideo che si accumula sul greto, pulizia che i Comuni, molto spesso, non riescono a fare per mancanza di risorse economiche. «Spesso non ci sono i soldi per riportare il livello dell’asse di riferimento della quota perché non diventi poi un problema per lo scalzamento dei muri – spiega Biasi – C’è infatti un giusto equilibrio tra il materiale che levo e il rischio di produrre danni ulteriori anche al ripascimento naturale delle spiagge. Però ci rendiamo conto che nelle pile dei fiumi, in realtà, la quota diventa sempre più alta» Per questo motivo, il consigliere Biasi è già al lavoro «con gli uffici per poter completare un percorso di formazione della norma che consente di chiudere una filiera per valutare se ci sono le condizioni, insieme alle associazioni di categoria, affinché, a costo zero per i Comuni, si riesca a fare questa manutenzione ordinaria».

Dalla sua esperienza in Comune, prima da consigliere poi da assessore e poi da sindaco, alle dimissioni date nel 2013, quando una bufera giudiziaria coinvolse la sua amministrazione, sospettata di infiltrazioni mafiose. Biasi, accusato inizialmente di voto di scambio, venne completamente prosciolto da ogni accusa. Ora, con quel bagaglio politico e personale sulle spalle, cosa prova a sedersi sullo scranno di consigliere in Regione? «Un’emozione fortissima – risponde -. Se devo essere sincero, le volte in cui dieci, quindici anni fa mi affacciavo da sindaco e amministratore in Regione , nel mio cuore mi sono sempre augurato di svolgere questa attività amministrativa. Quel giorno è arrivato. 
Nel 2015, quando l’ex presidente Toti si candidò per la prima volta mi venne data la possibilità di entrare nel “listino”, poi Toti vinse e quindi sarei già stato consigliere regionale. Ma all’epoca mi ero dimesso come sindaco e ritenevo che, finché non fosse chiarita quella situazione, non era opportuno che mi candidassi. A distanza di dieci anni con serietà impegno e soprattutto rispetto dell’onestà ci sono arrivato e ora il sentimento di emozione è duplice, sia perché mi sento nel luogo giusto sia perché esiste il karma e quindi le cose poi tornano».

Oltre a presiedere la commissione numero tre (Sviluppo economico, lavoro, cultura e turismo), Biasi è membro della quarta commissione (Urbanistica, ambiente e territorio), componente della quinta, che si occupa di tutti gli atti legislativi e delle pari opportunità, e, infine, della commissione antimafia, presieduta dall’ex ministro Andrea Orlando, che si riunirà proprio la prossima settimana. Una rivincita importante, per l’ex sindaco, che commenta: «E’ una tematica che molto spesso viene utilizzata come “pubblicità”, ma io credo fortemente che dobbiamo attenzionare sempre quelle che sono questo tipo di preoccupazioni e di illegalità, non a caso il mio Comune, insieme a quello di Bordighera, sono tra i pochi che hanno preso in consegna beni confiscati alle mafie. Per cui, per coerenza, ho ritenuto opportuno essere presente anche in questa importantissima commissione».

Sulla questione “bollette salate” di Rivieracqua, che ha scatenato un “casus belli” con Vittorio Ingenito, sindaco di Bordighera, Biasi dice: «Credo che il sindaco Ingenito sia un bravo sindaco. Credo che tutti i sessantasei sindaci della provincia di Imperia, che conosco quasi uno per uno, siano persone per bene che con grande fatica cercano di amministrare la cosa pubblica come ultimo avamposto dello Stato. 
Entrando nella tematica, credo che ci sia stato da parte di Ingenito un fraintendimento alle mie parole che erano prevalentemente a difesa dell’operato di Vallecrosia». «Questa è una materia molto complessa – aggiunge, parlando di Rivieracqua -. Come sapete, fino a un mese fa oltre a essere sindaco ero vicepresidente della Provincia di Imperia con delega all’ambiente. Ho anche svolto il ruolo di presidente del comitato tecnico di controllo di Rivieracqua. 
Quindi me ne sono occupato e posso riassumerla brevemente così: tutti i Comuni avevano un obbligo legato al referendum di dover cedere l’asset idrico alla società pubblica Rivieracqua, che poi ha gestito l’acqua pubblica in maniera maldestra, creando debiti, e chi ha sbagliato è stato arrestato. Per cui è necessario dividere il principio normativo dalla correttezza gestionale che ha portato a un indebitamento oggi risolto. Dall’altra parte ci sono stati dei Comuni, tre dei quali avevano come socio privato Iren, che per tutelare un loro principio hanno cercato di evidenziare le loro rimostranze. I vari ricorsi a Tar, Consiglio di Stato hanno dimostrato che si doveva arrivare all’ambito ottimale». L’ambito ottimale deve comprendere tutti i Comuni in un certo perimetro, salvo quelli sotto i mille abitanti, e deve, per legge, avere una tariffa unitaria per tutti.  «La tariffa – spiega sempre Biasi – Viene stabilita in base al piano degli investimenti necessari e obbligatori, dall’acquedotto ai depuratori per evitare il divieto di balneabilità, insieme a quelle che sono le norme di Arera, agenzia dello Stato, che stabilisce sia per la Tari che per l’acqua quali sono i range per determinare la tariffazione».

Per cui, Biasi prosegue, «Ho semplicemente detto che, a Vallecrosia, dal 2012 abbiamo consegnato l’asset dell’acqua e della tariffazione e da altre parti hanno beneficiato di tariffe basse. Mentre Comuni come Diano Marina pagavano l’acqua quattro volte di più e d’estate non ne avevano nemmeno. Credo che, in un principio di sussidiarietà e di correttezza, bisogna dire le cose come sono state. Se poi le class action, gli avvocati, riusciranno a non far pagare la retroattività di due anni (considerate che in Italia ogni tipo di retroattività è di cinque) e i cittadini beneficeranno di uno sconto, ovviamente io sono più che felice, ma non possiamo raccontare delle barzellette. Questa è la legge, questa è la norma. Credo sia più utile ragionare su una corretta rateizzazione. Non si tratta di sgambetti nei confronti di colleghi, ma non sono abituato a dire bugie».

Sulle amministrative comunali a Vallecrosia. «Amo Vallecrosia e quello che mi interessa è che si continui ad amministrare per la crescita della città – dice il consigliere regionale -. Per un lungo periodo siamo stati dimenticati da tutti: perché Vallecrosia era anonima, era brutta, non era appetibile, mentre invece ora c’è chi investe sul nostro territorio, come la panetteria Maineri che ha aggiunto un’altra attività commerciale di qualità, cosa che fino a dieci anni fa era impensabile».
 Per il prossimo futuro, dunque, «L’interesse principale è che questa filiera di crescita sostenibile continui – afferma – Tra l’altro siamo un Comune che ha un Puc efficace (mentre altri vanno in variante al Prg quando la legge prevede che siano strumenti decaduti), siamo il primo Comune in Liguria in cui è stata approvata la rigenerazione urbana. Quindi abbiamo tutte le carte in regola. Io posso candidarmi come consigliere comunale perché la norma lo consente, ma posso anche non candidarmi. Stiamo valutando una serie di confronti con i gruppi anche attualmente di minoranza per capire se c’è una visione comune di amministrare al meglio la città di Vallecrosia. Se tale visione io non la riscontro, insieme ai miei colleghi, ovviamente continueremo nel solco e nel percorso di “Cittadini in Comune” con la mia candidatura. Ricordo, e tranquillizzo, che avendo tanto da fare in Regione darò una mano ma non mi sento di essere sostitutivo a chi farà il sindaco».

Un candidato ideale, se la squadra costruita sette anni fa da Biasi continuerà da sola, già c’è: Marilena Piardi, l’attuale sindaco facente funzioni: «
Credo che la dottoressa Piardi abbia quelle caratteristiche umane, personali e di competenza per portare avanti questo percorso. La scelta dipende da lei, non abbiamo fatto forzature, quindi sarà lei a decidere. Nel caso in cui lei non volesse candidarsi, sicuramente abbiamo già pronte altre due alternative. Tutto questo, sempre nella speranza di condividere il percorso, perché i prossimi dieci anni vedano anche una maturazione da parte della minoranza, che in questi periodi vedo soltanto animosa, in campagna elettorale, per raccogliere le firme. Ma l’esperienza di due anni fa, quando sono state raccolte cinquecento firme per bloccare il progetto della ciclabile (oggi finanziata) in via don Bosco, ha portato questo risultato: nella sezione dove sono state raccolte le firme, poi si è visto nello scrutinio dopo il voto, che la mia lista ha preso il doppio delle preferenze. Quindi bisogna anche dividere la scenografia da quella che è la realtà dei fatti».