Omicidio preterintenzionale a Ventimiglia, i testimoni smentiscono la versione dell’imputato
La tragedia era avvenuta a Ventimiglia nel maggio del 2019
Imperia. Hanno smentito la versione dell’imputato i testimoni che oggi sono stati ascoltati dalla Corte di Assise di Imperia, presieduta dal giudice Carlo Alberto Indellicati. Nessuno dei quattro testi chiamati oggi in aula ha confermato, infatti, le parole di Fortune Nworji, nigeriano di 29 anni, finito a processo perché accusato di concorso in omicidio preterintenzionale per aver causato la morte del connazionale Osakpolor Omoregie, annegato il 29 maggio del 2019 a Ventimiglia dopo essersi gettato in mare, a quanto sembra nel tentativo di sfuggire all’aggressione di un gruppo di tre stranieri, di cui due risultano al momento irreperibili.
Nella scorsa udienza, infatti, l’imputato ha dichiarato di essere stato colpito in testa da una pietra e di essere poi caduto a terra: da lì, ha detto, ha visto altri uomini rincorrere Omoregie e lanciargli bottiglie addosso fin quando quest’ultimo si è lanciato in acqua pur non sapendo nuotare.
Ma secondo tre ragazzi, un tunisino e due nigeriani, i fatti sono andati molto diversamente. Nworji è stato sì ferito alla testa, ma non è mai caduto a terra, anzi, sarebbe stato proprio lui a inseguire la vittima. Anche se le testimonianze divergevano tra loro per alcuni punti, i tre stranieri hanno indicato proprio Fortune Nworji come personaggio chiave della morte di Omoregie.
Ad essere ascoltata come testimone, poi, anche Claudia Regina, all’epoca dei fatti responsabile della gestione dei centri di accoglienza per richiedenti asilo, ad Imperia, della cooperativa Jobel. Era stato proprio l’imputato a chiamarla in causa, asserendo che subito dopo i fatti si era rivolto a lei, ferito e sanguinante, per avere supporto. A lei, aveva dichiarato nel corso dell’esame, aveva raccontato della morte del nigeriano. «Abbiamo saputo tutti dai giornali, anche gli abitanti della casa di accoglienza, cosa fosse accaduto – ha detto Regina -. Conosco Nworji, era ospite da noi, ma da me non è mai venuto e non mi ha detto nulla. Non l’ho nemmeno visto ferito».
Sembra anche che dopo i fatti di Ventimiglia, l’imputato non sia più tornato nel centro imperiese dove era ospite in attesa di veder accolta la sua richiesta d’asilo in Italia.
Il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo 19 febbraio per la discussione.