L’esorcista: Cristo che sconfigge il diavolo
Storie imperiesi di lotta al demonio
Sanremo. «Del diavolo non se ne parla più ma esiste ed è suo interesse rimanere nascosto perché se viene ignorato, non viene combattuto e si ricorre a lui con molta più ingenuità». Don Michele è il sacerdote esorcista della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, uno dei 905 sacerdoti al mondo autorizzati a svolgere il ministero dell’esorcismo. Abbiamo tutti bisogno di credere in qualcosa che ci dia la speranza di gestire e controllare il futuro a partire dalla sfera familiare, al lavoro, all’amore. Da qui si apre un ventaglio di scelte infinite: contattare un mago, un cartomante, farsi fare i tarocchi per gioco, invocare i defunti con una tavoletta ouija, percepire energie. Talvolta si decide di non credere in niente e anche questa è di per sé la scelta di credere in qualcosa.
«Devo dire, con dolore, che ci sono fin troppe persone che hanno problemi con il demonio ma non ricorrono a noi, alla Chiesa. Diversi di loro cercano quel contatto con il diavolo e non solo nel mondo del satanismo, ma anche con la magia e la superstizione. A volte si incontrano ciarlatani, altre volte se qualcosa succede è perché qualcuno è subentrato. Chi è? Sappiamo che non è Dio e quindi è quell’altro. Sono tutte porte che si aprono al diavolo, attraverso le quali lo invitiamo ad entrare nella nostra vita».
Don Michele è diventato esorcista della diocesi su mandato del Vescovo Antonio Suetta e fa parte dell’Associazione Internazionale Esorcisti (AIE) unico ente riconosciuto ufficialmente dalla Santa Sede. «Io non ho cercato di essere esorcista, non avevo mai pensato di farlo. Ho seguito il corso di formazione che ci viene offerto dall’AIE e patrocinato dal Dicastero per il Clero, e che è fondamentale per essere sicuri di fare tutto secondo le indicazioni della Chiesa e l’esperienza che 2000 anni di questo ministero ci hanno trasmesso. E poi ho iniziato».
Lei ha mai paura? «All’inizio sì, i primi giorni dormivo con la luce accesa, perché non sapevo cosa aspettarmi. Molto rapidamente però la paura svanisce perché vedi come in realtà il demonio non può niente contro Cristo. I film presentano la realtà come la vorrebbe il diavolo, per cui si vede quasi una contesa tra bene e male. In realtà questo non è possibile perché anche Satana è una creatura del Signore. Durante l’esorcismo c’è realmente l’aspetto della sofferenza ma non c’è nessuna contesa, e alla fine della preghiera ci si ritrova nella gioia, frutto della presenza e dell’azione del Signore. Durante l’esorcismo il diavolo non può nemmeno guardarmi negli occhi, è schiacciato da Gesù Cristo e davanti a Lui è nulla. I satanisti si ritrovano ingannati in questo, perché il demonio gli fa credere di essere come Dio, ma in realtà non è così».
Quante persone ricorrono al ministero dell’esorcismo nella diocesi? «Diverse decine l’anno. Ci vorrebbero più esorcisti e che tutti ci formassimo alla scuola ufficiale. Io non cerco nessuno, sono le persone che mi contattano dopo aver parlato con il proprio parroco ed aver constatato se esistano o meno delle problematiche. La metà delle persone che ricorrono a me non ha poi nessun problema con il demonio. L’altra metà sì e ci sono vari modi in cui Satana può attaccare. La possessione è la manifestazione più eclatante e clamorosa ma in realtà il demonio ci può disturbare in molti altri modi. Ogni caso è a sé, non ci sono mai due casi che si ripetono, ma ci sono spesso degli elementi in comune. Per chi vuole liberarsi, essere in grazia di Dio è la prima soluzione. Consiglio di vedere il film-documentario “Libera nos. Il trionfo sul male”: lì si parla con esattezza della realtà degli esorcismi».
Il diavolo quindi esiste. Fa delle distinzioni? «Esiste anche se non se ne parla più. Questo perché è venuta un po’ meno la fede nella realtà sovrannaturale, però grazie a Dio stiamo tornando alla consapevolezza che il mondo non è solo composto da cose materiali, ma c’è molto di più. Se il diavolo fa distinzioni? Sì e no. Come si può trovare una persona cattiva che ci fa del male senza nostra colpa, così ci si può ritrovare colpiti dal maligno senza che siamo stati noi a provocarlo. Tante volte chi si ritrova colpito dal demonio prova per questo un senso di vergogna, ma non dovrebbe, perché essere colpiti dal diavolo non è per sé una colpa, come la vita di tanti Santi ci dimostra. E poi, non si deve avere paura. Come dice San Paolo: “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, affinché la possiate sopportare” (1Cor 10,13). L’importante è imboccare la Via, che è Cristo».