l'approfondimento |
Altre News
/
Sanremo
/
Zone
/

La visita di Achille Sterace a Sanremo nel racconto dello storico Andrea Gandolfo

18 gennaio 2025 | 10:05
Share0
La visita di Achille Sterace a Sanremo nel racconto dello storico Andrea Gandolfo

Il segretario generale del Partito nazionale fascista aveva raggiunto la città dei fiori per inaugurare il Premio Sanremo 1938 di scultura e il concorso del ritratto femminile a Villa Ormond

Sanremo. «Nell’estate del 1938, quasi sei anni dopo la sua ultima visita nella nostra città, il segretario generale del Partito nazionale fascista Achille Starace sarebbe tornato a Sanremo in occasione della cerimonia di apertura del Premio Sanremo 1938 di scultura e del Concorso femminile del ritratto», spiega lo storico Andrea Gandolfo che aggiunge:

«Giunto alla stazione di Imperia Oneglia nel primo pomeriggio del 9 luglio, Starace fu ricevuto dal prefetto Degli Atti, dal comandante della divisione Cosseria, dal federale Magrini e da tutte le altre principali autorità civili e militari della provincia. Raggiunta piazza Dante, dove passò in rivista un reparto delle forze armate, il segretario del Pnf visitò il pastificio della Agnesi. Dopo aver reso omaggio al monumento ai Caduti di piazza della Vittoria, Starace visitò poi la sede della Federazione fascista di Imperia.

Alle 17,30 il segretario del Pnf partì alla volta di Sanremo. Durante il tragitto tra Imperia e la città dei fiori, sostò brevemente presso l’Istituto elioterapico “Giuseppe Barellai” di Costarainera. Arrivato poco dopo le 18 a Sanremo, il segretario del Partito nazionale fascista raggiunse Villa Ormond, dove fu accolto dal podestà Giovanni Guidi, accompagnato dal comandante del presidio militare, dal vicepodestà, dal segretario del Fascio matuziano, dal presidente del Tribunale di Sanremo e dal procuratore del re. Rendevano gli onori militari una compagnia del 42° reggimento fanteria, una centuria della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, un reparto di Giovani fascisti e un gruppo di ex bersaglieri.

 Nell’atrio della villa comunale, dove avrebbe inaugurato le mostre allestite per il Premio Sanremo 1938 di scultura e del concorso femminile del ritratto, il segretario fu accolto dall’accademico d’Italia Carlo Formichi, presidente del Comitato Permanente per i Premi Sanremo di Letteratura ed Arte, Pietro Canonica, il generale Paolo Ruggeri Laderchi, presidente della Commissione organizzatrice delle mostre di pittura e scultura, e i componenti la giuria del concorso del ritratto femminile Antonio Barrera, Orazio Amato, Silvio Gabbrielli e Clelia Panzini. Per il Premio Sanremo del 1938 per la scultura sarebbe stato scelto il tema della vittoria del fascismo sul comunismo. L’opera vincitrice sarebbe stata destinata alla Casa Littoria di Roma. Il soggetto, che era lo stesso anche per la sezione letteratura straniera, era peraltro la diretta conseguenza dell’adesione dell’Italia al Patto anti-Comintern, stipulato nel 1936 tra la Germania e il Giappone in funzione antisovietica. Al concorso parteciparono 85 artisti con 92 opere.

I bozzetti che giunsero a Sanremo rappresentavano, in massima parte, eroi in marmo di grandi dimensioni che uccidevano un serpente, simbolo del bolscevismo. Tali figure erano inoltre sempre rappresentate in forme possenti e nerborute, caratterizzate da volontà di potenza e idee di rigenerazione fisica e morale dell’Italia mussoliniana, che, secondo le direttive del regime, avrebbe dovuto trionfare sul comunismo. Il Comitato Permanente, tuttavia, dopo aver constatato lo scarso valore delle opere presentate in rapporto al tema proposto, decise di annullare il concorso e bandirne un altro, associandolo a quello di pittura del 1939. Il concorso di scultura del 1938 sarebbe stato quindi collegato a un evento sportivo di risonanza internazionale: le Olimpiadi di Helsinki del 1940. Il Comitato, in collaborazione con il Coni, scelse infatti il tema dello sport. Le opere ritenute più meritevoli avrebbero rappresentato il nostro paese alla mostra che si sarebbe svolta a Helsinki, in occasione dei giochi olimpici del 1940.

Per l’occasione il premio da 60.000 lire sarebbe stato ripartito equamente nelle quattro sezioni di scultura, bassorilievo, medaglia e targhe. Al concorso avrebbero partecipato duecento scultori. Vennero ammessi: 51 statue a tutto tondo, 17 bassorilievi, 19 medaglie e 7 targhe. Si aggiudicarono il primo premio ex aequo Gian Domenico De Marchis con l’opera Lanciatore di peso e Luigi Venturini con Centometrista. La sezione medaglia fu vinta da Luciano Mercante e Giovanni Mayer. Nella sezione bassorilievo il Comitato Permanente non sarebbe però riuscito a individuare subito un vincitore, per cui si rese necessario bandire un altro concorso, da cui sarebbero usciti vincitori Angelo Ferreri, Virgilio Milani e Orlando Paladini Orlandini. Per la sezione targhe, si sarebbe infine imposto lo scultore Renato Martelli.

Il concorso femminile del ritratto in pittura era stato bandito invece nel luglio 1938 dall’Associazione nazionale fasciste artiste e laureate, in collaborazione con il Sindacato nazionale fascista di belle arti. La selezione prevedeva un primo premio di 5000 lire, un secondo premio di 1000 lire e un terzo di 500 lire, messi a disposizione dalla Società Anonima Iniziative Turistiche di Sanremo. Al concorso sarebbero state inviate 578 opere, di cui però soltanto 274 vennero ammesse al giudizio finale. Dopo un’ulteriore selezione, le tele prese in considerazione per l’assegnazione dei premi rimasero solo 48. Dopo un nuovo e più accurato esame dei dipinti presentati al concorso, la giuria decise all’unanimità di assegnare il primo premio di 5000 lire a Lorenza Carlesi per l’opera Ritratto di modella allo studio; il secondo premio di 1000 lire ad Anna Carnelli per il dipinto Mirella, e infine, ex aequo, il premio di 500 lire, a Marta Pieraccini per il suo Ritratto di Simonetta e Gilda Nagni per l’opera Mimmetta. I diplomi della confederazione fascista professionisti e artisti vennero assegnati invece a Sofia Chiostri per il Ritratto di donna Mercedes Catalano, e a Giola Gandini per il suo Ritratto della Signora N.R. Le tele partecipanti al concorso furono esposte all’interno di Villa Ormond e ordinate nel Giardino d’Inverno e nelle sale dello stesso edificio.

Intanto Starace, dopo aver inaugurato il Premio Sanremo di scultura e il concorso femminile del ritratto, si sarebbe intrattenuto nelle sale di Villa Ormond per esaminare i bozzetti di scultura, che rappresentavano il trionfo del fascismo sul comunismo. L’alto funzionario del Partito nazionale fascista volle anche esprimere il suo plauso agli organizzatori delle due mostre per l’ottima riuscita della manifestazione. Prima di lasciare la villa comunale, Starace si intrattenne ancora in un salone dello storico edificio di corso Cavallotti, allora ribattezzato corso XXIII Marzo, con esponenti della vecchia guardia fascista della città, e quindi, in un’altra sala della villa, con alcune madri sanremesi molto prolifiche. Nel salone il segretario del Pnf poté ammirare il plastico della nuova caserma cittadina della Gioventù italiana del Littorio, della quale, premendo un bottone, diede anche il segnale per l’avvio dei lavori di costruzione tra l’entusiasmo generale. Conclusa la visita a Villa Ormond, Starace volle fare ancora un giro per la città in macchina, passando per corso Garibaldi, via Vittorio Emanuele e corso Imperatrice, sotto una pioggia di manifestini con la scritta “Vogliamo il Duce a Sanremo”.

Lasciata la città dei fiori, il segretario del Pnf proseguì quindi per Bordighera e Ventimiglia, dove avrebbe incontrato le autorità locali, partecipando a un banchetto in suo onore presso l’albergo Miramare di Grimaldi. Rientrato a Bordighera, in tarda serata Starace raggiunse la stazione della città delle palme, dove fu salutato dal podestà Giribaldi e dal segretario del Fascio Soleri, ripartendo quindi alla volta della capitale».