In 100 contro le bollette di Rivieracqua. Si va verso il ricorso collettivo
La riunione oggi pomeriggio nel salone parrocchiale di via San Francesco aTaggia
Taggia. L’idea è quella di presentare un ricorso collettivo. C’era circa un centinaio di persone, oggi pomeriggio nel salone parrocchiale di via San Francesco, per affrontare il problema del caro bollette di Rivieracqua.
Spiega l’organizzatore dell’incontro, Luca De Pasquale: «Questa iniziativa la facciamo semplicemente per dare delle risposte ai cittadini, la situazione ormai è ben nota, continuano ad arrivare delle bollette astronomiche ai cittadini, questo incontro dunque sarà focalizzato a dare risposte ai cittadini e oggi ci sarà il supporto dell’avvocato Enrico Panero che darà tutte le delucidazioni su come affrontare questo care bollette, ma soprattutto cercheremo di impostare un ricorso collettivo».
Prosegue De Pasquale: «Io come organizzatore posso solo dire che la situazione ormai è diventata insostenibile. I comuni, associazioni, sindacati, tutti totalmente asserviti, non voglio dirlo, però diciamo che c’è un lassismo generale. Io vorrei ricordare che la tariffa unica è entrata in vigore a gennaio 2024, adesso siamo a gennaio 2025 e dopo un anno nessuno ha saputo dare una risposta legale al problema. Dunque da qui, e io ho preso un impegno come privato cittadino, di cercare di raggruppare le persone per cercare di dare una soluzione legale al problema, perché ormai la situazione va affrontata in questo senso. Abbiamo cercato di sollecitare la politica locale, amministratori locali, consiglieri, tutti, ma non abbiamo ricevuto risposte».
Dice l’avvocato Enrico Panero: «Una iniziativa lodevole che sollecita il comune sentire dei cittadini destinatari di maxibollette, di queste bollette esorbitanti che hanno la possibilità, come già accaduto per altri, di contestarle nella loro debenza facendo valere i loro diritti e riferendo della illegittimità legata alla irretroattività di quelle tariffe che sono invece state adottate con un provvedimento di indirizzo dell’ambito territoriale ottimale, ma ad oggi non ancora avvallate da parte di Arera che è l’autorità competente appunto per determinare la bontà di queste tariffe».
Prosegue il legale: «Non so questi cittadini che cosa abbiano già fatto, ma per altri utenti che ho seguito c’è la necessità di fare una contestazione formale con la richiesta della valutazione della corretta del corretto computo dei consumi dell’acqua, la evidenza della illegittimità delle tariffe così come ancora in oggi non autorizzate, tentare una conciliazione con Arera, fare del caso una richiesta al difensore civico».