Barista di Bordighera in coma, l’indagato racconta tutto al gip

28 gennaio 2025 | 11:50
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Barista di Bordighera in coma, l’indagato racconta tutto al gip

Non c’era, da parte di Postu, l’intenzione di far male al barista e il giovane è visibilmente provato per l’epilogo della vicenda

Imperia. E’ durato circa un’ora l’interrogatorio di garanzia di Cezar Postu, il 27enne romeno, ma di origini moldave, che nella notte di Capodanno ha sferrato tre pugni ad  Andrea Oliva, 48 anni, titolare del bar Night & Day di Bordighera, provocandogli gravi ferite che lo hanno portato al coma.

Al gip Massimiliano Botti di Imperia, assistito dal suo legale, l’avvocato Massimiliano Orrù, il giovane ha raccontato quanto successo quella notte, chiarendo la propria posizione.

Un racconto, ha spiegato il legale al termine dell’interrogatorio «che coincide tra l’altro con l’emergenza dell’attività di indagine svolta sinora. Effettivamente la dinamica è ben ricostruita già dalle indagini svolte e in corso di interrogatorio è stato ribadito quel percorso».

Non c’era, da parte di Postu, l’intenzione di far male al barista e il giovane è visibilmente provato per l’epilogo della vicenda: «La vicenda è andata come è andata – dichiara l’avvocato – Ma è stata la vittima che purtroppo si è rapportata in una certa maniera, tanto è vero che riteniamo che ci sia stata una sorta di aggressione rispetto alla quale purtroppo ci si è anche difesi». Come, tra l’altro, scrive nero su bianco il gip nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato Cezar Postu agli arresti domiciliari. «Postu ha realizzato la propria condotta reagendo al comportamento tracotante di Oliva, al limite della provocazione», è scritto negli atti.

Il 27enne resta, per ora, ai domiciliari con l’accusa di lesioni personali: «Non abbiamo al momento avanzato istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare perché attendiamo di vedere bene tutte le carte, lasciamo lavorare l’autorità giudiziaria per raccogliere tutti gli elementi e valuteremo a brave se adottare istanze», spiega l’avvocato Orrù.

Resta lo stupore per una misura adottata quasi un mese dopo i fatti: «Avrei capito una misura adottata in flagranza di reato – conclude il legale -. Mi stupisce l’adozione della misura a distanza. Poi lo posso capire per la gravità delle conseguenze, e indubbiamente bisognava fare qualcosa, ma tecnicamente lascia perplessi».