A San Bartolomeo una pièce teatrale per non dimenticare gli orrori dell’Olocausto

23 gennaio 2025 | 10:27
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A San Bartolomeo una pièce teatrale per non dimenticare gli orrori dell’Olocausto

Appuntamento lunedì 27 gennaio alle 17, presso il salone del piano terreno

San Bartolomeo al Mare. Il Centro Incontro di San Bartolomeo al Mare ospita, lunedì 27 gennaio alle 17, presso il salone del piano terreno, una pièce ardita per non dimenticare gli orrori dell’Olocausto nella “Giornata della Memoria”, “Ridere nei lager” con il collettivo teatrale de “I nuovi gobbi”

Così Roberto Gho, colonna portante, insieme a Renato Forte e Giacomo Sportelli de “I Nuovi Gobbi”, ci descrive lo spirito di questa pièce: «Vi sono molte testimonianze di attività, soprattutto musicali, svolte nei campi di concentramento nazisti ad opera di artisti prigionieri, a volte per il diletto degli aguzzini, a volte come disperata risposta all’orrore che circondava gli internati.
Vari Lager videro spettacoli teatrali ma ci soffermeremo su quelli tenuti nei campi di transito di Terezin e Westerbork.
Gli autori, attori, musicisti che vi parteciparono venivano in larga parte dall’esperienza di quella stagione esaltante ed irripetibile del Kabarett tedesco, soprattutto berlinese.

Il Kabarett tedesco è figlio del Cabaret francese, soprattutto parigino, già in voga sul finire del 1800. I tedeschi lo scoprono quando, in massa, si riversano a Parigi per l’esposizione universale e soprattutto per ammirare il prodigio della Tour Eiffel.
Ma non possono esportarlo perché a quei tempi in Germania vigeva una rigida censura ed il Kaiser, la politica, l’esercito e la Chiesa non permettevano “sberleffi”.

Si dovranno aspettare la fine della guerra, la dolorosa sconfitta, la cacciata del Kaiser e le libere elezioni. A quel punto il Kabarett esplode, ed al Kabarett si associano non solo attori e cantanti, ma una nuova generazione di intellettuali che vanno da Tucholsky a Brecht a Erika Mann, figlia di Thomas. Sono sette-otto anni di follia e inventività, una stagione unica ed irripetibile.
Poi lentamente ma inesorabilmente, l’ombra nera del nazismo spazzerà via quella meravigliosa creatività e molti dei protagonisti di quel periodo si ritroveranno nei lager.

Il nostro spettacolo si occuperà del prima e del dopo con una storia e degli esempi di quello che si faceva nei luoghi di divertimento e di cultura dell’epoca del Kabarett. Cercheremo altresì di raccontare la storia, il dolore, la tragedia, inframmezzati dalla comicità intelligente che mano a mano si convertirà in puro orrore.

Nella seconda parte dello spettacolo renderemo omaggio al più grande di quei protagonisti, Karl Valentin, che ebbe all’epoca fama mondiale e che, alla sua morte, fu omaggiato da Chaplin con una sola frase di commiato: “è morto il più grande comico del nostro tempo».

Il Collettivo Teatrale “I nuovi gobbi” nasce nel 1970 come Collettivo Teatrale dell’ARCI di Torino. Un gruppo che attraverso il teatro voleva fare politica e soprattutto controinformazione. I suoi luoghi di elezione erano i quartieri, le fabbriche e le scuole, i luoghi deputati allo stare insieme e ragionare insieme, usando lo strumento teatrale e soprattutto il Cabaret. Non per nulla quando decidemmo di cambiare nome abbiamo scelto, impudentemente, I NUOVI GOBBI, in omaggio ai GOBBI di Franca Valeri, Alberto Bonucci, Vittorio Caprioli e Luciano Salce che furono in Italia gli importatori di questo genere , ma senza dimenticare l’altra grande scuola di cabaret che fu quella di Dario Fo, Franco Parenti e Giustino Durano, un cabaret più graffiante, più vicino alla realtà ed ai problemi della gente.

Nel tempo non siamo cambiati, semmai purtroppo, solo invecchiati. Ma questo succede a tutti e tutto, tranne che alla passione per il teatro e alla voglia di comunicare.”