120 anni del Casinò, quando a Sanremo era Dolce vita
Si sono chiusi stasera i festeggiamenti con il concerto della Sinfonica e la conferenza di Antonio Caprarica
Sanremo. Si è concluso questa sera, presso il Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo, il programma delle celebrazioni per i 120 anni dalla sua inaugurazione, avvenuta il 14 gennaio 1905. L’evento, ricco di ricordi, ha visto la partecipazione di ospiti illustri, un pubblico numeroso e le massime autorità civili e militari, tra cui il sindaco della Città dei fiori Alessandro Mager. Ad aprire e chiudere la serata, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, diretta dal maestro Giancarlo De Lorenzo.
Ospiti d’onore della serata sono stati il giornalista e saggista Antonio Caprarica e il poeta Giuseppe Conte. L’inviato della Rai ha trasportato i presenti nei fasti della Dolce Vita sanremese, quando la Riviera e le sale del Casinò erano il cuore pulsante della mondanità europea. «Edoardo VII seguiva le sue inclinazioni, che erano quelle della carne e delle carte, e trovava nella Riviera, tra donne e casinò, una meta ideale –, ha raccontato Caprarica. – Qui si intrecciavano le vite delle grandi personalità dell’epoca edoardiana: Jennie Churchill, madre di Winston, era tra le sue amiche intime, e la Regina Vittoria visitava in incognita queste sponde, facendosi conoscere come ‘la Contessa’. Era una finzione che tutti rispettavano, in un’epoca in cui la Riviera offriva piaceri autentici rispetto al caos delle grandi capitali europee».
La serata è stata introdotta da un video con immagini storiche, accompagnato dalla voce narrante di Franco La Sacra, che ha ricreato l’atmosfera dell’inaugurazione della casa da gioco: “Sono le 19:30. Le carrozze arrivano, i notabili salgono gli imponenti gradini della casa da gioco, illuminata dai fasti del Liberty e del Déco, creata dall’ingegnere Eugène Ferret. Nel Giardino d’inverno, l’orchestra del maestro Giannini esegue brani celebri, tra cui l’ouverture del Guglielmo Tell di Rossini, proprio come accadde nel 1905”.
Nel corso dell’evento, il presidente e amministratore delegato del Casinò, Gian Carlo Ghinamo, e il sindaco Alessandro Mager hanno reso omaggio all’importante traguardo, sottolineando come il Casinò sia non solo un simbolo di Sanremo, ma anche un volano per il turismo e la cultura della città. Tra i ricordi più approfonditi, quello del presidente della Provincia Claudio Scajola. «Ripercorreremo le stesse emozioni che vissero coloro che vennero invitati 120 anni fa all’inaugurazione del Casinò, – ha dichiarato il sindaco Mager -. Sentiremo le stesse musiche, anche se, probabilmente, non mangeremo le stesse cose, visto che all’epoca i menù si scrivevano in francese, una tradizione che oggi è andata persa. Partecipiamo a questa serata di festa con grande entusiasmo. Il Casinò è sempre stato attrattivo e capace di adeguarsi alle esigenze del gioco, della cultura e dello spettacolo. E così dovrà essere anche nel futuro».
«L’accoglienza all’inaugurazione del Casinò avveniva nel giardino d’inverno, che oggi rimpiangiamo, ma sappiamo che i cambiamenti a volte portano miglioramenti, altre volte no. La cultura attuale ci spinge a restaurare ciò che i nostri padri hanno costruito, e questo splendido Teatro dell’Opera è rimasto intatto. Sarà compito dell’Amministrazione, con tutto il resto della casa, impegnarsi nel suo restauro, – ha aggiunto l’onorevole Scajola -. Il Casinò di Sanremo è il più bello tra i quattro casinò italiani ancora esistenti, e questo edificio, realizzato in stile liberty, è tra i più belli del nostro Paese. Quando venne inaugurato nel 1905, l’Italia contava molti casinò, e distinguersi tra tanta concorrenza richiese sforzi e capacità straordinarie. Nel dopoguerra, fu grazie ad una battaglia politica, nonostante le resistenze di De Gasperi, che si comprese l’importanza di mantenere le case da gioco per competere con i territori di confine e destinare i proventi alla cultura, al turismo e alla crescita del territorio. È così che i fondi del Casinò hanno finanziato opere significative come il primo tratto della pista ciclabile e la progettazione del trasferimento della ferrovia».