Ventimiglia, torna l’accampamento dei migranti sul greto del Roja
Qualche fuoco per scaldarsi, un paio di sedie messe in cerchio, come in un salotto di casa. Ma del calore di una casa non c’è nulla
Ventimiglia. Dopo lo sgombero di metà ottobre, i migranti sono tornati ad occupare il greto del fiume Roja, realizzando un accampamento abusivo sotto il cavalcavia di via Tenda.
Piccole tende e giacigli di fortuna, sistemate sul lungofiume e poco visibili dalla strada: è qui che trovano rifugio gli stranieri in attesa di oltrepassare il confine con la Francia.
Qualche fuoco per scaldarsi, un paio di sedie messe in cerchio, come in un salotto di casa. Ma del calore di una casa non c’è nulla.
I panni stesi ad asciugare al sole sulle grate. I piccioni che cercano le briciole di un pasto.
I migranti non si vedono. Solo in pochi camminano tra le capanne. E pensare che per molti di loro, prima del precedente sgombero, erano stati trovati posti all’interno dei centri di accoglienza in provincia: nessuno, però, ha accettato di spostarsi da Ventimiglia.
Così i migranti sono tornati lì, in mezzo a sterpaglie e topi, nonostante l’ordinanza anti-bivacco firmata dal sindaco. Non sono bastate neanche le grate innalzate dall’amministrazione: in un punto un’inferriata è stata divelta, e il passaggio verso il fiume subito riaperto.
A differenza che in passato, si notano molti meno cumuli di spazzatura. Inoltre, da qualche tempo, gli stranieri possono usufruire del servizio docce offerto dalla Caritas poco lontana e non hanno più bisogno di creare docce di fortuna collegate a generatori di corrente, forniti da attivisti no border, senza alcuna sicurezza.