Sanremo, stop definitivo alla balneazione tra i due porti?
La denuncia del consigliere Ventimiglia. La replica dell’assessore Moscato: «In corso il confronto con Regione»
Sanremo. Il mare tra i porti di Sanremo potrebbe essere dichiarato non balneabile per tutta la stagione 2025 e quelle a venire. La notizia arriva dal consigliere comunale Daniele Ventimiglia (Lega), che ha previsto stasera, in Consiglio, l’emissione di un decreto da parte di Arpal Liguria, secondo cui dovrebbe essere sancita la revoca permanente della balneabilità in corso Trento Trieste.
Stando ai dati di Arpal – discussi negli ultimi giorni a Palazzo Bellevue dall’assessore all’Ambiente Ester Moscato con i vertici dell’agenzia regionale -, il tratto di mare in questione ha registrato per quattro anni consecutivi, dal 2020 a oggi, una qualità “scarsa” delle sue acque, con il picco di inquinamento registrato dopo il passaggio della tempesta Alex, che aveva danneggiato pesantemente anche le reti fognarie marine. Una situazione complessa, quella tra i due porti, con il suo mare chiuso dagli approdi nautici e la presenza di due torrenti che scaricano all’interno del suo bacino. Diversi i progetti passati e presenti per il miglioramento della qualità del mare. Tutti sospesi, in attesa di decisioni e finanziamenti.
«Perché non si è mai investito per rendere l’acqua balneabile? Cosa diremo ai turisti?», – ha esordito il capogruppo della Lega, chiedendo lumi -. Pronta la replica dell’assessore Moscato: «Abbiamo avuto una riunione con Regione, dove sono state sollevate delle criticità sulla balneazione. Aspettiamo a gennaio il decreto ufficiale per essere più esaustivi nelle risposte».
Se confermata, la decisione rappresenterebbe un problema per la gestione di un pezzo importante del litorale sanremese, con implicazioni significative per gli operatori balneari di corso Trento Trieste, che dovrebbero vietare i tuffi sine die, con potenziali ricadute negative per le spiagge libere attrezzate e l’immagine della città, bandiera blu. Per scongiurare la revoca della balneazione, si era mosso in tempi non sospetti anche un concessionario della zona, che aveva proposto un ricorso al Tar Liguria per contestare i campionamenti e i conseguenti provvedimenti dell’agenzia, la cui sentenza non è ancora stata emessa a distanza di anni.