Salta commissione bilancio a Ventimiglia, Scullino: «Governare città non è compito per dilettanti»
«Serve esperienza, capacità di mediazione, capacità di organizzare e, soprattutto, la volontà di lavorare per il bene comune»
Ventimiglia. «Ecco, ci risiamo. A Ventimiglia, dove il sole dovrebbe splendere anche in inverno, regna invece l’ombra dell’improvvisazione politica. Questa mattina si sarebbe dovuta tenere la terza commissione consiliare permanente su bilancio, programmazione e attività produttive-tributi. Uso il condizionale, perché è finita prima ancora di cominciare: la maggioranza, o meglio quel che ne resta, non è riuscita a garantire il numero legale. Ancora una volta», dichiara Scullino, che aggiunge:
«Per essere chiari: si sono presentati in tre. Tre consiglieri di maggioranza su sei. Gli altri, pare, avevano già avvisato della loro assenza. E allora perché convocare la commissione? È come invitare gli ospiti a una festa sapendo che il padrone di casa non ci sarà. Un capolavoro di organizzazione, non c’è che dire.
La minoranza, come ovvio, ha fatto la sua parte: ha verificato la situazione, constatato la mancanza del numero legale e abbandonato l’aula. “Di tutta evidenza è un ulteriore segnale del malcontento dei consiglieri di maggioranza nei confronti dell’operato del sindaco”, hanno dichiarato. E come dare loro torto? Quando un’amministrazione non riesce nemmeno a portare avanti le proprie pratiche senza incepparsi, la domanda sorge spontanea: chi governa questa città?
E qui veniamo al punto. Da ex sindaco, ho un sospetto. Si chiama arroganza politica. Quella che fa credere a qualcuno di poter governare senza ascoltare, senza confrontarsi, senza avere esperienza. Ventimiglia non è un giocattolo né un trampolino di lancio per carriere politiche. È una città con problemi complessi, che richiede competenza, lavoro e, soprattutto, rispetto per i cittadini.
Ma il rispetto, ahimè, sembra merce rara. Lo dimostra la scena di stamattina, con il sindaco presente in aula, ma non per garantire il numero legale. No, lui si è limitato a osservare la scena con il solito sorrisino di circostanza. Un sorrisino che, mi permetto di dire, è più irritante di mille parole.
E non è un caso isolato. Già a novembre erano saltate due commissioni per mancanza del numero legale, con pratiche poi ritirate dal consiglio comunale. Una replica quasi identica di quanto accaduto oggi. Possibile che nulla sia cambiato in tutto questo tempo?
Forse, e dico forse, il problema è proprio chi siede al comando. Governare una città non è un compito per dilettanti. Serve esperienza, capacità di mediazione, capacità di organizzare e, soprattutto, la volontà di lavorare per il bene comune. E, mi spiace dirlo, ma chi non ha mai fatto gavetta, chi non ha mai davvero lavorato, difficilmente potrà acquisire queste qualità.
E poi c’è questa ossessione per l’apparenza. Come se la città fosse fatta solo di pubblicità sui social, selfie e passerelle mediatiche. Governare significa affrontare i problemi reali, non mostrarsi con il sorriso smagliante per un post acchiappa-like. I cittadini non si nutrono di foto e promesse; hanno bisogno di fatti, di servizi funzionanti, di soluzioni ai problemi quotidiani.
Un tempo, quando ero io a guidare questa città, si potevano anche non condividere le mie scelte, ma non si poteva certo accusarmi di mancanza di competenza o di organizzazione. Ventimiglia è una città complessa, con sfide enormi, e non si può governarla con manie di grandezza o improvvisazioni.
In chiusura, permettetemi una riflessione. Chi di notaio ferisce, di notaio perisce. L’arroganza politica porta solo alla rovina, e Ventimiglia non merita questo. Spero che chi oggi guida questa città capisca, prima che sia troppo tardi, che il governo è un servizio, non un diritto. E che i cittadini, prima o poi, presentano il conto. Perché le passerelle, i selfie e i like non salveranno la città».