Una Sanremo più solidale grazie al protocollo di intesa contro lo spreco alimentare
È stato firmato questa mattina, con il coinvolgimento del Comune, dell’Associazione centro ascolto Caritas, e delle associazioni di categoria di commercianti e artigiani
Sanremo. Questa mattina, presso la sede dell’Emporio solidale di Sanremo è stato firmato un protocollo d’intesa che vede coinvolto in prima persona il comune di Sanremo, insieme all’Associazione centro ascolto Caritas – Emporio solidale, e le associazioni di categoria di commercianti e artigiani Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Cna. Tale collaborazione garantirà la raccolta delle eccedenze alimentari da parte dell’Emporio, così che i nuclei familiari in difficoltà possano avere la possibilità di accedervi a loro piacimento. In rappresentanza dell’amministrazione comunale hanno partecipato all’incontro il vicesindaco Fulvio Fellegara, l’assessore alle Attività produttive Lucia Artusi, e il consigliere comunale Alessandro Marenco.
«L’Emporio solidale è nato nel 2019 per volontà dell’allora assessore ai Servizi sociali Costanza Pireri, e dell’Associazione centro ascolto Caritas di cui io faccio parte.» ha affermato Luca Bordonaro, responsabile del progetto Emporio solidale per il comune di Sanremo e Centro ascolto Caritas «Questo è un progetto di market sociale al quale le famiglie accedono attraverso una tessera a punti con cui possono fare la spesa, scegliendo i prodotti che più preferiscono in totale libertà. Noi funzioniamo grazie alla collaborazione con il comune di Sanremo che, oltre ai locali in comodato gratuito, ci dà un budget di cinquantamila euro l’anno, con cui noi possiamo far fronte alla spesa alimentare. Noi abbiamo l’obbligo convenzionato con le famiglie di avere dieci prodotti sempre, tra cui quelli primari come pasta, riso, latte, zucchero, farina, biscotti, legumi, e passata di pomodoro. Grazie al lavoro di questi anni, alle convenzioni fatte con i supermercati, e al recupero delle eccedenze alimentari, a oggi riusciamo ad avere molte più referenze, e riusciamo anche a utilizzare parte del budget del comune all’acquisto di beni per l’igiene della persona e della casa. Oltre a questo, troviamo anche pannolini e prodotti per l’infanzia, e molti altri prodotti che pian piano siamo riusciti a introdurre. Siamo in accordo con una macelleria del nostro territorio che ci prepara un certo quantitativo di carne fresca alla settimana, chiusa sottovuoto, che noi distribuiamo alle famiglie. Per accedere all’Emporio alimentare è necessario fare un colloquio al Centro ascolto Caritas per valutare lo stato di bisogno, presentare il modello Isee in corso di validità, e avere la residenza nel comune di Sanremo.»
A seguire, è intervenuto anche il vicesindaco Fellegara: «Questa è una giornata molto importante. Abbiamo deciso di dare un ulteriore impulso a questa iniziativa che è nata cinque anni fa. È una realtà già consolidata che funziona molto bene. Grazie a una convenzione con il comune di Sanremo che ha investito per la lotta alla povertà, e grazie alla collaborazione con la Caritas, oggi siamo di fronte a una struttura che permette alle persone di venire, di scegliere i prodotti, di avere una socialità, e di avere la percezione di poter fare la spesa in base ai propri desideri e ai propri gusti. Ora stiamo provando a promuovere l’Emporio, perché ciò che regge la sopravvivenza di questo posto è data dalla solidarietà dei soggetti che donano, come supermercati, alberghi, ristoranti, bar e imprese che, quotidianamente o settimanalmente, donano quello che avanza e che non riescono a vendere. Così si fa anche una lotta allo spreco alimentare. Questa collaborazione è stata resa possibile anche grazie all’aiuto dell’assessore alle Attività produttive Lucia Artusi che ha istituito il tavolo del commercio. Attraverso questo protocollo sarà possibile, inoltre, individuare ulteriori punti di donazione e di raccolta, perché per aumentare i flussi bisogna trovare anche maggiori punti di solidarietà e di aiuto. Il comune farà la sua parte. Perché tutto questo non è un costo, bensì un investimento per il benessere della nostra città».
E infine, ecco quanto affermato dall’assessore Lucia Artusi: «Parlando con le associazioni di categoria ci siamo resi conto che questo progetto era quasi totalmente sconosciuto alla maggior parte degli esercizi commerciali della città. Ed era anche sconosciuta la possibilità di avere dei piccoli sgravi sulla Tari e sull’Iva per i soggetti che donano con una certa continuità. Per quanto riguarda la Tari, il rimborso previsto è del 5% sulla quota che viene attribuita alla singola attività commerciale. Ciò può invogliare a donare anche quelle attività che non erano a conoscenza di tutto questo, anziché buttare le loro eccedenze nella spazzatura. Anche perché questo, paradossalmente, avrebbe una ripercussione maggiore sul comune, il quale si troverebbe a smaltire delle quantità maggiori di immondizia. Quello stipulato oggi, quindi, è sia un progetto di solidarietà nei confronti delle persone più bisognose sia verso l’ambiente, in quanto in grado di limitare la quantità di spazzatura e di umido che si verrebbero a creare, sia riguardo i prodotti confezionati sia i freschi.»